Futuro

Le mosche possono produrre plastica biodegradabile

La scoperta è dei ricercatori dell’American Chemical Society, che sono giunti a questa conclusione analizzando gli esemplari morti delle mosche soldato
Credit: Dan Kb
Tempo di lettura 3 min lettura
11 settembre 2023 Aggiornato alle 19:00

Produrre plastica direttamente dagli insetti, in particolare dagli esemplari morti delle mosche soldato, è possibile.

La scoperta è stata presentata dai ricercatori dell’American Chemical Society (Acs) durante un meeting annuale. Le mosche morte possono essere trasformate in plastica totalmente biodegradabile, utilizzabile per il packaging alimentare o nell’ambito biomedicale, senza causare danni all’ambiente.

La mosca soldato, conosciuta nel mondo della scienza come Hermetia illucens, è una specie di origine neotropicale dalle grandi ali che negli ultimi decenni si è diffusa in tutto il mondo, diventando cosmopolita. È prevalentemente nera e presenta alcuni riflessi metallici blu e verdi sul torace.

Dalle sue uova schiudono le larve, che contribuiscono sia allo smaltimento dei rifiuti organici che, grazie alle proteine e altri composti nutritivi presenti al loro interno, alla produzione di biomasse utilizzabili come mangime per animali. Ma soprattutto vengono utilizzate proprio per generare plastica ecosostenibile e biodegradabile.

Le mosche adulte hanno una breve vita ed è proprio questa la caratteristica sfruttata dal team di ricerca: riutilizzare la loro carcassa per ricavare materiali utili e innocui per l’ambiente. Un prodotto di scarto che altrimenti sarebbe sprecato.

In particolare, dalle mosche è stato ricavato un polimero a base di zucchero chiamato chitina, che rafforza il loro guscio. La chitina si trova anche nel guscio di alcuni crostacei, come gamberi o granchi, ma a differenza loro quella delle mosche sembra essere più pura e meglio utilizzabile.

Dai prodotti ricavati dai piccoli insetti è stato creato un idrogel che può essere utilizzato nei terreni agricoli per catturare l’acqua delle inondazioni o per rilasciare piccole quantità di umidità durante i periodi di siccità.

«Qui in Texas siamo costantemente in una situazione di alluvione o di siccità - afferma Karen Wooley, docente di ingegneria chimica alla Texas A&M University e ricercatrice alla guida del team  -  Ho cercato di pensare a come creare un idrogel super assorbente che potesse affrontare questo problema».

Adesso, l’obiettivo dei ricercatori è quello di far sì che gli insetti possano considerare la plastica di scarto una fonte di cibo, così che gli scienziati possano poi raccoglierla di nuovo per produrre nuova plastica.

Gli insetti quindi, oltre a essere fonte della plastica, potrebbero diventarne anche consumatori.

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