Futuro

Sconfiggere i tumori con uno tsunami di luce

La nuova prospettiva di ricerca nella lotta ai tumori passa per la tecnica della fototerapia. Una modalità non invasiva capace di intervenire sui tumori più profondi e difficili da raggiungere
Credit: National Cancer Institute
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23 agosto 2023 Aggiornato alle 14:00

Onde luminose a estrema intensità in grado di distruggere completamente le cellule tumorali, persino quelle situate in tessuti profondi o difficili da raggiungere. Processi biochimici innescati da una fortissima quantità di energia scatenata su tumori anche millimetrici.

È questa la nuova prospettiva di ricerca nella lotta ai tumori con la tecnica della fototerapia, una modalità non invasiva capace di intervenire sui tumori più impervi che sembrano non voler in alcun modo scomparire.

Lo studio, pubblicato su Nature Communications, è stato interamente realizzato da scienziati e scienziate italiane. Un team di ricerca variegato di fisici e biotecnologi provenienti dall’Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche, dall’Università La Sapienza di Roma, dall’Università Cattolica del Sacro Cuore e dalla Fondazione Policlinico Universitario Gemelli Irccs.

La maggior parte dei tessuti biologici, spiega il gruppo di ricerca, è opaca e assorbe la radiazione incidente: in questo modo non è possibile raggiungere in maniera mirata i tessuti profondi. Gli scienziati hanno trasformato questa problematica in una sfida e adesso potrebbero aver trovato la soluzione.

Per aggirare questi problemi infatti, i ricercatori hanno sfruttato un fenomeno già noto a oggi in diversi sistemi complessi, come gli oceani o il plasma, ma non ancora noto in quelli biologici: canalizzare e concentrare dei veri e propri “tsunami di luce” in grado di trasmettere luce laser all’interno dei tumori, che aumenta la temperatura locale.

I ricercatori hanno già confermato questa possibilità su alcuni campioni tridimensionali di tumore al pancreas. I tumori, seppur millimetrici, sono stati illuminati in verde dai raggi laser, a testimonianza dell’incredibile potenza scatenata contro essi.

«Il nostro studio — spiega Claudio Conti dell’Università La Sapienza — mostra come le onde estreme, che fino a oggi erano rimaste inosservate in strutture biologiche, siano in grado di trasportare spontaneamente energia attraverso i tessuti e possano essere sfruttate per nuove applicazioni biomediche».

Attraverso questi raggi laser si potrebbe trattare in maniera non invasiva una specifica regione di un organo, intervenendo con assoluta precisione ed efficacia. «Abbiamo mostrato come tale luce può provocare aumenti di temperatura mirata che inducano la morte di cellule cancerose — afferma Massimiliano Papi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore — e questo ha implicazioni importanti per le terapie fototermiche».

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