Diritti

Immigrazione: gli sbarchi aumentano e il sistema di accoglienza non regge

Mentre proseguono gli arrivi e i naufragi al largo di Lampedusa, la sorte dei migranti che raggiungono l’Italia è in balia di un sistema di accoglienza in difficoltà
Credit: Khaled Nasraoui/dpa
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14 agosto 2023 Aggiornato alle 08:00

Nel 2023 sono morte e scomparse nel Mediterraneo oltre 1.800 persone, secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim), e la rotta verso l’Italia resta una delle più letali.

A queste si aggiungono le 41 persone cadute in mare al largo di Lampedusa, dopo che il mezzo senza motore su cui erano salpate dalla Tunisia giovedì scorso si è ribaltato tra le onde. Nel corso di un altro naufragio avvenuto nella notte di sabato, la Guardia costiera ha recuperato i corpi senza vita di un bambino di 2 anni e di una donna incinta, a fronte di oltre 30 persone disperse.

Tra mercoledì e giovedì notte, 578 persone sono arrivate a Lampedusa con 15 diversi sbarchi, il giorno prima erano state oltre 400.

Mentre il ritmo degli arrivi ad agosto rimane elevato, il numero dei migranti partiti dal Nord Africa e sbarcati in Italia nel mese di luglio 2023 è stato il più alto degli ultimi 2 anni: 23.639 persone, più del quadruplo rispetto a inizio anno, per un totale di quasi 94.000 migranti arrivati via mare finora da gennaio. Di questi, circa 10.000 sono minori non accompagnati. La maggior parte, il 12%, proviene da Guinea e Costa d’Avorio, l’8% da Egitto e Tunisia.

È proprio al porto tunisino di Sfax che secondo l’Oim centinaia di rifugiati e richiedenti asilo rimangono bloccati in condizioni disperate per giorni, spesso senza cibo né acqua, per poi essere trasferiti al confine con Libia e Algeria per limitare le partenze.

Il memorandum d’intesa siglato a luglio da Unione europea e Tunisia va in questa direzione. L’accordo stabilisce infatti, tra le altre cose, che il governo di Kais Saied riceverà 105 milioni di euro per impedire le partenze delle imbarcazioni di migranti e richiedenti asilo verso l’Europa.

Chi di loro riesce ad arrivare in Italia si trova di fronte a un sistema di accoglienza sovraccarico.

Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna sono le regioni attualmente più in difficoltà nella gestione dei migranti, in particolare per quanto riguarda la capienza dei Centri di accoglienza straordinaria (Cas).

Questi ultimi dovrebbero essere attivati quando i centri di accoglienza ordinari non sono più in grado di sostenere da soli il numero dei migranti ospitati, ma gli stessi Cas stanno esaurendo i posti a disposizione.

I centri di prima accoglienza, dove si svolgono le operazioni di identificazione e indirizzamento delle persone migranti arrivate in Italia, i Cas e gli interventi attivati dagli enti locali che fanno parte della rete del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) sono stati in generale diminuzione dal 2018 al 2021, così come gli arrivi dei migranti in Italia nello stesso periodo. Lo hanno rilevato Openpolis e ActionAid, secondo cui proprio la riduzione degli arrivi in questi ultimi anni rendeva disponibili fino al 2021 oltre 20.000 posti nei centri di accoglienza.

Tuttavia negli ultimi mesi gli arrivi in Italia risultano in crescita, mentre la gestione dei centri di accoglienza è precaria e le tutele nei confronti dei migranti diminuiscono.

Con il decreto Cutro, infatti, alla maggioranza dei richiedenti asilo non è più consentito l’accesso ai servizi del Sai.

Questo significa che tutti coloro che non si trovano in situazioni di estrema vulnerabilità e non sono minori non accompagnati perderanno l’assistenza materiale, legale, sanitaria e linguistica che gli enti locali e del terzo settore offrono su base volontaria.

Al contempo, il decreto riduce anche i servizi di assistenza e integrazione nei centri governativi e nei Cas.

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