Diritti

Abusi clero Portogallo: come vengono affrontati?

Bergoglio dovrebbe incontrare le vittime a Lisbona (quasi 5.000 in 70 anni) ma la Chiesa portoghese non ha ancora messo a punto un piano di risarcimento. Cosa hanno fatto gli altri Paesi per affrontare le riparazioni?
Credit: Cottonbro studio
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
28 luglio 2023 Aggiornato alle 16:00

Il 2 agosto Papa Francesco compirà il 42° viaggio internazionale del suo pontificato in occasione della 4° Giornata Mondiale della Gioventù. Destinazione: Lisbona. Ma l’ombra dello scandalo degli abusi dei membri del clero cattolico su migliaia di bambini nel Paese incombe sulla permanenza di Bergoglio nella capitale portoghese.

A febbraio una commissione indipendente ha pubblicato un rapporto che stima che tra il 1950 e il 2022 in Portogallo sarebbero state abusate ben 4.815 persone, la maggior parte di età compresa tra 10 e 14 anni.

Mentre la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, in Australia, in Germania, in Spagna, in Francia e in Polonia ha iniziato a fare i conti con i casi di abusi sessuali da parte del clero anni fa, istituendo meccanismi di risarcimento per le vittime, in Portogallo le cose sono andate diversamente. Inizialmente, la gerarchia cattolica portoghese si è rifiutata di prendere in considerazione opzioni di risarcimento per le vittime al di fuori del tribunale. Probabilmente Papa Francesco le incontrerà durante la sua visita.

La Chiesa portoghese potrebbe guardare ai Paesi che hanno articolato piani per fornire risarcimenti finanziari alle vittime al di là delle sentenze o dei patteggiamenti legali.

In Germania, per esempio, dove un rapporto commissionato dalla Chiesa nel 2018 ha concluso che almeno 3.677 persone sono state abusate dal clero tra il 1946 e il 2014, la Chiesa tedesca ha effettuato pagamenti volontari ai sopravvissuti per oltre un decennio, anche se i gruppi che rappresentano le vittime non sono rimasti soddisfatti delle cifre ricevute, che in media si aggiravano intorno ai 5.000 euro. Dal 2021, spiega Associated Press, un nuovo sistema prevede pagamenti fino a 50.000 euro per vittima. È stata la sentenza di un tribunale, a metà giugno, ad alimentare le pressioni per ottenere pagamenti più elevati: secondo la sentenza, l’arcidiocesi di Colonia deve pagare 300.000 euro di risarcimento a un ex chierichetto che è stato ripetutamente abusato da un sacerdote negli anni ‘70.

Nel Paese i sopravvissuti possono contattare i commissari indipendenti delle singole diocesi o ordini, compilare un modulo di richiesta e inoltrarlo all’organo decisionale che stabilisce i pagamenti, ai quali le vittime possono presentare obiezioni. Secondo il rapporto annuale della commissione per l’anno scorso, sono state approvate 1.809 domande per un valore totale di 40,1 milioni di euro nel 2021 e 2022. Chi riceve pagamenti superiori a 50.000 euro rientra nei “casi di difficoltà particolarmente gravi”: nei primi 2 anni, la commissione ha stabilito 119 pagamenti tra i 50.000 e i 100.000 euro e 24 pagamenti superiori a 100.000 euro.

In Francia, dopo che un rapporto del 2021 commissionato dalla Chiesa ha stimato che circa 330.000 bambini hanno subito abusi sessuali da parte del clero in 70 anni, la Conferenza episcopale ha creato un organismo indipendente per valutare le richieste di risarcimento alle vittime e ha lanciato un fondo di solidarietà per contribuire al pagamento del risarcimento. Nel 2022 ha comunicato di aver raccolto 20 milioni di euro. L’Autorità nazionale indipendente per il riconoscimento e il risarcimento, o INIRR, gestisce le denunce di abusi da parte di sacerdoti e personale diocesano: a marzo più di 1.180 vittime avevano chiesto un risarcimento, 404 l’avevano ricevuto e le rimanenti erano in attesa che il loro caso venisse esaminato.

A marzo, Marie Derain de Vaucresson, a capo dell’organismo, ha riconosciuto i ritardi nell’esame dei casi e dichiarato che l’80% delle somme concesse finora superava i 20.000 euro, tra cui 40 persone che hanno ricevuto l’importo massimo, fissato a 60.000 euro. Un altro organismo separato, la Commissione per il riconoscimento e il risarcimento, riceve le richieste di risarcimento da parte delle vittime di membri di ordini religiosi: nel 2022 ha spiegato di aver esaminato 277 richieste di risarcimento, di averne decretate 112 meritevoli e di aver versato 4,161 milioni di euro, con una media di 37.000 euro a vittima.

Negli Stati Uniti, dopo che l’inchiesta Spotlight del Boston Globe nel 2002 ha rivelato lo scandalo degli abusi, i vescovi statunitensi hanno elaborato una politica di “tolleranza zero”. Qui ogni diocesi e ordine religioso decide a quanto ammontano i risarcimenti. Secondo il rapporto annuale 2022 dei vescovi statunitensi, lo scorso anno le diocesi americane hanno speso 95,9 milioni di dollari in risarcimenti e 6,3 milioni di dollari in altre forme di indennizzo alle vittime. Gli ordini religiosi statunitensi 30,7 milioni di dollari in risarcimenti e 553.000 dollari in altre forme di compensazione. Dal 2014 la somma di questi pagamenti ha superato 1,4 miliardi di dollari, di cui 1,1 miliardi di dollari erogata tramite accordi legali.

In Australia nel 2017 la Royal Commission australiana ha riferito che tra il 1980 e il 2015, 4.444 persone avrebbero subito abusi in più di 1.000 istituzioni cattoliche in tutta l’Australia. Qui è il National Redress Scheme a risarcire le vittime di tutti gli abusi istituzionali, cattolici e non: fino al 14 luglio ha effettuato 12.145 pagamenti per un totale di circa 1.077 miliardi di dollari australiani, ma non è noto quanto sia destinato alle vittime degli abusi del clero.

Spagna e Polonia, come il Portogallo, stanno affrontando gli abusi del clero da poco. La Spagna ha condotto la sua prima indagine solo il mese scorso: è emerso che circa 927 vittime hanno identificato 729 abuser nella Chiesa dal 1945. Ma non esiste una politica uniforme per il risarcimento delle vittime.

La Conferenza episcopale spagnola ha dichiarato a maggio che i singoli vescovi “possono” proporre un risarcimento “da parte di coloro che sono responsabili delle cause”. Secondo Anne Barrett Doyle, della BishopAccountability.org, la più grande risorsa pubblica di informazioni sulla crisi degli abusi del clero cattolico, questo dimostra che i vescovi spagnoli “non riconoscono l’obbligo istituzionale di risarcire le vittime”. Alcune diocesi e ordini religiosi hanno negoziato accordi caso per caso, ma ufficialmente la Chiesa spagnola sembra credere che “i danni debbano essere pagati dal colpevole”.

In Polonia, dopo inchieste e documentari che hanno reso nota la portata degli abusi e degli insabbiamenti nella Chiesa polacca, la Conferenza episcopale ha creato la Fondazione San Giuseppe per sostenere le vittime e i loro parenti, fornendo assistenza terapeutica, medica ed educativa. Ma gli alti funzionari della Chiesa hanno dichiarato di non voler pagare un “risarcimento” di per sé, e i media polacchi hanno riferito che la Chiesa si è opposta a chi cercava di ritenerla responsabile per i danni subiti.

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