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Che cos’è la biofobia e perché è in aumento?

Secondo i ricercatori della Helsinki University, la paura della natura è in crescita a causa della progressiva urbanizzazione e disconnessione da flora e fauna
Credit: Rene B
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
6 agosto 2023 Aggiornato alle 16:00

“Mi è stato detto ‘se hai paura dei serpenti distogli lo sguardo ora’, quindi non sono del tutto sicuro di come racconterò la prossima storia perché odio i serpenti. Quindi lo farò così…”. Qualche settimana fa, giornalista della Bbc Ben Thompson aveva introdotto così la notizia del ritrovamento del più grande pitone in Florida, coprendo la faccia con dei fogli e allontanando lo sguardo dallo schermo.

Quella dei serpenti è una fobia molto comune, così come quella degli insetti o dei ragni. Paura, disgusto e altre reazioni fobiche, infatti, non sono insolite quando si tratta delle nostre interazioni con il mondo naturale: timori specifici rientrano più in generale nella “biofobia”, ovvero la fobia della natura. Una fobia che secondo le ipotesi dei ricercatori della Helsinki University è in crescita.

Che cos’è la biofobia?

Secondo l’American Psychological Association la biofobia è “la paura verso certe specie e l’avversione generale per la natura che crea un impulso ad affiliarsi con la tecnologia e altri artefatti, interessi e costruzioni umani piuttosto che con animali, paesaggi e altri elementi del mondo naturale”.

Questo comportamento, spiegano su The Conversation i ricercatori Ricardo Correia e Stefano Mammola, ha ragioni evolutive: nel nostro passato ancestrale, infatti, “la natura era una potenziale fonte di pericolo e le reazioni fobiche verso alcuni elementi del mondo vivente potrebbero aver aiutato i primi esseri umani a evitare malattie infettive o incontri dannosi con organismi pericolosi”.

Oggi, però, già la metà della popolazione mondiale vive in aree urbanizzate, lontano dalla fauna selvatica. Allora perché queste fobie dovrebbero aumentare?

Perché la biofobia è in aumento?

Molte persone, spiegano i ricercatori, continuano a mostrare forti risposte fobiche nei confronti di organismi che non vivono nelle nostre immediate vicinanze anche se non rappresentano minacce tangibili. Questo è preoccupante perché può portare a un’ansia eccessiva e a evitare le interazioni con la natura, impedendo alle persone colpite di sperimentare i numerosi benefici fisici e mentali che Madre natura può fornire.

Secondo un’ipotesi, la causa sarebbe proprio da ricercare nel fatto che le persone vivono sempre più in aree urbanizzate, in cui le opportunità di interagire con la natura sono ridotte. “L’assenza di esperienze naturali regolari e le informazioni contestuali che forniscono, possono indurre le persone a valutare erroneamente i potenziali pericoli associati alla natura e portare a paure o disgusto infondati”. Questo darebbe vita a un circolo vizioso di biofobia, in cui allontanamento dalla natura e fobie si alimentano a vicenda.

Per valutare l’aumento delle fobie della natura, Correia e Mammola hanno sfruttato la potenza di Internet: “abbiamo pensato che le persone che soffrono di fobie legate alla natura possono cercare informazioni online sulla loro condizione e su come affrontarla. Utilizzando i dati mondiali delle ricerche su Internet, abbiamo valutato il volume relativo delle ricerche su Internet per 25 biofobie comuni tra il 2004 e il 2022”.

L’analisi ha registrato un aumento dei volumi di ricerca online per le biofobie tra il 2004 e il 2022, sebbene con marcate differenze nelle tendenze per fobie specifiche. Solo poche biofobie hanno mostrato tendenze negative o stabili, mentre sono in crescita le ricerche relative alle biofobie più comuni, come la fobia dei serpenti o dei germi (questa influenzata anche dalla pandemia di Covid).

L’interesse per un numero maggiore di fobie legate alla natura varia anche da Paese a Paese e sembra essere correlato alla percentuale di persone che vivono in ambienti urbanizzati, alla tendenza della popolazione (se è in crescita o stabile) e al numero di specie velenose trovato nel paese. In particolare, l’interesse per le fobie più legate alla natura è concentrato in Nazioni con popolazioni urbane ampie, stabili e di lunga data come Australia, Canada, Germania, Stati Uniti o Regno Unito.

Questo potrebbe essere legato a diversi livelli di accesso a internet ma anche a una disconnessione dalla natura maggiormente radicata.

Quali sono le biofobie più comuni?

Secondo lo studio The searchscape of fear: A global analysis of internet search trends for biophobias, le biofobie più comuni includono la paura di ragni, microbi e germi (misofobia) e parassiti (parassitofobia). “Questi risultati - spiegano i ricercatori - confermano altri rapporti secondo cui la paura dei ragni è tra le più comuni fobie legate alla natura”.

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