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Quali di queste 99 fobie e manie hai?

Dalla paura di restare senza wi-fi al turismo patologico, tutti soffriamo di almeno un’ossessione che svela il nostro lato più fragile. Un nuovo saggio ne elenca quasi cento: ne abbiamo scelte 9 tra le più curiose
Credit: Rebecca Horn, “The feathered prison fan” 1978
Tempo di lettura 8 min lettura
7 maggio 2023 Aggiornato alle 08:00

Si usano in modo simile ma definiscono fissazioni diverse: la fobia è l’impulso a evitare qualcosa, la mania il bisogna di farne un’altra. Quindi, se si sta alla larga dai ragni si è aracnofobici, se non si può evitare di uscire a girovagare per ore si è dromomaniaci.

Leggere il saggio di Kate Summerscale, Atlante delle fobie e delle manie (Utet), è come fare un piccolo viaggio nelle ossessioni umane. L’autrice ne ha recensite 99 e sicuramente ne troverai almeno un decina che ti corrispondono o che si adattano perfettamente a chi ti sta vicino. Soprattutto se è under 10 (certe paure sono molto più comuni nei bambini che negli adulti), se è donna (due volte più colpite degli uomini), se è giovane (gli anziani sono molto meno sedotti dalle fissazioni).

Il primo a dare via alla moda di catalogare le nostre ansie è stato il medico e politico americano Benjamin Rush. Nel 1786 definì fobia “la paura di un male immaginario o la paura eccessiva di uno reale” e ne elencò 18 tra cui il terrore dello sporco, dei fantasmi, dei dottori e dei topi. Poi passò a stilare 26 manie dell’epoca, dal gioco dazzardo alla libertà.

Oggi l’elenco si è notevolmente allungato, perché le fobie e le manie subiscono il fascino del tempo e riflettono la cultura di un determinato momento storico. «Alcune di quelle descritte non sono diagnosi psichiatriche ma termini coniati per dare un nome a un pregiudizio, per deridere le mode passeggere o per scherzare. - scrive l’autrice - La maggior parte delle voci in questo volume, però, descrivono patologie reali, a volte strazianti. Le fobie e le manie svelano i nostri paesaggi interiori: quello che rifuggiamo o quello verso cui tendiamo, quello che non riusciamo a toglierci dalla testa. Nellinsieme, costituiscono i disturbi dansia più comuni dei nostri giorni».

Secondo il DSM-5, la bibbia dei disturbi mentali, per essere definita fobia una paura deve essere esagerata, irrazionale e durare da sei o più mesi. Deve coinvolgere situazioni sociali o oggetti specifici come animali, ambienti naturali, malattie, spazi chiusi o aperti, situazioni al limite.

In base a un articolo pubblicato nel 2018 su “The Lancet Psychiatry” il 7,2% di noi ha sofferto di una forma specifica di paura irrazionale nella vita.

Le cause? Potrebbero essere retaggi di antiche superstizioni o adattative: quando una situazione o un oggetto ci paiono minacciosi, il nostro cervello primitivo rilascia sostanze chimiche per aiutarci a combattere o a scappare. Ma negli anni Sessanta, lo psicologo Albert Bandura dimostrò che una fobia poteva anche essere appresa dallesposizione diretta alle ansie e alle paure irrazionali di qualcun altro, soprattutto di un genitore.

Le manie possono sembrare più innocue, ma non lo sono: la psichiatria ne ha inglobate molte nelle diagnosi di dipendenza, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo del controllo degli impulsi e di personalità. Come le fobie, a volte vengono imputate a squilibri chimici del cervello altre a sentimenti proibiti. «Spesso ingigantiscono desideri normali: il desiderio di ridere, gridare, fare acquisti, rubare, mentire, accendere un fuoco, fare sesso, sballarsi, grattarsi una crosticina, arrendersi allinfelicità, essere adorati» spiega l’autrice Kate Summerscale.

Se vuoi scoprire di quale ossessione soffri, eccone 9 tra le più curiose che abbiamo estratto dalle 99 del libro.

1. Aritmomania

Desiderio compulsivo di contare. La fissazione venne identificata per la prima volta in Francia alla fine del 19° secolo e tra le celebrità che ne hanno sofferto spicca l’ingegnere serbo-americano Nikola Tesla, padre del motore elettrico a corrente alternata, che era letteralmente fissato con il numero tre da fare tre giri di ogni edificio prima di entrarci. Tutto per lui doveva essere divisibile per quel numero: quando era in albergo chiedeva ogni giorno18 asciugamani e altrettanti tovaglioli puliti.

2. Nomofobia

La proviamo tutti e forse si candida a diventare la paura più rilevante del 21° secolo. Il termine è una contrazione dellinglese no-mobile-phone-phobia ed è stato inventato nel 2008, quando ormai i telefoni cellulari esistevano sul mercato da 25 anni. Identifica lo stato d’ansia in cui piomba chi perde il telefono, quando cè poco campo o quando si sta per esaurire credito. Il meccanismo che si attiva è simile alla perdita di chi gioca dazzardo o dell’alcolista che non ha più da bere.

3. Oniomania

Ribattezzata oggi shopping mania, spendaholism o sindrome da acquisto compulsivo. Tra i personaggi noti a soffrirne ci fu Mary Lincoln, moglie di Abramo. Durante la presidenza del marito, spese così tanto per abbellire le stanze della Casa Bianca che il Congresso dovette far passare due disegni di legge per coprire le spese. Negli anni Novanta, è stato calcolato che fino all’8% della popolazione americana soffriva di acquisti compulsivi, soprattutto giovani donne con stipendi relativamente bassi. «Quando compro il mondo diventa migliore» è una celebre battuta del film cult del disturbo, I Love Shopping (2009). E pensare che ancora non si parlava di acquisti online…

4. Eritrofobia

La parola fu coniata per descrivere una morbosa intolleranza verso gli oggetti di colore rosso (erythròs significa rosso” in greco), e venne poi estesa al timore di mostrare imbarazzo sul viso. Secondo lo psichiatra Pierre Janet, era una variante della timidezza patologica, della paura di esporsi al giudizio sociale. Secondo Charles Darwin, il rossore era “la più umana di tutte le espressioni”. Le donne arrossiscono molto più degli uomini e una possibile spiegazione è che per secoli essere fissate per strada ha significato un imminente assalto. “Perfino arrossire per un complimento potrebbe derivare dal fatto che, un tempo, si associava la sensazione di essere ammirate a un grande pericolo” spiegò lo psicologo Granville Stanley Hall ai primi del Novecento.

5. Dromomania

Limpulso a girovagare venne diagnosticato per primo dal medico francese Emmanuel Régis nel 1894. Conosciuto anche come turismo patologico, wanderlust e vagabondaggio, esplose in Francia a fine 19° secolo. C’era chi era preso da amnesia deambulatoria e fuga dissociativa o chi semplicemente non poteva evitare di camminare senza meta per ore. «La marcia ha qualcosa che anima e ravviva le mie idee» disse il filosofo Jean-Jacques Rousseau. Per Friedrich Nietzsche non bisognava mai fidarsi dei pensieri che non erano nati allaria aperta e in movimento. Oggi potremmo definire “dromomaniaci” i migliaia di influencer del turismo o i patiti in modo esagerato del walking?

6. Batracofobia

È il terrore della pelle viscida, della gola pulsante, degli occhi enormi e delle zampe palmate delle rane. La parola deriva dal greco bàtrachos e si applica a chi teme gli anfibi in generale ed è disturbato dalla loro immobilità così come dalla loro improvvisa agilità. Fu il filosofo John Locke a proporre per primo una “cura” nel suo testo Pensieri sull’educazione (1693): suggerì a un bambino di esporsi lentamente alla vicinanza di un esemplare di rana, insieme a un adulto, annullando lentamente le sensazioni negative associate allanimale. Ancora oggi è il metodo più utilizzato per provare a prendere le distanze da una fobia.

7. Tricotillomania

Per alcune persone strapparsi i capelli è molto più di un modo di dire. Il termine deriva da thrix (capello) e tillein (tirare): un tricotillomane infierisce anche su ciglia, sopracciglia e altre zone irsute del corpo. I bambini sono 7 volte più esposti degli adulti e le donne 9 più degli uomini. Può essere un gesto automatico mentre si è soprappensiero e può durare anche cinque ore con lo strappo di centinaia di capelli. Tra le ipotesi su questo comportamento: l’istinto primordiale di spazzolarci per difenderci da parassiti e infezioni, la ritualità autoprotettiva per gestire ansie e traumi, il retaggio di usi culturali antichi come in Grecia e in Egitto, civiltà in cui le donne si strappavano i capelli in segno di lutto.

8. Koumpounofobia

La paura dei bottoni pare colpisse Steve Jobs al punto da costringerlo a indossare i suoi celebri maglioncini a collo alto, per evitare il più possibile le camicie. La fobia di Jobs si estendeva anche a un altro tipo di bottoni: i pulsanti delle macchine. Il fondatore di Apple li tolse dai mouse e la sua fobia ispirò la realizzazione del primo touchscreen delliPhone. Rigorosamente senza bottoni da premere.

9. Coreomania

Rientra nelle “isterie di massa” che hanno fatto storia. La prima epidemia di ballo maniacale di cui si ha memoria risale allestate del 1374, lungo il fiume Reno, quando gruppi di uomini e donne danzarono in modo compulsivo per giorni, fino a crollare per terra esausti con forti dolori al petto. Stesso episodio nel 1518 a Strasburgo. I medici ipotizzarono che si trattasse di malattie psicogene di massa generate dalla paura della peste, altri cercarono la causa in una muffa psicotropa che può formarsi sulla segale bagnata e che aveva reso il pane velenoso. Probabilmente, la mania in realtà fu scatenata dai pellegrini provenienti dallUngheria, dalla Polonia e dalla Boemia che ballavano come forma di adorazione, e che furono imitati dagli abitanti delle città in cui passarono.

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