Ambiente

La natura vince

La Nature Restoration Law è passata nella plenaria dell’Europarlamento con 336 voti a favore e 300 contrari. Sconfitte le destre europee e il Ppe contrari alla norma. Ora si apre un nuovo scenario sulle politiche green
Credit: Sylwia Bartyzel
Tempo di lettura 4 min lettura
12 luglio 2023 Aggiornato alle 16:00

Quello che nella plenaria dell’Europarlamento è stato appena votato, è un successo storico: in Europa dovremo impegnarci a ripristinare la natura per legge.

Oggi a Strasburgo gli europarlamentari erano chiamati a un voto connotato da altissima tensione: in gioco c’era l’approvazione della Nature Restoration Law, la parte più impegnata su biodiversità e natura del Green Deal. La legge è passata grazie a 336 voti favorevoli, 300 invece i contrari e 13 gli astenuti.

Il verdetto era tutt’altro che scontato: le destre europee e il Ppe, partito che nel Parlamento ha la maggioranza, erano contrari alla norma perché avrebbe potuto impattare su comparti come agricoltura, pesca o agroalimentare.

Di conseguenza, un po’ come avvenuto settimane fa in Commissione Ambiente, si temeva una sorta di pareggio o una bocciatura. Circa una ventina di europarlamentari del Ppe però, e soprattutto quelli irlandesi, hanno deciso di votare secondo buon senso ascoltando i numerosi appelli del mondo della scienza, dell’ambientalismo e di tutti coloro che si battevano per una legge che punta a ripristinare la natura di terre e mari d’Europa di almeno il 20% entro il 2030.

Il voto, oltretutto, aveva una forte connotazione a livello politico: una bocciatura della legge avrebbe significato che le alleanze fra le destre d’Europa, così come i ranghi del Ppe, sarebbero stati compatti sino alle prossime elezioni Ue del 2024.

Invece non è accaduto, la spaccatura c’è stata e democratici, progressisti ed ecologisti esultano. Una esultanza che in aula è stata accompagnata da applausi, urla, abbracci, ma che sarà poi ridimensionata dal fatto che alcuni emendamenti, per esempio relativi agli impollinatori e all’agricoltura, non hanno ottenuto la spinta necessaria per rientrare nella legge che in autunno inizierà il suo iter verso l’applicazione. Detto questo resta però la certezza che il pacchetto, fortemente promosso dal vicepresidente Frans Timmermans, è passato: la “natura ha vinto” riassumono i tanti sostenitori della legge, da Greta Thunberg e i giovani attivisti presenti fra il pubblico sino ai 6.000 scienziati europei che si sono espressi a favore della Nature Restoration oppure il milione di cittadini che ha firmato un appello per il “sì”.

Delusi, ovviamenti, i popolari che difendevano a spada tratta le categorie come Coldiretti o Copa Cogeca e gli interessi di agricoltura e pesca, due settori che per via di quelle indicazioni su pesticidi oppure sul “ripristino del 10% dei terreni agricoli totali” temono per ripercussioni su “produttività” ma anche “sicurezza alimentare”.

“Siamo delusi dall’esito del voto sulla legge per il ripristino della natura, nonostante le obiezioni e le perplessità di tre commissioni parlamentari. Temiamo che questa legge sia controproducente e abbia conseguenze sociali ed economiche significative”, ha commentato a caldo il Partito popolare europeo.

Felicissimo invece César Luena, parlamentare socialista e relatore della legge. «Questa legge va bene anche per coloro che hanno votato contro. Voglio ringraziare in particolare gli scienziati e i giovani perché hanno convinto tutti che abbiamo bisogno della Nature Restoration Law».

Adesso i deputati avvieranno i negoziati con gli Stati membri, che hanno già concordato una posizione comune sul fascicolo, per poi elaborare un testo di compromesso che potrebbe essere approvato da entrambi i colegislatori.

Ci vorrà ancora tempo (e ci saranno altri scontri) prima che la legge diventi realtà, ma quello odierno appare come un voto che porta una chiara indicazione: il Green Deal deve restare un faro e l’intera Europa deve battersi per garantire sicurezza alimentare, resilienza climatica e salute e benessere per popolazione, fauna e flora.

Allo stesso tempo, in vista delle elezioni future, è importante registrare anche quello che sta accadendo nel Ppe. Circa 21 eurodeputati del partito hanno ignorato le raccomandazioni votando a favore del testo: fra questi per esempio l’irlandese Frances Fitzgerald, la finlandese Sirpa Pietikäinen e il ceco Stanislav Polčák che hanno deciso di votare con “coscienza”. Proprio questa, la “coscienza ambientale”, potrebbe diventare perno di un cambiamento anche in quelle destre europee che negli ultimi mesi, tra opere di negazionismo climatico e voti per interessi di categorie, stanno osteggiando larga parte di quello stesso Green Deal che è tanto decantato dalla presidente della Commissione Europea e membro del Ppe Ursula von der Leyen?

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