Economia

Elettricità: -1% per consumi e produzione

In calo anche le rinnovabili (quasi -14%) ma cresce il fotovoltaico (+12%); male per l’idroelettrico (-37,8%) a causa della siccità dell’estate scorsa. Aumenta la dipendenza estera per il gas. I dati Arera
Credit: Severin Demchuk
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18 luglio 2023 Aggiornato alle 07:00

Nonostante i prezzi di luce e gas siano tornati (più o meno) alla normalità, in realtà la situazione non è ancora molto stabile. I mercati energetici, infatti, rimangono ancora molto tesi e fortemente soggetti a nuove oscillazioni.

A fornire un quadro completo è stato Stefano Besseghini, Presidente di Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente) durante la presentazione della Relazione annuale su elettricità, gas, acqua e rifiuti durante il 2022, anno estremamente particolare a causa della crisi energetica scaturita successivamente all’invasione russa dell’Ucraina.

Partiamo dall’elettricità: dopo i picchi dei primi mesi del 2022, i prezzi sono pressoché tornati alla normalità grazie agli interventi del Governo, come per esempio i bonus. Se si guardano i prezzi medi dell’energia, senza l’effetto dei bonus, notiamo che nel 2022 è stato registrato un aumento pari al 40% rispetto all’anno precedente. Nel 2021, invece, l’aumento sul 2020 era stato pari al 5%. L’Italia è stata, dunque, forse la Nazione che ha avvertito maggiormente la crisi energetica: basti pensare che la media europea dei rincari è stata del 17%.

Ciò che è necessario, comunque, è perseguire il risparmio energetico, così come è avvenuto lo scorso inverno. Il consumo di elettricità, infatti, è diminuito dell’1,1%, in particolare nell’industria, nell’agricoltura e nel residenziale. È diminuita la produzione nazionale (-1%) mentre sono aumentate le importazioni (+1,8%) e le esportazioni (+16,4%).

In calo anche le fonti rinnovabili, che registrano un -13,9%; allo stesso tempo, però, aumenta l’energia prodotta dal fotovoltaico (+12,3%). Diminuisce l’energia idroelettrica (-37,8%) a causa della preoccupante siccità che ha colpito il nostro Paese durante i mesi estivi del 2022.

C’è, inoltre, da considerare un fatto importante: a partire dal nuovo anno, si avrà la fine del mercato tutelato per tutti, fatta eccezione per la categoria delle persone vulnerabili. Anche se, a oggi, la maggior parte dei clienti ha scelto il mercato libero, ci sono ancora 9 milioni di persone servite dal mercato tutelato.

Con l’introduzione della categoria dei vulnerabili, la platea scenderà intorno ai 5 milioni di clienti. Per evitare ulteriori situazioni di disagio, è stato esteso il bonus sociale fino a 15.000€ di Isee per le famiglie con meno di 4 figli a carico. E se nel 2022 sono stati concessi in totale 6.207.263 bonus, per il 2023 si prospetta un aumento: circa 4,7 milioni per la luce e 2,8 milioni per il gas, per un totale di 7,5 milioni di beneficiari.

«I bonus sociali elettrico e gas per disagio economico costituiscono in Italia certamente gli strumenti che, per longevità, maggiore diffusione sul territorio nazionale e impatto sui nuclei familiari interessati, rappresentano la misura più significativa per contrastare, se non la povertà energetica, certamente il più marcato disagio economico-sociale sotto il profilo energetico nel nostro Paese», ha dichiarato Besseghini.

Da parte sua, il gas ha registrato una diminuzione importante, pari all’1,5% a livello mondiale, mentre in Europa del 14%. Il nostro Paese ha subìto una contrazione importante, pari al 9,9% rispetto al 2021. Rallenta anche la produzione nazionale (-2,7%) e aumenta sempre di più la dipendenza dall’estero.

Per quanto riguarda l’acqua, invece, aumentano le spese per gli investimenti che ammontano a 13,5 miliardi di euro per il periodo che va dal 2020 al 2023 ma rimane un forte divario territoriale: in particolare, le Regioni più colpite da interruzioni e perdite idriche sono quelle del Sud e le Isole.

I dati relativi alle interruzioni di servizio, infatti, ci presentano un’Italia divisa in 3: nel Nord Ovest abbiamo un valore di 0,66 ore/anno, un valore pressoché simile a quello del Nord Est (0,68 ore/anno); il Centro registra un valore più alto, con 31,55 ore/anno mentre nel Sud e nelle Isole il dato è decisamente troppo elevato, 204,69 ore/anno.

Le perdite idriche, invece, a livello nazionale si attestano al 41,8%, con un miglioramento del 12%. Grande divario territoriale anche per i rifiuti, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della qualità dei servizi.

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