Economia

Gas: il prezzo sui mercati diminuisce, le bollette no

La causa è il congelamento degli sconti per le utenze. Si prospetta però un avanzo per continuare a finanziarli per tutto il 2023
Credit: Jp Valery
Tempo di lettura 4 min lettura
12 giugno 2023 Aggiornato alle 17:00

Nonostante il prezzo del gas naturale sia sceso del 50% in poche settimane (da 48 a 23 euro al megawattora), le bollette non hanno seguito la stessa tendenza al ribasso negli ultimi due mesi, causando preoccupazione tra i consumatori.

L’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) ha da poco comunicato un lieve calo dello 0,2% nelle bollette del gas per il mese di maggio, dopo un aumento del 22,4% il mese precedente.

Al contempo, a causa delle dinamiche di mercato del petrolio, i prezzi del gas hanno subito un improvviso aumento di oltre il 23%, arrivando intorno ai 30 euro aggiuntivi sulla bolletta.

I prezzi del gas sono infatti, in parte, legati all’andamento del mercato del greggio, le cui quotazioni sono state influenzate dalla decisione dell’Opec+ (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) di ridurre ulteriormente la produzione di petrolio per sostenerne i prezzi.

Tale strategia, alla fine dei conti, ha portato a un aumento del solo 2%, ma che al tempo stesso ha creato fluttuazioni imprevedibili nel mercato energetico.

Tuttavia, il motivo principale per cui le bollette del gas non sono diminuite è da attribuirsi in sintesi agli sconti in bolletta, cioè a quegli aiuti statali che coprivano gli aumenti dei costi delle bollette col fine di sostenere famiglie e imprese; pertanto, l’Esecutivo ha deciso di eliminare tali sussidi a causa della discesa dei prezzi del gas in Europa, lasciando così molti consumatori delusi e senza il previsto sollievo finanziario.

Ragione per cui il calo dei prezzi non si è riflesso sulle bollette, le quali avrebbero potuto beneficiare di un risparmio del 13% per il mese di maggio.

Gli sconti in bolletta erano stati proposti dal governo Draghi e poi confermati dal governo Meloni quando le quotazioni del gas in Europa avevano raggiunto i 340 euro al megawattora, a causa delle difficoltà di approvvigionamento energetico legate alla guerra in Ucraina.

In aggiunta, affinché più cittadini potessero beneficiare di tali bonus, il limite di reddito Isee era stato aumentato a 12.000 euro e successivamente a 15.000 euro nel 2023.

Come evidenziato dall’Arera, nella recente relazione sull’uso delle risorse stanziate dallo Stato per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia, il governo italiano avrebbe stanziato complessivamente oltre 15,6 miliardi di euro nel 2022.

Di questi, ben 9 miliardi sono stati utilizzati per annullare gli oneri generali di sistema, 3,2 miliardi per il potenziamento degli sconti in bolletta per l’elettricità e il gas, e infine 3,4 miliardi per la riduzione delle relative voci fiscali.

Secondo l’Arera, nel caso in cui le previsioni sui prezzi del gas si rivelassero accurate, esisterebbe la possibilità di utilizzare fondi avanzati (destinati ai primi due trimestri del 2023) per annullare gli oneri generali di sistema e per garantire il bonus sociale per l’intero anno 2023.

L’andamento dei prezzi del gas nell’ultimo anno ci dimostra la complessità e la volatilità del mercato energetico.

È necessario un approccio di gestione delle politiche energetiche che assicuri un equilibrio tra stabilità dei prezzi, sostenibilità ambientale e accessibilità per le fasce più vulnerabili della società.

Ma, soprattutto, solo con una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento (specialmente sulle fonti rinnovabili) si potranno mitigare gli impatti delle fluttuazioni di prezzo e garantire una fornitura energetica affidabile e accessibile per tutti.

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