Città

Strade intitolate alle donne: quante sono in Europa?

Ce lo dice il progetto Mapping Diversity, realizzato dall’Osservatorio su Balcani e Caucaso, che ha analizzato circa 95.000 strade in 15 città. Roma inclusa
Credit: Carlos Wolters
Tempo di lettura 3 min lettura
8 agosto 2023 Aggiornato alle 16:00

La donna a cui sono intestate più strade in Europa? Maria di Nazareth, ma figura solo al terzo posto nella classifica dei personaggi più popolari, dopo San Paolo e Ludwig van Beethoven e seguita da soli uomini fino alla 15ma posizione.

Lo dimostra il progetto Mapping Diversity realizzato dall’Osservatorio su Balcani e Caucaso (OBC Transeuropa) in collaborazione con altri partner dello European Data Journalism Network, dove sono state analizzate circa 95.000 strade in 15 città: Atene, Berlino, Bruxelles, Bucarest, Budapest, Chisinau, Copenhagen, Kiev, Parigi, Praga, Roma, Stoccolma, Varsavia, Vienna e Zagabria.

Alla Madonna (o uno dei suoi innumerevoli appellativi) sono dunque dedicate ben 69 diverse strade nelle capitali considerate, benché le vie o le piazze a lei intitolate siano in numero minore di città rispetto ai primi 2, che sono presenti nel maggior numero di capitali con almeno una via, rispettivamente in 13 e 12. E sono soltanto 6 le donne tra le 100 persone più popolari nella toponomastica europea: le 3 sante cristiane Anna, Barbara e Maria Maddalena, la dea greco-romana Artemide-Diana a cui si aggiunge la scienziata franco-polacca Marie Curie, unica donna laica e di epoca contemporanea, che compare quasi sempre a fianco al nome del marito Pierre.

La stessa Marie Curie risulta tra le 7 delle 15 figure femminili non religiose, insieme a Bertha von Suttner e Selma Lagerlöf, tutte vincitrici del primo premio Nobel assegnato a una donna nelle rispettive categorie: fisica e chimica, pace e letteratura.

Curie venne insignita prima del celebre premio per la fisica insieme al marito e ad Antoine Henri Becquerel nel 1903, poi, da sola, di quello per la chimica nel 1911.

La scrittrice austro-boema Bertha von Suttner pubblicò nel 1889 il bestseller Giù le armi!, che insieme al suo impegno per il pacifismo ispirò l’amico Alfred Nobel a dedicare un premio alla promozione della pace, mentre la fisica austro-svedese Lise Meitner fu invece un premio Nobel mancato: nonostante il suo ruolo fondamentale nella scoperta della fissione nucleare, il riconoscimento fu attribuito solamente al suo collega Otto Hahn.

Tra le 100 donne e i 100 uomini più popolari nei toponimi delle capitali europee, vi sono altresì sostanziali differenze. Per esempio, le 12 donne aristocratiche sono commemorate quasi esclusivamente in virtù della loro appartenenza a una casata nobiliare o perché consorti di un sovrano. Mancano del tutto le pittrici e i personaggi maschili provenienti dal mondo musicale sono tutti compositori, mentre le donne quasi esclusivamente cantanti. In modo simile, quasi tutte le donne legate al cinema o al teatro sono attrici, mentre vi è una sola regista: la belga Chantal Akerman.

Ma c’è una mezza buona notizia: nella classifica sono presenti diverse donne nate negli anni più recenti, segno che, rileva l’analisi, l’emancipazione degli ultimi decenni ha portato qualche risultato: mentre tra gli uomini figura solo Papa Giovanni Paolo II, tra le donne risultano Maria José del Belgio, consorte dell’ultimo re d’Italia Umberto II, la giornalista Anna Politkovskaya, la cantante Miriam Makeba, la regista Chantal Akerman e la politica Simone Veil. Nessuna di loro, tuttavia, ha toponimi dedicati in più di 3 città.

Leggi anche
In Europa le morti per coronavirus si stanno stabilizzando: secondo l'OMS siamo vicini alla fase finale
pandemia
di Chiara Manetti 4 min lettura
Infrastrutture
di Ilaria Marciano 3 min lettura