Ambiente

Eckhart Tolle: la presenza nella natura

L’attenzione per l’ambiente è elemento fondante nella speculazione dei più importanti maestri spirituali contemporanei. Lo testimonia lo scrittore e oratore tedesco, con cui inauguriamo la nostra nuova rubrica

Credit: Youtube.co
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11 agosto 2023 Aggiornato alle 12:00

Esistono diverse ragioni per cui è plausibile sostenere che ci sia un nesso profondo tra spiritualismo ed ecologismo.

Entrambi gli approcci sono infatti olistici, considerano cioè tutti gli esseri viventi e l’ambiente che li circonda come interconnessi e interdipendenti. Va da sé che in ambedue i casi, la natura sia considerata un bene in sé e non una mera risorsa da sfruttare.

Le differenze stanno semmai nel fatto che lo spiritualismo considera l’ambiente come la manifestazione di un essere universale, mentre l’ecologismo si ferma al riconoscimento del suo valore intrinseco.

Per entrambi rispetto e tutela della natura sono pratiche scontate con la distinzione che in ambito spiritualista tale attenzione è anche la conditio sine qua non di quel processo evolutivo che dovrebbe tendere all’emersione del sé profondo, altrimenti detta illuminazione.

È bene sottolineare che lo spiritualismo non ha alcun nesso con la religione. A differenza di quest’ultima che si concentra sulla pratica di un sistema di credenze e rituali specifici, l’approccio spiritualista pone l’accento sull’esperienza interiore individuale, sulla ricerca del senso di unità.

Sicuramente molte dottrine, tra cui quella cristiana, si sono appropriate di alcuni concetti chiave della tradizione spiritualista fino a trasfigurarne il senso originario. La stessa parola “spirito” per esempio (da cui “spirituale”) deriva dal latino spiritu che significa “soffiare”, così come anima ha come etimologia anemos (ἄνεμος), che in greco significa “vento”.

Ma è anche vero che le due prospettive, quella religiosa e quella spiritualista, non sono necessariamente esclusive. Si può essere spiritualisti e al tempo stesso professare un credo religioso o anche ritenersi atei o agnostici. Non c’è una vera e propria contraddizione.

In sintesi potremmo dire che lo spiritualismo muove dalla constatazione che il nostro respiro sia parte inscindibile dell’afflato che muove l’universo e che tutto ciò che appare separato non è che un unico essere vivente con una sua straordinaria e misteriosa “logica”.

Questo tutt’uno è ciò che trascende, ossia che sta a monte della nostra dimensione sensoriale e razionale. Per indagarlo è richiesto un cambiamento di paradigma, occorre cioè passare da un approccio intellettuale o di credenze, a uno prettamente intuitivo, che conduca al superamento della dicotomia tra ciò che è in sé (l’esperienza vissuta, il proprio corpo, la propria mente) e ciò che è fuori di sé (il mondo “esterno”), e alla consapevolezza dell’essere come uno e indivisibile. Così facendo cadrà anche la distinzione tra uomo e natura che divengono espressione della medesima forza.

In quest’ottica si può affermare senza timore d’essere smentiti che i più grandi maestri spirituali sono stati (e sono tuttora) anche straordinari ecologisti. A volte anche a capo di movimenti per la tutela ambientale, in ogni caso sempre ispiratori di un modello di esistenza che conduca all’armonia tra l’uomo, il pianeta e le creature che lo abitano.

In questa serie di articoli, che vogliono essere un invito alla riflessione, ma soprattutto, un’opportunità di individuare utili canali di approfondimento, andremo a indagare il pensiero “naturalistico” dei più importanti maestri spirituali contemporanei.

Cominciamo da “vicino”, ovvero dalla Germania con il tedesco Eckhart Tolle.

Maestro spirituale e oratore, Tolle è nato il 16 febbraio 1948 a Lünen, in Renania. Noto per i suoi insegnamenti sulla consapevolezza e la presenza mentale, dopo l’Università a Londra e il dottorato a Cambridge ha lavorato sia in Inghilterra che negli Usa come consulente e insegnante.

Nel 1997 ha pubblicato il suo primo libro Il potere di adesso, venduto in oltre 10 milioni di copie e tradotto in più di 50 lingue, compreso l’italiano. Da allora, ha firmato altri best seller, tra cui Un nuovo mondo e Tutt’uno con la vita che hanno ispirato e continuano a ispirare persone a ogni angolo del globo.

Oggi Tolle vive in Canada con la moglie Kim Eng, esperta di yoga e meditazione, con cui prosegue il suo percorso di insegnamenti attraverso seminari e conferenze e con cui nel 2016 ha fondato la Eckhart Tolle Foundation il cui obiettivo è il risveglio della coscienza umana con programmi indirizzati a bambini, carcerati, studenti, anziani, veterani, persone con problemi di salute e ogni altra vulnerabilità.

Il pensiero di Tolle muove dall’idea che il genere umano sia afflitto da una “disfunzione collettiva”, che egli definisce “mente egoica” e che coincide con quell’incessante flusso di pensiero compulsivo ed emozioni a questo associate, che spiritualmente parlando si traduce in inconsapevolezza. È questa, secondo il pensatore tedesco, la fonte primaria della sofferenza umana.

Ne sono prova le atrocità commesse dall’uomo nel corso dei millenni e in particolare nei secoli XIX e XX con conflitti, razzismo, minaccia nucleare e soprusi e non di meno con la “violenza senza precedenti – scrive in Un nuovo mondo – che gli umani stanno infliggendo alle altre forme di vita e allo stesso Pianeta con la distruzione di foreste che producono ossigeno, la crudeltà sugli animali negli allevamenti o l’avvelenamento dei fiumi, degli oceani e dell’aria”.

“Gli umani – aggiunge – guidati dall’avidità, inconsapevoli della loro connessione con il tutto, persistono in un comportamento che, se continua a essere incontrollato, può solo condurre alla loro stessa distruzione”.

Il problema è che oggi, spiega Tolle, si tende a considerare la natura parte di un processo evolutivo dipendente dal caso, frutto di uno sviluppo arbitrario come se non ci fosse altro che il casuale conglomerato di atomi e molecole che si uniscono. In altre parole, quando gli esseri umani si avvicinano alla natura, ne percepiscono soltanto la superficie. Hanno perso qualcosa che hanno avuto per millenni a ogni latitudine, ovvero la consapevolezza che la natura fosse permeata dalla forza spirituale.

“Ora pensiamo di essere illuminati – ha spiegato Tolle nella conferenza dal titolo Risveglia la tua luce interiore – perché non crediamo più a tutte queste cose, ma se sei in grado di liberarti dall’eccessiva concettualizzazione, se sei davvero capace di entrare nella natura e osservarla in un modo totalmente fresco e nuovo, allora puoi percepire qualcosa che è vivo a un livello più profondo”.

In un mondo che può facilmente trascinarci verso la follia per Tolle è dunque fondamentale ritrovare una percezione più profonda della natura. Distratti da tecnologie sempre più invasive e governati da un “inconscio collettivo” che ci trascina e disorienta, stare il più possibile a contatto con l’ambiente può essere salvifico perché significa ritrovare l’equilibrio perduto.

“Quando ero bambino – ricorda Tolleero infelice. Il mio background familiare era di costanti conflitti, scontri, urla e follia. La scuola era un posto orribile e andarci per me era una tortura. È stato terribile. Ero molto infelice ovunque, tranne quando salivo sulla mia bicicletta e pedalavo via. In quindici minuti ero fuori città dove c’era un po’ di natura, niente di eccezionale, solo campi di grano e boschetti di alberi e siepi, ma era comunque la Natura.

E ogni volta, mentre me ne stavo là e respiravo, un pensiero che mi dava grande conforto mi attraversava la mente: “sarà sempre qui – mi dicevo – sarà sempre qui”. Più tardi, ho capito cosa questa frase significasse, ossia che c’è qualcosa che trascende il mondo creato dall’uomo, che è infelice e temporaneo, qualcosa che va oltre la follia umana e che ci sarà sempre: la natura”.

Gli umani, spiegherà poi Tolle, hanno perso la capacità di percepire quella sacralità della natura che invece abbiamo bisogno di ritrovare e soprattutto di insegnare ai bambini.

Piuttosto che dire loro: “il mondo sta per finire – suggerisce il maestro tedesco – portateli il più lontano possibile dai loro dispositivi, a contatto con la natura. Abbiamo bisogno di trovare questo modo più profondo di relazionarci con la natura, di avere rispetto per lei, di percepire quella presenza spirituale che si crea quando si va in una foresta, in un vasto paesaggio aperto, in montagna o in riva al mare”.

Quella di Eckhart Tolle è una indagine estesa, affascinante e rigorosa che interessa molteplici aspetti della condizione umana e va ben oltre questa “bignami minimalista” che abbiamo voluto qui delineare. Una speculazione che merita di essere approfondita con la lettura dei suoi libri (su tutti Il potere di adesso e Un nuovo mondo), ma anche attraverso i video presenti su Youtube o partecipando a uno dei seminari online disponibili sul portale eckharttolle.it.

Impossibile non esserne arricchiti.

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