Ambiente

3 luglio 2023, il giorno più caldo di sempre

Il dato non è ancora ufficiale ma gli esperti stimano che potrebbe essere - con una temperatura media globale di 17 gradi - la giornata più bollente registrata finora. Si temono presto nuovi record: “Prepariamoci”
Credit: Keystone
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5 luglio 2023 Aggiornato alle 18:00

Il giorno più bollente della storia, dicono dati ancora non ufficiali, è stato lunedì 3 luglio 2023.

La temperatura media globale ha raggiunto i 17,01 gradi battendo il precedente record di 16,92 gradi dell’agosto 2016.

I dati sono in attesa di essere certificati dal Noaa, ma quanto raccolto dal Centro nazionale statunitense sulle previsioni ambientali, così come da alcune università e organizzazioni meteorologiche, sembra essere un primo dei tanti record che quest’anno potrebbero essere battuti. Due le condizioni che hanno portato a una media delle temperature così alte: da una parte la crescita delle emissioni e l’impatto sul riscaldamento globale, dall’altra il fenomeno naturale di El Niño che è appena iniziato e molto probabilmente impatterà a lungo su varie zone del Pianeta, portando siccità, ma anche piogge torrenziali, soprattutto nei prossimi mesi e nel 2024.

Nei giorni in cui si è toccato lo storico record, il sud degli Stati Uniti era stretto in una morsa di caldo soffocante, la Cina per nove giorni aveva sperimentato a Pechino temperature sopra i 35°, il Perù era bollente e in Nord Africa e Medio Oriente si sono sperimentati picchi intorno ai 50 gradi. Peggio ancora in Antartide: a sud del mondo, dove è inverno e le temperature dovrebbero essere basse, nelle isole argentine si è registrato il record di temperatura per luglio, pari a 8,7 gradi. Il continente sta soffrendo costantemente della perdita di ghiaccio e i segnali in arrivo in questo periodo sono decisamente preoccupanti.

Come se non bastasse è probabile, dicono gli esperti, che El Niño contribuisca presto a rendere ancor più soffocante la vita in diverse aree del mondo già colpite da potenti ondate di calore. Statistiche a parte, è un chiaro messaggio quello che arriva dalle colonnine di mercurio: dobbiamo prepararci, il mondo intero deve spingere per adattamento e mitigazione al nuovo clima.

Secondo Jeni Miller, direttore esecutivo della Global Climate and Health Alliance, «le persone in tutto il mondo stanno già sopportando gli impatti climatici, dalle ondate di caldo, incendi e inquinamento atmosferico alle inondazioni e tempeste estreme. Il riscaldamento globale sta anche esacerbando le perdite di raccolto e la diffusione di malattie infettive, così come le migrazioni. L’estrazione e l’uso di carbone, petrolio e gas danneggiano la salute delle persone, sono il motore principale del riscaldamento e sono incompatibili con un futuro climatico sano. Questa è una ragione in più per cui i governi devono prepararsi a mantenere un impegno alla Cop28 per eliminare gradualmente tutti i combustibili fossili e una giusta transizione verso l’energia rinnovabile per tutti».

Questa, in sostanza, per molti esperti è la chiave per la salvezza: più che puntare su tecnologie in grado di stoccare la CO2, più che pensare ancora per diversi anni a un mondo alimentato con il fossile, per prima cosa dobbiamo decarbonizzare. Così come è necessario impegnarsi per ripristinare e conservare la natura, la nostra più grande alleata contro gli effetti del nuovo clima.

Altrimenti, come racconta Friederike Otto del Grantham Institute for Climate Change and the Environment, quella che abbiamo davanti va vista come «una condanna a morte per le persone e gli ecosistemi».Anche l’Omm, l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, è stata chiarissima: nel riscontrare le elevate temperature delle ultime settimane ha avvertito che a causa di El Niño dobbiamo prepararci al peggio.

Del resto, come chiosa Zeke Hausfather, ricercatore presso Berkeley Earth, il record del 3 luglio «sfortunatamente promette di essere solo il primo di una serie di nuovi record stabiliti quest’anno. L’ aumento delle emissioni di anidride carbonica e di gas serra, insieme a un crescente evento di El Niño, spingono le temperature a nuovi massimi. Dobbiamo prepararci».

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