Ambiente

Ischia: c’è il Piano per delocalizzare gli immobili

Il commissario straordinario Giovanni Lentini ha presentato ai comitati cittadini la bozza per la messa in sicurezza dell’isola. Tra le ipotesi, lo spostamento volontario di 1.000 abitanti delle zone a rischio
Credit: CIRO FUSCO / ANSA / LI
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6 luglio 2023 Aggiornato alle 08:00

Cinquanta interventi per un investimento complessivo da 138 milioni di euro. È la sintesi del Piano per il contrasto al dissesto idrogeologico di Casamicciola Terme dopo l’alluvione che tra il 25 e il 26 novembre 2022 causò 12 morti, 4 frane e 23 smottamenti.

“Le somme attualmente disponibili sono circa 60 milioni, di cui 40 milioni già stanziati dal governo con il cosiddetto Decreto-Ischia e 20 milioni provenienti dalla contabilità speciale del Commissario straordinario per lemergenza”, si legge sul sito sismaischia.it che raccoglie tutte le ordinanze e le informazioni sulla ricostruzione dell’isola, ferita ancora prima dell’ alluvione dello scorso autunno (in cui scesero 120 millimetri d’acqua in 6 ore diventati poi fiumi di detriti e fango) dal terremoto che nellagosto del 2017 danneggiò più di 1.000 edifici e lasciò due persone sotto le macerie. Nel 1883, in seguito a un sisma ancora più potente, le vittime furono 2.000.

Oltre alle ordinanze già rese pubbliche, in questi giorni il commissario straordinario Giovanni Legnini ha anticipato l’arrivo del Piano per la messa in sicurezza di Ischia che prevederà il ricollocamento di almeno 1.000 persone che abitano o hanno proprietà in aree non più sicure.

Il provvedimento «dovrà cambiare la storia costruttiva di unisola che ha conosciuto l’abusivismo di massa», ha dichiarato Legnini. «Non sarà facile, ma sono determinato a riportare un ordine. Ischia è un caso unico: ha conosciuto due alluvioni devastanti e un terremoto negli ultimi 14 anni e su 46 chilometri quadrati condensa rischio vulcanico e frequenza degli incendi».

La bozza per l’ordinanza di delocalizzazione degli immobili danneggiati a Casamicciola Terme è stata presentata ai Comitati cittadini a Palazzo Reale ed è in attesa di un altro incontro con i tecnici prima di ottenere il via libera.

Tra le ipotesi al vaglio, l’allontanamento volontario con la possibilità di acquistare un edificio equivalente sull’isola, la ricostruzione su un’altra zona, il trasloco in alloggi popolari in edifici dismessi come il Complesso Pio Monte della Misericordia, un immobile soggetto a vincolo di pregio che andrebbe acquisito.

Entro il 20 luglio Legnini dovrebbe formalizzare e affidare a due dipartimenti universitari la riqualificazione urbana, abitativa e commerciale del sito ormai abbandonato (ex sanatorio). In un’altra zona, a Cavallaro, è invece al vaglio l’acquisizione di un’area di 2.800 metri quadri per un totale di 25 alloggi.

Ai cittadini “delocalizzati” potrebbe essere riconosciuto un indennizzo statale con la maggiorazione del 30%. Diverso il discorso per le pratiche di ricostruzione post sisma: secondo il commissario Lentini, le manifestazione di interesse a ricostruire sono 750 ma ne mancano almeno 300 che figura danneggiate. I proprietari di case abusive che non sono state condonate non avranno invece accesso ai ristori.

Anche se proprio su questo tema Lentini ha sottoscritto a fine giugno un accordo (chiamato “sblocca-condoni”) con il soprintendente per l’Archeologia, Belle Arti e il Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, Mariano Nuzzo “per favorire una maggiore sinergia nella gestione delle pratiche di condono e di richiesta dei contributi, connesse alla ricostruzione privata per il post-sisma sull’isola”, riporta il Mattino. Oltre a “definire procedure amministrative efficaci e spedite per una ricostruzione nel segno della sostenibilità e del rispetto del patrimonio storico-artistico e del paesaggio”.

Secondo l’ultimo rapporto Ispra sul dissesto idrogeologico in Italia, il 93,9% dei comuni italiani (7.423 su circa 7.900) è esposto al rischio di frane, alluvioni ed erosione costiera. Terza dopo Emilia e Toscana, la Campania è tra i territori da bollino rosso per la fragilità e franosità, con il 19,4% del territorio che non è in sicurezza. Ispra ha creato una piattaforma per consultare, visualizzare e condividere i dati dell’Inventario sui fenomeni franosi in Italia: si chiama IdroGEO.

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