Diritti

Flussi migratori: niente accordo dal Consiglio europeo

I leader dei 27 Paesi Ue riuniti a Bruxelles non sono riusciti a raggiungere un compromesso riguardo la dichiarazione conclusiva per la gestione dei migranti. Polonia e Ungheria si sono rifiutate di fare marcia indietro
Credit: Marco Moreno/AFP
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
1 luglio 2023 Aggiornato alle 08:00

Il Consiglio europeo si è concluso senza intese riguardo il tema della migrazione: alla fine del vertice non è stato adottato alcun testo per la questione migratoria a causa dell’opposizione di Polonia e Ungheria. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha dichiarato che, da febbraio, sono stati compiuti “progressi significativi” attorno al tema e il dibattito a Bruxelles “non ha mostrato unanimità, ma una grande convergenza. Il Consiglio europeo resta pienamente impegnato su questo tema e vi ritornerà periodicamente”. Data l’opposizione dei 2 Paesi, “si è quindi deciso di approvare le conclusioni della presidenza” del Consiglio europeo, sostenute da 25 Stati membri su 27.

I leader dell’Ue hanno rimosso la migrazione dalle conclusioni post-vertice, dichiarando, però, di aver accolto con favore l’accordo di 1 miliardo di euro tra il blocco e la Tunisia: il Consiglio europeo, spiegano le conclusioni delle relazioni esterne adottate dai Paesi membri, ha accolto con favore “i lavori svolti su un pacchetto di partenariato globale reciprocamente vantaggioso con la Tunisia, basato sui pilastri dello sviluppo economico, degli investimenti e del commercio, della transizione verso l’energia verde, della migrazione e dei contatti interpersonali, e sostiene la ripresa del dialogo politico nel contesto dell’accordo di associazione Ue-Tunisia”.

Varsavia e Budapest si sono dette contrarie a rendere obbligatoria la solidarietà nella gestione di migranti e rifugiati, come proposto da Italia e Grecia all’inizio di questo mese per via dell’alto numero di migranti che giungono via mare a bordo di imbarcazioni fragili e sovraffollate. In base all’accordo raggiunto l’8 giugno 2023 dai ministri dell’Interno dei 27 Stati membri, ogni Paese dovrebbe essere responsabile di una quota di migranti e rifugiati che arrivano nell’Ue e chi si oppone dovrebbe pagare circa 20.000 euro per ogni persona che sceglie di non accogliere.

Il dibattito è ripreso venerdì 30 giugno 2023, durante la seconda giornata del vertice di Bruxelles che ha riunito i premier dei 27 Stati membri. Tuttavia, i membri del blocco non sono riusciti a raggiungere alcun accordo per redigere una dichiarazione per i flussi migratori. A margine, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un incontro con il premier polacco Mateusz Morawiecki e il suo omologo ungherese Viktor Orban, senza però sbloccare la situazione di stallo dovuta alle obiezioni sollevate il giorno prima dai 2 leader.

Un tweet della presidenza del Consiglio polacca aveva anticipato che il primo ministro Morawiecki avrebbe proposto “un piano per le frontiere sicure” al vertice dei leader europei per “investire nella protezione efficace delle frontiere esterne dell’Ue”, riformare l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex “per combattere efficacemente i trafficanti di esseri umani” e rivedere il bilancio della Commissione Ue “perché vi siano più fondi per lo sviluppo dei Paesi confinanti”, e avrebbe ribadito il “no” al ricollocamento dei migranti e alla “violazione del diritto di veto” degli Stati.

Oggi, dopo il vertice, il leader del partito di estrema destra Diritto e Giustizia, ha fatto riferimento alle proteste in corso in Francia, scoppiate dopo la morte di un diciassettenne ucciso a un posto di blocco della polizia: “Negozi saccheggiati, auto della polizia date alle fiamme, barricate nelle strade. […] Non vogliamo scene del genere nelle strade polacche. Non vogliamo scene come questa in nessuna città d’Europa. Per questo difenderemo le conclusioni del Consiglio europeo del 2018, difenderemo il principio dell’ammissione volontaria degli immigrati. Fermare l’immigrazione clandestina. La sicurezza prima di tutto”.

La presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, in seguito al vertice, ha dichiarato: «Non sono mai delusa da chi difende i propri interessi nazionali. La loro posizione non riguarda la dimensione esterna (ovvero la riduzione dei flussi migratori, ndr), che è la priorità italiana», ma i tentativi di ricollocamento all’interno dell’Ue.

Polonia e Ungheria hanno ribadito di non voler accogliere altri profughi, dopo che Varsavia ha accolto più di 1 milione e mezzo di rifugiati ucraini dall’invasione russa nel febbraio 2022. Anche se i 2 Paesi non possono bloccare la legislazione relativa a immigrazione e asilo, già raggiunta dai ministri dell’Interno, ci sono altri dossier irrisolti dedicati alla riforma della politica migratoria a cui potrebbero opporsi. L’accordo con il Parlamento europeo, secondo i diplomatici Ue, sarà probabilmente raggiunto in autunno.

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