Diritti

Francia, 17enne ucciso a un posto di blocco: è il 3° nel 2023

L’anno scorso, secondo un portavoce della polizia, in 13 sono morti in circostanze simili. Il media indipendente Basta! ha diffuso i conteggi delle vittime delle forze dell’ordine: nel 2021 un picco, con 52 morti
Manifestanti si scontrano con la polizia antisommossa francese a Nanterre, vicino a Parigi, Francia, 29 giugno 2023. La violenza è scoppiata dopo che la polizia ha ucciso un 17enne durante un blocco del traffico a Nanterre il 27 giugno 2023.
Manifestanti si scontrano con la polizia antisommossa francese a Nanterre, vicino a Parigi, Francia, 29 giugno 2023. La violenza è scoppiata dopo che la polizia ha ucciso un 17enne durante un blocco del traffico a Nanterre il 27 giugno 2023. Credit: EPA/YOAN VALAT
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
29 giugno 2023 Aggiornato alle 18:00

Nanterre, periferia nord-ovest di Parigi. Un’auto viene fermata da due agenti di polizia per un controllo stradale. Il ragazzo alla guida si chiama Nahel M, ha 17 anni. I poliziotti gli intimano di fermarsi a un semaforo rosso, ma la macchina riparte. La raggiungono quando si imbottiglia nel traffico e si posizionano sul lato sinistro del veicolo, uno all’altezza della portiera del guidatore, l’altro vicino al parafango anteriore sinistro. Estraggono le loro armi e le puntano contro l’autista. Ma lui riparte. In un video circolato in rete si sente distintamente uno sparo. L’auto avanza di alcune decine di metri prima di schiantarsi a lato della strada.

Durante una conferenza stampa del 29 giugno, il procuratore di Nanterre Pascal Prache ha dichiarato che «non sono state soddisfatte le condizioni legali per l’uso dell’arma» e ha annunciato l’apertura di un’indagine giudiziaria per omicidio volontario. La morte di Nahel M la mattinata del 27 giugno 2023 per mano di un agente di 38 anni, ora arrestato e sospeso, riporta France24, ha riacceso il dibattito attorno all’uso delle armi da fuoco da parte della polizia nei casi di resistenza all’arresto e agli episodi di violenza e razzismo perpetrati dalle forze dell’ordine nei sobborghi che circondano le principali città francesi.

Secondo un’indagine di Basta!, media indipendente francese che aggiorna continuamente una banca dati con gli interventi letali e non della gendarmeria e delle forze di polizia, il bilancio delle vittime legato all’azione della polizia avrebbe raggiunto il picco nel 2021, con 52 morti. Di questi, 18 sarebbero stati uccisi perché le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco, più del doppio rispetto al decennio precedente. “La lotta al rischio di terrorismo e gli interventi di fronte a persone armate”, sottolinea il media, non spiegherebbe in ogni caso questo aumento.

L’uccisione di Nahel M è stata la 3° sparatoria mortale durante un blocco stradale in Francia dall’inizio del 2023. Un conteggio di Reuters mostra che anche nel 2021 ci sarebbero stati 3 omicidi di questo tipo, 2 nel 2020: la maggior parte delle vittime dal 2017 erano nere o di origine araba. Nel 2022 sarebbero state 13 le vittime coinvolte in episodi in cui si sono rifiutate di obbedire alle forze dell’ordine comportando l’apertura del fuoco da parte degli agenti. Si tratta di una cifra 6 volte superiore all’anno precedente. I sindacati di polizia danno la colpa al crescente numero di rifiuti di obbedire agli ordini, che porta gli agenti a sparare più spesso per proteggere la propria vita e quella degli altri.

Secondo France24, il numero di persone che si rifiutano di rispettare le norme del codice della strada è aumentato notevolmente dopo l’introduzione del sistema dei punti di demerito all’inizio degli anni ‘90. La misura incoraggerebbe alcuni automobilisti a fuggire per evitare di perdere la patente: nel 1993, un anno dopo l’introduzione dei punti, i conducenti che si sono rifiutati di obbedire sono stati 1.099. 30 anni dopo, la cifra è aumentata di 25 volte. Anche la mancanza di un’assicurazione può indurre i conducenti a non fermarsi a un controllo stradale: secondo il Fonds de garantie des victimes nel 2019 quasi 30.000 persone sono state vittime di un incidente stradale causato da un conducente non assicurato.

Lo studio statistico citato dal quotidiano Libération mostra che il numero di sparatorie della polizia nel 2017 è passato da 137 a 202. Da allora questa cifra è scesa a circa 150, ma rimane superiore alla media osservata prima di quell’anno. Le sparatorie, poi, secondo i ricercatori, sono diventate più mortali. Mathieu Zagrodzki, ricercatore associato presso il Centre d’études sociologiques sur le droit et les institutions pénales, ha spiegato che nel 2017 è entrata in vigore una legge sulla sicurezza pubblica, che ha modificato le norme che regolano l’uso delle armi d’ordinanza: da quel momento agli agenti di polizia è consentito sparare contro gli occupanti di un’auto se ritengono che siano pericolosi o se gli agenti si trovano nella direzione di fuga del veicolo (ma l’uso dell’arma di ordinanza dovrebbe limitarsi a episodi di “stretta necessità”).

Nel caso di Nanterre, comunque, l’ipotesi di autodifesa «è molto discutibile - secondo Zagrodzki - I poliziotti sono dalla loro parte e il veicolo non va affatto nella loro direzione». La prima ministra Elisabeth Borne ha dichiarato che le immagini circolate sui social «mostrano un intervento che chiaramente non rispetta le regole delle nostre forze dell’ordine».

Leggi anche
Proteste
di Costanza Giannelli 5 min lettura