Diritti

Usa: serve una riforma della polizia?

Dopo il pestaggio di Tyre Nichols il Congressional Black Caucus, un gruppo di funzionari neri eletti, chiede un incontro con il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. Obiettivo: ripensare l’intero corpo
Credit: Roman Koester/unsplash
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
30 gennaio 2023 Aggiornato alle 20:30

Sono passati 20 giorni dalla morte di Tyre Nichols, un uomo afroamericano di 29 anni fermato dalla polizia la sera del 7 gennaio 2023 per sospetta guida spericolata e mai più tornato a casa. In queste ore il Congressional Black Caucus, che riunisce esclusivamente deputati neri e si occupa di tematiche riguardanti la condizione dei cittadini afroamericani, ha chiesto un incontro con il presidente Joe Biden per discutere della riforma della polizia. Richiesta condivisa dall’avvocato che rappresenta la famiglia di Nichols, che ha esortato Biden a utilizzare questa morte per ottenere sostegno per il George Floyd Justice in Policing Act, che prevede un divieto federale sull’uso dello strangolamento da parte della polizia e una maggiore facilità di denuncia degli agenti colpevoli, riformando l’immunità qualificata, che protegge gli agenti dalla responsabilità civile per cattiva condotta.

La norma è stata introdotta nel 2021 dopo l’uccisione dell’uomo da cui prende il nome: il 25 maggio 2020 il 46enne afroamericano George Floyd venne immobilizzato durante un arresto, a Minneapolis, e morì poco dopo in ospedale. Questo episodio scatenò le più intense proteste per la giustizia razziale negli Stati Uniti dai tempi del Movimento per i diritti civili, dando maggiore linfa vitale al già esistente Black Lives Matter , sconfinando dall’America e ispirando una rete globale contro il razzismo. Un anno dopo i legislatori della Camera dei Rappresentanti, allora controllata dai Democratici, approvarono il disegno di legge a marzo, ma l’opposizione al Senato la bloccò. «Dobbiamo vergognarci se non usiamo la sua tragica morte per far approvare finalmente il George Floyd Justice in Policing Act», ha detto in questi giorni Crump in un’intervista. Ma la Camera, ora, è sotto il controllo repubblicano.

Sono le 20:24 di sabato 7 gennaio quando una volante della polizia ferma Tyre Nichols per presunta guida spericolata, secondo il dipartimento di Memphis, in Tennessee. I video rilasciati pochi giorni fa dai funzionari delle forze dell’ordine mostrano parte dell’aggressione, ma sono i filmati di una telecamera di sorveglianza della zona ad aver ripreso tutto, seppur senza audio. La Cnn li ha sovrapposti per mostrare l’intero episodio: sono immagini brutali. Cinque agenti della polizia fanno scendere violentemente Nichols dalla sua auto, senza spiegargli il motivo del fermo, e lo minacciano ripetutamente. Anche se sembra obbedire ai loro comandi, gridati a squarcia gola da uno degli agenti, l’uomo viene messo a terra. Dopo una serie di insulti, Nichols dice che sta solo «cercando di tornare a casa», poi tenta di fuggire, ma un ufficiale lo colpisce con un teaser. Qui avviene il pestaggio, con Nichols a terra. Non reagisce. Urla, chiama sua madre. L’ambulanza arriva sul luogo dell’aggressione 25 minuti dopo che l’uomo è stato messo a terra e ammanettato: è visibilmente ferito, in condizioni critiche, ma nessuno lo assiste fino all’arrivo della barella, 10 minuti dopo. Nichols morirà in ospedale tre giorni dopo.

I cinque agenti - Tadarrius Bean, Demetrius Haley, Desmond Mills Jr, Emmitt Martin III e Justin Smith - sono stati licenziati per aver violato le politiche della polizia e ognuno di loro è stato accusato di omicidio di secondo grado, tra le altre accuse. Sabato scorso il dipartimento di polizia di Memphis ha sciolto la cosiddetta unità speciale “Scorpion di cui facevano parte: una squadra composta da 50 persone e incaricata di abbattere i livelli di criminalità, in particolare furti d’auto e reati legati alle bande. Quattro dei cinque hanno pagato la cauzione e sono stati rilasciati dalla custodia venerdì mattina, secondo i registri del carcere citati dalla Cnn. Quella sera lo hanno colpito almeno 9 volte in meno di 4 minuti, senza alcuna provocazione visibile. Un’analisi del New York Times ha rilevato che nei 13 minuti trascorsi tra il fermo e l’arresto di Nichols da parte degli agenti, la polizia ha gridato almeno 71 comandi.

Le proteste contro la violenza brutale della polizia, in particolare contro le persone nere, si sono moltiplicate durante il fine settimana. Il presidente del Congressional Black Caucus, Steven Horsford, ha dichiarato che molte persone nere «e molti giovani in generale, hanno giustamente paura di interagire con le forze dell’ordine». Per questo il gruppo di 60 membri del Congresso ha chiesto di incontrare il Presidente Biden: «Per spingere per negoziati sulle necessarie riforme nazionali del nostro sistema giudiziario – in particolare, le azioni e la condotta delle nostre forze dell’ordine», ha detto Horsford. L’applicazione della legge, spiega il Guardian, ricade principalmente sotto la giurisdizione degli Stati, piuttosto che del governo federale. Ma questo non dovrebbe fermare il Congresso dall’agire. In un Paese in cui i neri americani, che rappresentano il 14% della popolazione degli Stati Uniti, vengono uccisi dalla polizia più del doppio rispetto ai bianchi, è tempo di agire.

Leggi anche
Stati Uniti
di Chiara Manetti 4 min lettura
Kamala Harris rende omaggio alle vittime della sparatoria di massa allo Star Dance Studio di Monterey Park, California, il 25 gennaio 2023
Armi
di Giulia Della Michelina 3 min lettura