Diritti

Narendra Modi: il premier indiano che fa yoga visita gli Usa

Nazionalista indù criticato per autoritarismo e polarizzazione degli attriti religiosi, prima ha meditato sul prato davanti all’Onu, poi è volato alla Casa Bianca per stringere un’alleanza economico-militare con Biden
Narendra Modi e Joe Biden alla Casa Bianca, il 21 giugno 2023
Narendra Modi e Joe Biden alla Casa Bianca, il 21 giugno 2023 Credit: Al Drago / Pool via CNP
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23 giugno 2023 Aggiornato alle 14:00

Forse può far sorridere e rasserenare l’immagine di un leader vestito di bianco e a gambe incrociate che pratica la meditazione sul prato davanti al palazzo dell’Onu, insieme al sindaco di New York, alla star buddista Richard Gere e ad altri 2.000 seguaci. Ma non è tutto yoga quello che luccica nella biografia di Narendra Modi, da 9 anni premier dell’India, il Paese più popoloso al mondo, e in prima visita ufficiale negli States da quando è stato eletto 2 volte (nel 2014 e nel 2019 con il suo Bharatiya Janata Party).

72 anni, nato in una famiglia povera di coltivatori di tè, nazionalista di fede indù e criticato in patria per autoritarismo, violazione dei diritti umani e per polarizzare gli attriti religiosi, con l’acuirsi delle tensioni tra Cina, Usa e Russia, Modi è entrato nella sfera di alleanze che il Presidente Joe Biden vorrebbe stringere nell’indo-pacifico.

Secondo gli analisti è, anzi, diventato una delle priorità della politica estera americana da quando è scoppiata la guerra in Ucraina e gli incidenti diplomatici con la Cina sono all’ordine del giorno (vedi l’ultima dichiarazione di Biden, che ha descritto il leader di Pechino un “dittatore”).

Il viaggio di 4 giorni di Modi tra New York e Washington non ha solo ragioni diplomatiche: durante la celebrazione della Giornata mondiale dello Yoga del 21 giugno davanti al Palazzo di Vetro, il Premier indiano si è lasciato andare a dichiarazioni simil-pacifiste come «lo yoga è un tradizione molto antica libera da copyright, si adatta alla tua età, al tuo genere e al tuo livello. Usiamo il suo potere non solo per essere in salute, felici, ma anche per costruire ponti di amicizia, un mondo pacifico e un futuro più pulito, verde e sostenibile».

Poi, però, in una intervista esclusiva e rara al Wall Street Journal (il leader di Nuova Dehli non si concede quasi mai alla stampa e preferisce mandare comunicati che sanno di propaganda) ha dichiarato che «L’India merita un profilo e un ruolo molto più alto, più profondo e più ampio», paventando il desiderio di far entrare il suo Paese nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. «L’India ha una popolazione così enorme ed è un punto luminoso nell’economia globale, ma è presente?» ha dichiarato. Aggiungendo che tra lui e Joe Biden «c’è una fiducia senza precedenti».

Di sicuro, Modi è stato ricevuto a Washington con tutti gli onori (oltre a una cena privata con i coniugi Biden e una di Stato alla Casa Bianca, persino al Congresso) anche per stringere alleanze economiche e militari: come riporta l’agenzia Nova, “in ballo c’è un accordo per la produzione in India di motori per aerei caccia e per l’acquisto di droni armati, con cui ampliare la sorveglianza nell’Oceano Indiano e al confine conteso con la Cina”. Il commercio con gli Stati Uniti si aggira su quasi 200 miliardi di dollari, “facendo degli Usa il principale partner commerciale e la terza fonte di investimenti diretti esteri dell’India”.

Tuttavia, la posizione del Premier indiano riguardo il conflitto ucraino non è così chiara. Se Modi non è mai intervenuto apertamente contro Putin (tanto da astenersi durante la votazione all’Onu che condannava l’aggressione) è perché acquista ancora oggi ingenti quantità di petrolio russo, almeno la metà di quanto Mosca esporta via mare, spiega il New York Times in un’analisi grafica, e conta sulle sue forniture militari.

Il Premier preferisce rilasciare dichiarazioni così: «Penso che la posizione dell’India sia ben nota e ben compresa in tutto il mondo. E il mondo ha piena fiducia nel fatto che la priorità assoluta dell’India è la pace».

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