Diritti

Quanto costa ricostruire l’Ucraina?

Durante la Conferenza di Londra il tema centrale è stato il supporto economico e finanziario al Paese invaso dalla Russia. La Banca Mondiale stima una cifra di 411 miliardi di dollari, 3 volte il Pil ucraino
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen alla prima giornata della Ukraine Recovery Conference a Londra, Gran Bretagna, il 21 giugno 2023.
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen alla prima giornata della Ukraine Recovery Conference a Londra, Gran Bretagna, il 21 giugno 2023. Credit: EPA/ANDY RAIN / POOL
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
23 giugno 2023 Aggiornato alle 10:00

Per ora si tratta di 411 miliardi di dollari, secondo la Banca mondiale, le Nazioni Unite e la Commissione europea. Ma è una cifra destinata a crescere man mano che prosegue la guerra. Si tratta del prezzo della ricostruzione dell’Ucraina. I massimi esponenti internazionali, i governi e gli investitori privati si sono riuniti mercoledì 21 giugno in una Conferenza sulla ripresa dell’Ucraina, organizzata a Londra, per sostenere il Paese ed evitare un disastro umanitario ed economico in Europa. Ma gli operatori umanitari e i leader politici hanno avvertito che i materiali per riedificare quanto distrutto non basteranno.

Il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha elencato su Twitter le “prime importanti novità dalla conferenza #URC2023 di Londra”: il Primo ministro britannico Rishi Sunak “ha annunciato un nuovo pacchetto di sostegno finanziario da 3 miliardi di sterline per l’Ucraina” in 3 anni. La presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen “ha proposto un nuovo strumento da 50 miliardi di euro” in prestiti e sovvenzioni fino al 2027, mentre il Segretario degli Stati Uniti d’America Antony Blinken ha parlato di “1,3 miliardi di dollari”, di cui oltre 455 milioni per ripristinare e migliorare la rete energetica del Paese. “La ripresa dell’Ucraina diventerà più prevedibile grazie all’unità e alla solidarietà del mondo. Ringraziamo tutti i nostri partner per il loro supporto!”

Tutti questi soldi serviranno per ricostruire le infrastrutture devastate dalla guerra, tra cui la diga di Nova Kakhovka, che ha provocato enormi danni ambientali e infrastrutturali. Ma verranno utilizzati anche per combattere la corruzione e contribuire ad agevolare l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea.

Diplomatici e leader politici riuniti a Londra hanno esortato le società del settore privato a investire e rilanciare l’economia ucraina, reduce da più di un anno di guerra. Così, più di 400 aziende globali si sono impegnate a sostenere la ricostruzione dell’economia ucraina. Tra queste Philips, Virgin e Hyundai Engineering, che hanno annunciato la loro intenzione di aumentare gli investimenti nel paese.

A marzo la Banca mondiale ha stimato il costo della ricostruzione, a un anno dall’inizio della guerra, equivalente a 383 miliardi di euro. “Il costo della ricostruzione e del recupero dovrebbe estendersi su 10 anni e combina entrambe le esigenze per fondi pubblici e privati”, ha spiegato l’ente globale. Quanto stimato dalla Banca Mondiale rappresenta, spiega il Guardian, 3 volte il Pil dell’Ucraina e il denaro promesso da Ue, Uk e Usa sarà erogato nei prossimi anni, non immediatamente. Ma si tratta di cifre che soddisferanno la richiesta dell’Ucraina di ricevere fino a 40 miliardi di dollari per la prima parte del cosiddetto Piano Green Marshall, a settant’anni dal Piano Marshall gestito dagli Stati Uniti che contribuì a ricostruire l’Europa occidentale dopo la Seconda Guerra Mondiale.

I politici dell’Europa e degli Stati Uniti hanno anche promesso che un giorno spetterà alla Russia pagare per la distruzione causata, ma quel giorno è ancora lontano. Ma come si fa a ricostruire un Paese che è ancora in guerra? Il presidente per la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Odile Renaud-Basso, di recente ha detto da Bruxelles che «Non sai quanto durerà la guerra, se ciò in cui investi sarà distrutto la settimana dopo. Quindi è molto impegnativo».

Per chi si è visto bombardare la casa, però, esiste già un sistema finanziario per il risarcimento statale attraverso un’app governativa, che si chiama DIIA. Ma la chiave per la ripresa è investire nel capitale umano: lo ha dichiarato l’ambasciatore dell’Ucraina presso l’Ue, Vsevolod Chentsov. Non servono “solo” investimenti nelle fabbriche, nell’agricoltura e nell’IT, ma anche nella salute mentale. I leader dell’Ue si riuniranno ancora, la prossima settimana, per affrontare questo aspetto più invisibile della guerra.

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