Ambiente

Ecocidio Ucraina: un anno di danni ambientali

L’ultimo bollettino del Ministero dell’Ambiente denuncia più di 280.000 m² di suolo contaminato da sostanze pericolose, oltre 59.000 ettari di foreste bruciate. Kyiv stima almeno 50 miliardi di euro di risarcimenti
Il fotoreporter Evgeniy Maloletka fugge da un incendio in un campo di grano in fiamme nel luglio 2022, nella regione di Kharkiv
Il fotoreporter Evgeniy Maloletka fugge da un incendio in un campo di grano in fiamme nel luglio 2022, nella regione di Kharkiv Credit: AP
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22 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:25

Quanti danni ha provocato un anno di invasione russa in Ucraina all’ambiente? La risposta di Kyiv è quantificata in una cifra: da inizio conflitto si contano disastri naturali per quasi 50 miliardi di euro. La “vittima silenziosa” dello scontro, quella natura che paga il conto delle bombe, dei carri armati, dei missili, dei contaminanti finiti nei fiumi, dei suoli avvelenati o degli alberi bruciati. Per il governo di Kyiv, non può essere dimenticata.

Così, da inizio conflitto, tramite un bollettino del Ministero dell’Ambiente e della protezione della natura ucraino, i vertici dell’esecutivo di Zelensky stanno tenendo un bilancio preciso dei problemi causati dall’invasione russa: anche grazie alle segnalazioni dei cittadini, hanno compilato una sorta di lista dei crimini ambientali. C’è un motivo: a fine invasione, sostengono da Kyiv, chiederanno danni e risarcimenti. Un sistema nato affinché l’aggressore possa essere ritenuto responsabile di quanto accaduto per quello che viene definito come “l’ecocidio russo” (riassunto grazie a oltre 2.300 segnalazioni).

L’ultimo bollettino del 15 febbraio traccia gli impatti di quasi un anno di conflitto. Fra le segnalazioni più recenti c’è, a esempio, “il brusco abbassamento del livello dell’acqua del bacino idrico di Kakhovka che può diventare un disastro ambientale che avrà conseguenze distruttive per l’intero continente europeo”. Poi una lunga lista di danni: “Oltre 280.000 metri quadrati di suolo sono stati contaminati da sostanze pericolose. Circa 14 milioni di mq di terreno disseminati di resti di oggetti e munizioni distrutti. Sono invece 687.000 le tonnellate di prodotti petroliferi bruciati a causa dei bombardamenti, inquinando l’aria con sostanze pericolose. Oltre 59.000 gli ettari di foreste e altre piantagioni bruciati da razzi e proiettili, alcuni dei quali potrebbero richiedere decenni per essere ripristinati (secondo i calcoli più ottimistici), e il resto è perduto per sempre”.

La lista dell’ecocidio è lunga e include anche “1.597 tonnellate di sostanze inquinanti fuoriuscite nei bacini idrici” oppure “2 milioni 903 kg, la massa di rifiuti finita tra fiumi e laghi”. A livello economico, il danno totale stimato causato dall’inquinamento del suolo è di oltre 20 miliardi di euro, mentre l’importo totale dei danni dovuti all’inquinamento atmosferico è di circa 25 miliardi.

Nel frattempo, mentre il Ministero ricorda la volontà di una ricostruzione che tenga conto degli impegni verdi del Green Deal europeo, da Kyiv ricordano anche tutte le minacce ambientali dovute dall’insicurezza degli impianti nucleari che ospitano sostanze radioattive, così come tutti i pericolosi incendi scoppiati in seguito agli attacchi russi, che potrebbero aver portato alla combustione di sostanze pericolose.

“Gli incendi su larga scala nelle infrastrutture e negli impianti industriali portano all’avvelenamento dell’aria con sostanze pericolose. Gli inquinanti possono essere trasportati dai venti su lunghe distanze” si legge fra le righe dell’ultimo bollettino. Viene poi citato il rapporto Agribusiness of Ukraine 2022, in cui si stima come circa il 15% dei terreni agricoli in Ucraina sia oggi contaminato da mine. “La contaminazione del suolo e delle acque sotterranee con prodotti petroliferi e metalli pesanti può portare a una temporanea incapacità di coltivare nelle aree colpite” aggiungono da Kyiv, ricordando anche il problema futuro della gestione dei rifiuti speciali e di guerra.

Difficile riuscire a valutare l’impatto su fauna e flora. Al momento il bollettino fa riferimento ai danni nel Parco Naturale Nazionale Desna-Stara Huta nella regione di Sumy, che ha subito bombardamenti, così come nelle diverse aree forestali del Paese che ospitano centinaia di specie da proteggere.

Tutti i danni quantificati dagli ucraini serviranno per spingere verso un nuovo fronte ambientale-legale che vuole chiedere risarcimenti concreti alla Russia: alcuni giuristi e ambientalisti sperano che l’Ucraina, grazie al diritto internazionale, riesca a ottenere il riconoscimento di “ecocidio per i crimini contro il mondo naturale vivente”.

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