Diritti

Quest’anno la popolazione indiana sorpasserà la cinese

Secondo l’Onu, nel 2023 l’India diventerà il Paese più abitato del Pianeta, con più di 1 miliardo e 425 milioni di persone. Il motivo è da ricercare nel calo demografico di Pechino
Credit: Shashank Hudkar
Tempo di lettura 4 min lettura
18 aprile 2023 Aggiornato alle 19:00

La nuova serie di previsioni elaborate dalle Nazioni Unite, 2022 Revision of World Population Prospects, ipotizzano il sorpasso della popolazione indiana nei confronti di quella cinese nel 2023: un cambiamento epocale che vedrebbe l’India diventare il Paese più popoloso al mondo con oltre 1 miliardo e 425 milioni di persone.

Il sorpasso, che sancisce la fine del predominio cinese durato più di 2 secoli, sarebbe determinato dal calo demografico in corso nella Potenza orientale che nel 2022 ha perso circa 850.000 abitanti, registrando la prima inversione di rotta a livello statistico dopo 6 decenni.

Un prospettiva «molto più negativa del previsto- secondo il ricercatore Yi Fuxian della University of Wisconsin-Madison, che denuncia una tendenza che si va consolidando nel tempo - La popolazione cinese ha iniziato a diminuire 9-10 anni prima rispetto alle proiezioni dei funzionari cinesi e delle Nazioni Unite, il che significa che la vera crisi demografica della Cina va oltre l’immaginazione e che tutte le precedenti politiche economiche, sociali, di difesa ed estere della Cina erano basate su dati demografici errati».

Non tutti i ricercatori sono così certi del sorpasso indiano, sottolineando le difficoltà nel calcolare le demografie di Paesi così popolosi: «In realtà, non c’è modo di sapere esattamente quando l’India supererà la Cina. C’è incertezza, non solo sulla popolazione indiana, ma anche su quella cinese» ha affermato Bruno Schoumaker, demografo dell’Université catholique de Louvain in Belgio. Un concetto ribadito anche da Patrick Gerland, capo della sezione stime e proiezioni della popolazione presso le Nazioni Unite a New York : «È un’approssimazione grezza, nella migliore delle ipotesi».

Nonostante le difficoltà nell’individuare il momento esatto del nuovo primato indiano, i trend demografici in corso confermano la continua crescita della popolazione che, al contrario di quella cinese, presenta un’età media decisamente più bassa, con 113 milioni di bambini nella fascia di età 0-4 anni e circa 23 milioni di nascite all’anno.

L’incremento demografico degli ultimi decenni, per quanto stia rallentando con il progressivo sviluppo economico della Nazione, ha portato una forte urbanizzazione, con la formazione di quasi 50 città da oltre 1 milione di abitanti fra cui la capitale New Delhi, che ha sviluppato un conglomerato di circa 30 milioni di persone.

Il sorpasso indiano ha implicazioni profonde, non solo a livello demografico globale, ma anche in ambito economico, ambientale e geopolitico, secondo l’opinione di Irfan Nooruddin, direttore del South Asia Center (del think tank americano Atlantic Council): «Siamo all’apice della transizione demografica forse più importante degli ultimi 200 anni. Il centro di gravità del mondo si è spostato per un po’, ma sta per essere consolidato».

Con una popolazione così numerosa e in crescita, il Governo indiano di Narendra Modi dovrà fronteggiare nei prossimi anni i numerosi disequilibri interni, fra aree in rapido sviluppo e aree estremamente povere, dove 229 milioni di persone vivono senza i servizi di base. Inoltre, la rapida industrializzazione degli ultimi 2 decenni, con la creazione di una consistente classe media e un aumento netto dei consumi, ha portato anche una notevole pressione sull’ecosistema e un incremento delle emissioni di gas alteranti.

La combinazione fra crescita demografica e crescita economica, porrà ulteriori sfide nell’attuazione dei piani di mitigazione climatica promessi.

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