Ambiente

“Basta con i no a priori contro le rinnovabili”: il Tar del Lazio accoglie ricorso sull’agrovoltaico

La società Fiumicino Rinnovabili aveva fatto ricorso contro un decreto ministeriale che vietava l’installazione di un impianto. Il giudice amministrativo ha dato ragione alla società. Ora i comitati promettono battaglia
Credit: JANIE BARRETT / THE SYDNEY MORNING HERALD
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21 giugno 2023 Aggiornato alle 08:00

No ai “no” a priori. La transizione energetica, così come le sfide per adattarsi alla crisi del clima, indicano la necessità di un’Italia sempre più a trazione rinnovabile.

Spesso però burocrazia, decreti, comitati e soprintendenze impediscono l’accelerazione necessaria per l’ampliamento di eolico e solare.

A volte per esempio, sostiene una nuova sentenza del Tar del Lazio, gli impianti vengono bloccati con una sorta di divieto “apriroristico”, senza bilanciare l’interesse alla produzione di energia pulita con quello di tutela del paesaggio. La sentenza recente, del 12 giugno, si riferisce a un ricorso da parte di Fiumicino Rinnovabili, società che nel Lazio ha in programma l’installazione di un impianto fotovoltaico a terra di circa 50 MWp.

Il Tar ha accolto il ricorso proposto dalla società assistita dagli avvocati Andrea Sticchi Damiani e Francesco Ferri dello studio legale Andrea Sticchi Damiani, inoltrato rispetto al decreto con cui il Ministero della Cultura aveva dichiarato di notevole interesse pubblico un’ampia porzione di territorio regionale e con divieto di installarvi impianti Fer, rendendo dunque impossibile la realizzazione del progetto di agrovoltaico.

Secondo il Tribunale del riesame, e in questo si potrebbe aprire un precedente, è illegittimo escludere a priori e in assoluto la realizzazione di impianti.

L’iniziativa per escludere l’installazione “pecca, in modo manifesto, di ragionevolezza e proporzionalità avuto riguardo tanto agli interessi pubblici, di natura paesistica, oggetto di tutela quanto agli ulteriori interessi pubblici messi in gioco dalla realizzazione degli impianti Fer coincidenti con l’esigenza, avente copertura costituzionale ed euro-unitaria, di fronteggiare l’attuale crisi energetica (P.N.R.R.) mediante la produzione di energia da fonti rinnovabili, onde preservare l’ambiente e il paesaggio”, si legge nel testo.

Ovviamente dopo la sentenza del giudice amministrativo i contrari a un possibile impianto hanno già fatto sapere che si opporranno dato che secondo comitati e cittadini l’agrovoltaico metterebbe “a rischio la tutela di siti come l’area di Pizzo del Prete a Cerveteri nel Biodistretto Etrusco Romano”.

Sempre secondo chi si oppone ci sono vincoli, legati a un area ricca di preesistenze di epoca romana e strutture architettoniche varie, per cui non si dovrebbero “realizzare discariche, impianti per lo stoccaggio, impianti per il recupero, impianti per il trattamento o lo smaltimento dei rifiuti, fino all’installazione di impianti a uso tecnologico, impianti Fer”.

Vincoli che nel Lazio ricco di reperti spesso ostacolano la crescita degli impianti a energia pulita. Secondo alcuni consiglieri comunali nonostante la pronuncia del Tar l’agrovoltaico non s’ha da fare: “Tenuto debito conto dei limiti delle competenze in materia, è importantissimo che il Comune di Fiumicino si faccia carico di presentare formale ricorso alla sentenza, a tutela dei siti interessati e più in generale della salute pubblica e della vocazione agricola di una parte strategica del territorio, perché gli impianti fotovoltaici, sui quali incombono i limiti della durata e dello smaltimento, implicano consumo di suolo con un impatto negativo sulla fertilità e produttività, e favoriscono la desertificazione”, sostengono i politici locali opponendosi al punto di vista del giudice.

La paura dei consiglieri è che “potrebbe innescarsi un processo di trasformazione da vocazione, agricola, turistica e naturalistica, a sito produttivo e nel peggiore dei casi a candidato a sito di trattamento di rifiuti così come altre volte ipotizzato. Una prima cessione o flessione sarebbe preludio al cedere anche su altri fronti come la richiesta di riperimetrazione della Riserva, con conseguente apertura a tutte le speculazioni possibili tra cui la doppia portualità e il raddoppio dell’aeroporto” fanno sapere in una nota.

Riusciranno con eventuali ricorsi a bloccare l’opera? Oppure finalmente un altro tassello della transizione energetica potrà prendere forma?

Secondo l’avvocato di Fiumicino Rinnovabili si tratta comunque di una vittoria, «un’altra sentenza importante che scardina un altro ostacolo alla transizione energetica della quale abbiamo bisogno», fa sapere il legale Andrea Sticchi Damiani.

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