Ambiente

Basta pellicce: raggiunte oltre 1 milione e mezzo di firme in Ue

80 associazioni europee hanno aderito all’iniziativa lanciata da Oipa, l’Organizzazione internazionale protezione animali. L’Italia è il Paese con la più alta percentuale di firme validate (il 97,7% sulle 85.122 raccolte)
Credit: SHVETS production
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21 giugno 2023 Aggiornato alle 14:00

Sono oltre 1 milione le firme validate dagli Stati membri Ue contro le pellicce. La raccolta era stata lanciata da Oipa – Organizzazione internazionale protezione animali sui suoi canali web, coinvolgendo molte associazioni europee.

Per la precisione, le firme raccolte per l’iniziativa dei cittadini europei sono state 1 milione e 700.000, ma nei giorni scorsi è arrivato il dato ufficiale di quelle validate, che sono, per l’appunto, 1.502.310, come comunica Oipa.

E, come Italia, abbiamo un motivo di orgoglio: il nostro Paese è quello con la più alta percentuale di firme validate: su 85.122 raccolte, ne sono state validate il 97,7%, ossia 83.164. Ma vediamo un po’ più da vicino questa iniziativa.

Si tratta di una Ice – Iniziativa dei cittadini europei, ossia un modo efficace per i cittadini Ue di contribuire a portare in Commissione europea nuove leggi. Dunque, non una semplice petizione online. Inoltre, al raggiungimento del milione di firme, la Commissione è obbligata a rispondere e ad agire: per questo motivo è stato così importante raggiungerlo.

«A breve gli organizzatori dell’iniziativa s’incontreranno con i rappresentanti della Commissione europea e sarà presentata l’iniziativa nel corso di un’audizione pubblica al Parlamento europeo», spiega Valentina Bagnato, responsabile delle Relazioni internazionali dell’Oipa.

Basta pellicce in Europa viene lanciata nel maggio 2022 con l’obiettivo di chiedere all’Unione europea il divieto di allevamenti di animali da pelliccia e bandire commercio e importazione di pellicce e prodotti associati da mercato europeo.

«La Commissione entro fine anno dovrà rispondere pubblicamente su quali azioni intraprenderà, motivando le decisioni», conclude Bagnato.

Alla richiesta hanno partecipato oltre 80 organizzazioni da tutta europea, e proprio questa grande mobilitazione ha permesso una raccolta record e una chiusura anticipata della campagna, conclusasi il 1° marzo scorso, due mesi prima del termine stabilito.

Le motivazioni della petizione

Come spiega l’Organizzazione internazionale per la protezione animali, quello delle pellicce è un mercato ormai fuori moda. Gli animali destinati a questa produzione vivono una vita, se così si può definire, breve, in allevamenti intensivi, composti di lunghe file di gabbie metalliche spoglie e minuscole.

La sofferenza è talmente grande che, spesso, queste bestiole arrivano a provocarsi gravi ferite e automutilazioni, arrivando in casi estremi ad atti di cannibalismo. Una sofferenza, inutile, di tanti per un capriccio di pochi.

Dunque, come spiega Oipa, l’allevamento di animali da pelliccia non è né etico, né sicuro, né sostenibile. Non è etico perché non rispetta i bisogni etologici degli animali di specie selvatiche, come volpi o visioni per esempio. Ma lo stesso discorso vale anche per specie domestiche come conigli e cincillà: nessun animale dovrebbe essere allevato rinchiuso dentro una gabbia per poi essere ucciso e ricavarne la pelliccia.

Non è sicuro perché questi allevamenti rappresentano un rischio per la salute, sia degli animali che dell’uomo. A titolo esemplificativo, durante la pandemia, centinaia di allevamenti di visoni sono stati colpiti da focolai di Covid-19 e si è scoperto che alcune nuove varianti del virus erano state trasmesse agli esseri umani dagli animali.

Infine, non è sostenibile in quanto si tratta di allevamenti che hanno un notevole impatto ambientale e rappresentano una minaccia seria e concreta per la biodiversità autoctona. Il visone americano, a seguito della fuga di alcuni esemplari dagli allevamenti e che oggi è ampiamente diffuso in tutta Europa, ha impattato negativamente sulla fauna selvatica autoctona europea.

Ma non solo: la concia e la lavorazione delle pellicce comporta l’utilizzo di sostanza chimiche tossiche che causano un grave inquinamento del suolo, classificando questa industria tra le cinque con la più alta intensità di inquinamento.

Ecco perché, questo milione e mezzo di firme, sono un grande traguardo. Ora speriamo si passi ai fatti.

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