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Binarismo di genere: cosa significa?

Il 1° giugno si apre il Mese del Pride. 30 giorni per imparare e condividere storia, cultura, lessico e personaggi Lgbtqai+ ma anche per formare “Le parole dell’orgoglio”, un vero e proprio vocabolario, dalla A di Arcigay alla Z di Zedsexual
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 2 min lettura
1 gennaio 2023 Aggiornato alle 11:22

Binarismo di genere. Blu e rosa, maschio e femmina, x o y. La nostra (e moltissime altre) società è strutturata attorno a una rigida distinzione tra maschile e femminile, che prende il nome di binarismo di genere.

Si tratta di un costrutto sociale basato sull’idea che la società abbia solo due generi, femminile e maschile appunto, che corrispondono al sesso assegnato alla nascita e, più specificatamente, all’apparato riproduttivo o all’assetto ormonale e cromosomico.

Il genere, però, è appreso e non innato: nonostante la dicotomia uomo-donna venga spesso presentata come universale, norme e aspettative di genere sono specifiche di una particolare struttura sociale.

Non solo esistono società e culture che riconoscono generi diversi, ma ci sono persone le cui caratteristiche fisiche non possono essere classificate come maschili né femminili (le persone intersessuali) o persone la cui identità di genere non corrisponde con il sesso assegnato alla nascita (transgender o non-binary).

Si utilizza il termine “non binario” proprio per riferirsi a quelle identità di genere che non si definiscono secondo i tradizionali poli opposti maschio/femmina ma, piuttosto, si muovono su uno spettro all’interno del quale l’identità di genere può collocarsi in diversi punti.

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