Città

Nagi, la città giapponese che sfida la crisi demografica

Nel centro urbano di circa 6.000 abitanti, le misure implementate hanno permesso di raggiungere un tasso di fertilità due volte superiore a quello medio nazionale. Rispettivamente 2,68 e 1,3 figli per donna
Credit: Laura Thonne
Tempo di lettura 3 min lettura
5 giugno 2023 Aggiornato alle 18:00

Mentre il Giappone si spopola, la città di Nagi, nel sud del Paese, va controcorrente. Qui la natalità supera la media nazionale grazie a due decenni di politiche mirate a supportare le famiglie e a investire nel sistema educativo. Tra le misure implementate, i bambini ricevono assistenza sanitaria gratuita fino a 18 anni e le loro famiglie non pagano un solo yen per i libri scolastici finché non completano l’istruzione obbligatoria a 15 anni.

Questo piccolo comune rurale sfiora i 6.000 abitanti, ma nel Paese è conosciuta come la “città miracolosa”. Anche se, come nel resto del Giappone, a Nagi le morti continuano a superare le nascite, il suo tasso di fertilità è più che raddoppiato da 1,4 a 2,95 nel 2019, scendendo leggermente a 2,68 nel 2021, comunque più del doppio della media nazionale pari a 1,3 figli per donna.

Il numero di persone che si trasferiscono in città è in aumento e si prevede che continuerà a farlo. Ma Nagi, nel tentativo di continuare ad attrarre giovani famiglie, offre da tempo case con tre camere da letto per un affitto mensile relativamente basso di 50.000 yen, asili nido e vaccini gratuiti e incentivi economici crescenti fino al quinto figlio nato nella stessa famiglia.

Il Giappone è il Paese più anziano del mondo, con un tasso di natalità in declino da 12 anni consecutivi. Uno studio pubblicato sulla rivista Lancet prima della pandemia prevedeva che la popolazione totale del Giappone si sarebbe ridotta a 53 milioni entro la fine del secolo. Ma con 30.000 nati in meno, già nel 2021 il Paese ha segnato il numero di nascite peggiore che il Governo stimava di raggiungere solo nel 2027. Il numero di nascite dell’anno scorso, poi, costituisce il picco più basso dall’inizio delle registrazioni nel 1899.

Oltre che dalla mancanza di servizi di assistenza all’infanzia, il calo del tasso di fertilità in Giappone sembra essere influenzato dai percorsi di carriera intrapresi e dalla crescente tendenza di uomini e donne a ritardare o a evitare il matrimonio. Circa il 28% dei 126 milioni di abitanti del Paese, poi, ha più di 65 anni e ciò limita il numero di donne in età fertile.

Più del 93% della popolazione giapponese vive in aree urbane dove avere uno o più figli è difficile per molte coppie. Se il costo della vita nelle grandi città come Tokyo, dove la maggior parte dei lavoratori si trasferisce in cerca di progressione professionale, è elevato, tuttavia è qui che si concentra anche il maggior numero di bambini in lista d’attesa per gli asili nido.

Mentre il Governo annuncia sussidi per contrastare la crisi demografica e incentiva il trasferimento delle famiglie dalle città più affollate verso regioni a rischio spopolamento, a Nagi gli anziani vengono coinvolti nei servizi educativi che stimolano la natalità.

Nagi Child Home è un asilo nido dove per 300 yen all’ora i genitori possono lasciare i propri figli alle cure di altre madri, personale e volontari anziani. A differenza della tendenza prevalente nelle grandi città, inoltre, qui esistono ancora grandi famiglie allargate che vivono sotto lo stesso tetto o nello stesso quartiere: in questo modo i nonni si occupano delle cure familiari mentre i genitori lavorano.

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