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Elementi di critica omosessuale: cosa significa?

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Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
1 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:00

Elementi di critica omosessuale. Pubblicato da Einaudi nel 1977, Elementi di critica omosessuale è il primo e più celebre scritto di Mario Mieli e uno dei documenti più importanti e maggiormente conosciuti della storia del movimento omosessuale italiano, un vero e proprio manifesto dell’omosessualità rivoluzionaria.

Nato come tesi di laurea in laurea in filosofia morale del giovane Mieli, metteva in discussione le teorie freudiane: secondo Mieli, infatti, l’ambiente in cui un bambino cresceva era responsabile di un processo di “educastrazione” che puntava a mutilare la natura transessuale che è nel profondo di ogni persona per renderla funzionale alle necessità economiche di una sessualità omosessuale mercificata, tale da permettere il mantenimento del dominio eterosessuale.

Il contesto sociofamiliare non era dunque responsabile dell’omosessualità, come volevano gli psicanalisti che si promettevano di curarla, bensì della rigida separazione dei ruoli, delle etichette “etero” e “omo”, di una sessualità castrata che inibiva la libera espressione delle naturali pulsioni che sono dentro ogni individuo. Proprio dalla comprensione della comune schiavitù doveva nascere la rivoluzione, grazie alla pratica di autocoscienza che permette di passare dall’esperienza personale alla presa di coscienza dell’oppressione universale.

La via per la liberazione era la “transessualità, la disposizione erotica polimorfa e «indifferenziata» infantile, che la società reprime e che, nella vita adulta, ogni essere umano reca in sé allo stato di latenza oppure confinata negli abissi dell’inconscio sotto il giogo della rimozione. Il termine «transessualità» mi sembra il più adatto a esprimere, a un tempo, la pluralità delle tendenze dell’Eros e l’ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo. […] siamo tutti, nel nostro profondo, transessuali, siamo stati tutti bambini transessuali e ci hanno costretto a identificarci con un ruolo monosessuale specifico, maschile o femminile”.

Se Elementi di critica omosessuale ha rappresentato un punto di riferimento per intere generazioni grazie alla sua carica radicalmente eversiva, alcuni passaggi incentrati sulla sessualità infantile hanno suscitato forti perplessità, poiché in essi si vedeva una pericolosa apologia della pedofilia e una conferma dell’identificazione tra omosessualità e pedofilia. Spesso l’accusa è stata trasposta su tutti i gay, rei di “idolatrare un pedofilo”.

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