Diritti

Usa: no discriminazioni ai donatori di sangue per l’orientamento sessuale

Le nuove linee guida della Fda eliminano una regola risalente alla crisi dell’HIV/AIDS degli anni ‘80, che escludeva gli uomini gay e bisessuali che non rispettavano l’astinenza per un certo periodo
Credit: ANIRUDH
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
17 maggio 2023 Aggiornato alle 21:00

Niente più discriminazioni tra i donatori di sangue negli Stati Uniti: le nuove linee guida federali della Food And Drug Administration hanno allentato le limitazioni fissate decenni fa che obbligavano gli uomini omosessuali ad astenersi dal sesso per 3 mesi prima di donare il sangue. Una regola volta a “ridurre il rischio di trasmissione dell’HIV tramite trasfusione”. Le nuove raccomandazioni, elaborate a gennaio e ora implementate dalle banche del sangue, si concentrano sul comportamento individuale invece che sull’orientamento sessuale, e consentono anche a uomini gay e bisessuali con una relazione monogama di donare il proprio sangue.

“Questa politica aggiornata si basa sulle migliori prove scientifiche disponibili ed è in linea con le politiche in vigore in Paesi come il Regno Unito e il Canada - spiega la Fda - Amplierà potenzialmente il numero di persone idonee a donare il sangue, pur mantenendo le adeguate garanzie per proteggere la sicurezza dell’approvvigionamento di sangue”.

Tutti i nuovi donatori saranno sottoposti a uno screening con un nuovo questionario (identico per tutti) che valuta il rischio individuale di contrarre l’HIV in base al comportamento sessuale, ai partner recenti e ad altri fattori. Sarà chiesto loro se hanno avuto rapporti sessuali negli ultimi 3 mesi, e se la risposta sarà affermativa, verrà domandato se hanno praticato anche del sesso anale (perché in questo caso, secondo la Fda, è più probabile che il virus si diffonda). Un sì ​​a entrambe le domande li escluderà dal donare il sangue. Ma questo accadrà a tutti i possibili donatori e donatrici, indipendentemente dal loro orientamento sessuale. Le coppie che fanno sesso anale e sono monogame da più di tre mesi potranno donare il sangue, il che rappresenta un cambiamento significativo nelle regole.

Come in precedenza, rimarrà escluso dalla donazione anche chi sia mai risultato positivo al virus, così come le persone che assumono farmaci come la PrEP per prevenire l’HIV (secondo i medici, possono ritardare la rilevazione del virus nei test di screening), che non potranno donare fino a 3 mesi dopo l’ultima dose.

«L’implementazione di queste raccomandazioni rappresenterà una pietra miliare significativa per l’agenzia e la comunità Lgbtqi+», ha dichiarato in una nota Peter Marks, Direttore del Centro per la valutazione e la ricerca biologica della Fda. Ora, le domande individuali che saranno poste ai donatori saranno uguali per tutti, “indipendentemente dall’orientamento sessuale, dal sesso o dal genere”, spiega l’agenzia federale, e le linee guida non imporranno più agli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini di astenersi dal sesso per 3 mesi.

I gruppi per i diritti delle persone omosessuali ritiene da tempo che le restrizioni generalizzate su chi possa donare il sangue siano discriminatorie. Le organizzazioni mediche come l’American Medical Association affermano da diversi anni che le esclusioni non sono necessarie, visti i progressi nei test del sangue: a gennaio 2022, aveva criticato le linee guida della Fda anche per via “dell’afflusso di sangue della Nazione al punto più basso in un decennio” e della “prima crisi del sangue nazionale all’inizio di questo mese” dichiarata dalla Croce Rossa americana.

Inoltre, l’Ama criticava il fatto che “un uomo che ha rapporti sessuali protetti con un altro uomo nei 3 mesi precedenti una donazione di sangue non può essere un donatore, ma un uomo o una donna che ha rapporti sessuali non protetti con più partner di sesso opposto nello stesso periodo di tempo rimane idoneo”.

Le limitazioni nei confronti degli uomini gay e bisessuali derivano dalla crisi dell’HIV/AIDS degli anni ‘80: nel 1985, la Fda ha stabilito “un divieto a vita” per i donatori uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. È rimasto valido fino al 2015, quando è entrato in vigore il termine di un anno di astinenza sessuale. Poi, nel 2020, il periodo è stato accorciato a 90 giorni dopo il crollo delle donazioni durante la pandemia di Covid-19.

La Fda stabilisce i criteri e le procedure per le banche del sangue statunitensi, ponendo domande ai donatori riguardo l’anamnesi sessuale, l’uso di droghe iniettabili e tatuaggi o piercing recenti: sono alcuni dei fattori che possono contribuire alla diffusione di infezioni trasmesse per via ematica. Una volta donato, poi, il sangue viene testato per l’HIV, l’epatite C, la sifilide e altre malattie infettive. Secondo l’Ama, poiché oggi “ogni unità di sangue donato viene rigorosamente testata per rilevare qualsiasi traccia di HIV, sifilide, epatite, virus del Nilo occidentale o altre malattie trasmissibili per via ematica”, sarebbe necessario togliere qualsiasi restrizione sulle donazioni di sangue da uomini gay e bisessuali e “valutare tutti i donatori allo stesso modo”.

Anche The Human Rights Campaign, un gruppo di difesa delle persone Lgbtq+, che ha accolto con entusiasmo l’annuncio della Fda, ha dichiarato che “si può e si deve fare di più affinché anche le persone che assumono la PrEP possano donare”. Nel recente sondaggio condotto dal gruppo, quasi il 90% degli intervistati ritiene che il Governo federale debba “dare la priorità agli investimenti in più tecnologie e ricerca per consentire a più persone di donare il sangue”.

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