Diritti

Uk: 200.000 persone sono vittime di sex for rent

A causa dell’aumento dei costi, spesso le donne economicamente più vulnerabili si trovano costrette a prostituirsi per trovare un alloggio. Il Governo sta pensando a una nuova legge per punire gli sfruttatori
Credit: Santiago Sauceda González
Tempo di lettura 5 min lettura
10 maggio 2023 Aggiornato alle 10:00

Costrette a prostituirsi in cambio di un alloggio gratuito, una riduzione del canone d’affitto o anche solo per avere i soldi necessari per riuscire a pagare le bollette. Sono le vittime del cosiddetto sex for rent, il fenomeno dello scambio di prestazioni sessuali per un’abitazione in affitto che ha destato l’attenzione del Regno Unito per il suo recente aumento.

Il problema colpisce soprattutto le donne vulnerabili in grave difficoltà economica, incluse quelle con problemi di salute mentale o traumi, che diventano facile preda dei proprietari di case che si approfittano del loro bisogno di una sistemazione come strumento di abuso e controllo. In molti casi si tratta di donne migranti o richiedenti asilo, che arrivano a non avere altra scelta che offrire prestazioni sessuali per la propria sopravvivenza.

Secondo lo studio di YouGov, a circa 1 donna su 50 in Inghilterra è stato offerto un accordo di sex for rent negli ultimi 5 anni. Un’altra ricerca condotta da Generation Rent e Mumsnet ha stimato che oltre 200.000 persone sono vittime di questa forma di abuso nel Regno Unito.

Lo sfruttamento delle donne nel mercato immobiliare è stato alimentato in particolare dalla crisi del costo della vita che ha colpito il Paese negli ultimi anni. Secondo l’analisi pubblicata dal Parlamento del Regno Unito il 25 aprile, la crisi è cresciuta significativamente negli anni 2021-2022: il tasso annuale di inflazione, che incide sull’aumento dei prezzi di beni e servizi per il consumo familiare, ha mantenuto un valore a doppia cifra (intorno al 10-11%) da ottobre 2022 a marzo 2023.

Come riportato dal Guardian, diverse organizzazioni benefiche britanniche che hanno visto aumentare i casi delle vittime di sex for rent, hanno manifestato la propria preoccupazione anche per la mancanza di risorse adeguate. Secondo una portavoce di Beyond the Streets, ente no profit contro lo sfruttamento sessuale delle donne, «c’è una carenza di finanziamenti governativi per supportare i bisogni delle donne e le organizzazioni di beneficienza sono in difficoltà perché le loro entrate si sono ridotte, le spese sono aumentate e devono far fronte a maggiori richieste di assistenza».

Il settore delle organizzazioni che sostengono le donne ha, infatti, urgente bisogno di investimenti e supporto, come è emerso dal report di aprile 2023 Mapping the Uk Women and Girls Sector and its Funding: Where Does the Money Go?. La ricerca, condotta dal Centre for Regional Economic and Social Research presso la Sheffield Hallam University, ha mostrato che nel 2021 su un totale di 4,1 miliardi di sterline di fondi assegnati agli enti no profit, solo l’1,8% è andato a enti che lavorano per le donne e le ragazze e la metà dei fondi ricevuti ha un importo pari o inferiore a 10.000 sterline. Il settore femminile, si legge nel report, è dunque “sottovalutato, con risorse insufficienti e in definitiva insostenibile”.

Per Women’s Aid, gruppo di enti che lavorano per eliminare la violenza domestica contro donne e bambini, l’aumento del costo della vita pregiudica anche le vittime di abusi e maltrattamenti domestici, per le quali diventa molto più difficile riuscire a liberarsi dalla relazione di abuso.

Dal punto di vista giuridico, c’è già una legge che punisce i proprietari di casa che sfruttano sessualmente le persone vulnerabili in cambio di un alloggio: il Sexual Offences Act. Ma la ministra dell’Interno Suella Braverman ha annunciato a fine aprile che il Governo britannico sta valutando la possibilità di introdurre una nuova norma che tuteli maggiormente le vittime e ha lanciato una consultazione pubblica per valutare l’impatto del fenomeno nel Paese.

Questo annuncio segue la dichiarazione, fatta sempre da Braverman un mese fa, di voler istituire un fondo di 300.000 sterline per offrire un pagamento una tantum alle vittime di abusi domestici, così da aiutarle a emanciparsi dal partner. La Ministra ha dichiarato che queste iniziative sono un esempio di come il «Governo non smetterà di impegnarsi perché sia ottenuta giustizia contro chi compie abusi» sulle donne.

Le varie organizzazioni coinvolte hanno accolto con favore questi interventi, «con la speranza che siano accompagnati da misure più ampie per combattere il fondamentale problema della povertà e della mancanza di alloggi a prezzi accessibili», come sottolineato da Raven Bowen, Ceo di National Ugly Mugs, ente che lavora per proteggere dalla violenza le lavoratrici del sesso.

Per Generation Rent, organizzazione che promuove la sicurezza e l’accessibilità delle abitazioni private in affitto, l’intervento del Governo volto all’adozione di nuove norme è “vitale” perché, secondo quanto riportato sul sito dell’ente, fino a novembre 2021 soltanto una persona è stata processata in un caso di sex for rent, nonostante l’ampia diffusione del fenomeno.

Ciò dimostra come le leggi in vigore non siano in grado di punire adeguatamente gli sfruttatori. Tra i motivi, secondo Generation Rent, ci sarebbe la possibilità di pubblicizzare con facili escamotage offerte di alloggi in affitto in cambio di prestazioni sessuali: alcune parole contenute negli annunci come “raggiungere un accordo”, “in cambio di favori” e “mentalità aperta” renderebbero palesi le aspettative di chi offre l’immobile.

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