Diritti

Immigrazione: il decreto Cutro sarà legge

A 2 mesi dal naufragio che è costato la vita ad almeno 94 persone, la Camera ha approvato il testo riguardo la gestione dei migranti
Manifestanti durante la protesta nazionale "Non sulla nostra pelle!" contro il Decreto Cutro il 28 aprile 2023.
Manifestanti durante la protesta nazionale "Non sulla nostra pelle!" contro il Decreto Cutro il 28 aprile 2023. Credit: ANSA/ANGELO CARCONI
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5 maggio 2023 Aggiornato alle 12:30

Era il 26 febbraio 2023. A un centinaio di metri dalla costa calabrese, di fronte a Steccato di Cutro, un’imbarcazione con a bordo almeno 180 persone si schiantava contro una secca. Le vittime accertate, 94. A 2 mesi da quella strage di migranti (una delle più gravi sulle coste italiane da 10 anni a questa parte) il decreto che prende il nome dal luogo della tragedia è stato approvato alla Camera nella mattinata di giovedì 4 maggio e diventerà legge.

Il via libera definitivo al cosiddetto decreto legge Cutro è arrivato 2 settimane dopo l’ok del Senato. Il Governo aveva 60 giorni per convertirlo in legge da quando è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 10 marzo. Con 179 voti favorevoli, 111 contrari e 3 astenuti, il documento è passato con una modifica all’articolo 7 ter del provvedimento contenente la norma sulla domanda di protezione internazionale: il testo, nella formulazione precedente, impediva i ricorsi contro l’inammissibilità opposta da parte delle competenti commissioni territoriali. La nuova disposizione consente di impugnarla al richiedente che presenta la domanda di protezione.

Tra le altre misure, si potenziano i Centri di permanenza per il rimpatrio: il periodo massimo di detenzione viene esteso da 120 a 135 giorni. L’obiettivo del Governo è di costruirne uno in ogni Regione italiana (al momento sono 10). Il decreto Cutro introduce anche un nuovo reato che va a punire i cosiddetti “scafisti” con pene detentive fino a 30 anni se durante l’attraversamento del Mediterraneo muoiono 1 o più persone.

Le opposizioni hanno attaccato l’esecutivo: «Una risposta disumana, illegale e che scarica sui territori problemi e criticità difficili da gestire. È così che il Governo Meloni ha pensato di dare una risposta alla questione epocale dell’immigrazione dopo la tragedia di Cutro», ha spiegato in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

Lo hanno fatto anche le associazioni umanitarie: il Presidente della Comunità Sant’Egidio in Sicilia, Emiliano Abramo, ha spiegato all’AdnKronos che «il decreto Cutro parte male già dal nome perché associa una città nota ai più per una gravissima recente tragedia, a un decreto che porterà delle restrizioni che sono un passo indietro rispetto all’esperienza italiana ed europea». La protezione speciale «è adottata da tanti paesi europei e che nella vita concreta vorrà dire condannare centinaia di migliaia di persone a rimanere esposte a una violenza diffusa a condizioni di guerra, di mancata sanità e calamita’ naturali. Persone che magari hanno già intrapreso un viaggio e che con facilità scivoleranno nelle mani dei trafficanti di uomini».

L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ha dichiarato all’agenzia di stampa che «il decreto Cutro reprime la protezione umanitaria e scoraggia chi deve intraprendere i viaggi, ma i viaggi sono “obbligatori”, e i responsabili non sono né gli scafisti né le vittime, ma siamo noi, è l’Occidente il responsabile, che nel corso della storia non ha fatto altro che provocare diseguaglianze, promuovere vendita di armi, guerra e morte».

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