Bambini

L’Italia è il secondo Paese europeo per obesità infantile

Secondo il report Cosi dell’Oms, circa 4 bambini su 10 sono obesi o in sovrappeso. Tra i motivi: scarsa cultura dello sport. Lo Stivale, infatti, è al 16° posto in Ue per spesa pubblica destinata all’attività fisica
Credit: SDVincent/iStockphoto
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
29 aprile 2023 Aggiornato alle 11:00

In Italia, 4 bambini su 10 tra i 6 e i 9 anni soffrono di obesità infantile o risultano sovrappeso. Un tasso, equivalente al 40%, che colloca il Belpaese al 4° posto nella classifica europea. Il triste podio vede in testa Cipro, Grecia e Spagna mentre, se si considera la sola obesità senza il sovrappeso, saliamo al 2° posto.

Sono i dati emersi dal report Cosi (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, un sistema unico che da oltre 10 anni misura le tendenze del sovrappeso e dell’obesità tra i bambini in età scolare.

Il programma di ricerca prevede l’acquisizione di misurazioni standardizzate di peso e altezza di oltre 300.000 bambini in tutta la regione europea, così da fornire dati rappresentativi a livello nazionale per gli Stati partecipanti (nonché un ampio set di dati a livello per l’analisi dei determinanti del sovrappeso e dell’obesità infantile).

I ricercatori hanno analizzato 411.000 bambini tra i 6 e i 9 anni in 33 Paesi. Un monitoraggio fondamentale se si pensa che circa il 50% degli adolescenti obesi rischia di esserlo anche da adulto e in Europa il 29% dei bambini risulta in sovrappeso.

Come riporta la Società Italiana di Pediatria, l’obesità e il sovrappeso predispongono il paziente (anche il piccolo) a tutta una serie di patologie. Per esempio, 1 bambino obeso su 20 ha la glicemia alta, condizione che in medicina viene definita di pre-diabete, cioè un’alterazione del metabolismo del glucosio che però può ancora regredire.

Oltre il 30% dei bambini obesi ha trigliceridi e colesterolo elevati rispetto ai valori nella media, condizione che li espone a rischi di sindrome metabolica e alla comparsa di arteriosclerosi. Più di 3 minori obesi su 10 hanno grasso accumulato nel fegato, che evidenzia il principio di un danno epatico che potrebbe progredire e peggiorare nel tempo, mentre più del 10% dei bambini obesi ha valori pressori superiori alla norma.

La media italiana risulta peggiore rispetto agli standard europei, anche con riguardo all’attività fisica e agli spostamenti. Il 67% dei bambini del nostro Paese va a scuola in macchina, a fronte del 50% della media europea.

Il 44,8% degli adulti non pratica un’adeguata attività motoria, valore già di per sé alto ma che subisce una brusca impennata se si prendono in considerazione i bambini: il 94,5% di loro non pratica uno sport in maniera costante. Tra i fattori che pesano su questo fenomeno, sicuramente quello culturale: il 27%, infatti, non si sente motivato a fare sport, mentre 8 ragazzi su 10 lo fanno solo se lo praticano anche i genitori.

Secondo il report del 2022 di Openpolis, esistono differenze notevoli tra Nord e Sud nel modo in cui i bambini praticano sport. Sono almeno 7 su 10 i ragazzi che svolgono un’attività sportiva in maniera continuativa in Valle d’Aosta (80,3%), nelle province autonome di Bolzano (74,2%) e Trento (70,2%), in Friuli Venezia-Giulia (71,1%) e in Lombardia (70,2%); le Regioni con la minor attività sportiva sono tutte nel Mezzogiorno (fanalini di coda, Campania, Sicilia e Basilicata). Pesano su questo divario la condizione economica delle famiglie, l’educazione alla salute, ma anche l’offerta di luoghi dove praticare sport.

Guardando al ruolo dello Stato, l’Italia infatti si piazza al 16° posto nell’Unione europea per spesa pubblica destinata allo sport: non a caso, le Regioni in cui i ragazzi praticano meno esercizio fisico sono le stesse che risultano meno attrezzate rispetto al numero e alla qualità degli impianti sportivi.

Scarsa cultura dello sport, sovrappeso e obesità costano alle casse dello Stato, in base alle stime, circa 3,8 miliardi di euro: fare attività fisica per 150 minuti a settimana potrebbe evitare in Europa 3,8 milioni di casi di malattie cardiovascolari, 1 milione di casi di diabete di tipo 2 e 400.000 casi di tumore.

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