Futuro

Adrian Fartade, la Terra vista dall’alto

Intervistato da La Svolta in occasione dell’Earth Day, lo youtuber, attivista e divulgatore scientifico ha raccontato com’è il Pianeta dalla prospettiva di chi sogna lo spazio. Dall’emergenza climatica all’origine della vita
Credit: Marina Leonova
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
22 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

Per celebrare l’anniversario della Giornata della Terra a modo nostro, ci è sembrato utile assumere la prospettiva lucida e distaccata, ma sempre entusiasta, di chi il Pianeta è abituato a vederlo da fuori, a relativizzarlo con le altre biglie di quel campo da flipper che è l’universo, a metterlo a Sistema solare per comprenderne meglio i meccanismi.

Stiamo parlando di Adrian Fartade, scrittore, attore di teatro e divulgatore scientifico attraverso un canale YouTube che oggi conta 468.000 iscritti e oltre 300 sostenitori tra quanti hanno sottoscritto uno dei piani di abbonamento del più ampio progetto Link4Universe.

Lo abbiamo raggiunto nella postazione dove il giorno prima ha raccontato alla sua community il lancio del razzo Starship di SpaceX. «Dal momento che è esploso, ora i giornalisti diranno che è stato un fallimento», ha dichiarato al termine di 7 ore di diretta.

Credit: Adrian Fartade

La divulgazione scientifica può contribuire a renderci più coscienti dell’emergenza climatica che sta vivendo il nostro Pianeta. Perché fatichiamo ancora a prenderne consapevolezza in modo definitivo e ad affrontarla in maniera radicale?

Il cambiamento climatico è il boss finale. Nella struttura di un videogioco, ogni avversario che incontriamo ha la funzione di allenare una determinata skill. Ma il boss finale richiede la nostra capacità di mettere in pratica tutto quello che abbiamo appreso fino a quel momento. Non basta smettere di produrre CO2, perché si tratta di un sistema complesso in cui agiscono fattori diversi come i modelli di consumo, lo sfruttamento del lavoro e perfino la nostra felicità, nella misura in cui se sono infelice tendo a consumare di più e male.

Invece stiamo cercando di risolvere problemi del XXI secolo con strumenti del XX e XIV secolo. Il concetto di nazione, a esempio, va bene per le Olimpiadi dove ognuno porta la sua bandiera, ma per il cambiamento climatico è inadeguato: l’aria non si ferma al confine. La Cina inquina più di noi, ma la sua produzione si basa anche sulla domanda europea di fast fashion realizzato nel sud-est asiatico.

A proposito di strumenti avanzati, cosa nei pensi dei modelli di geoingegneria solare che prevedono di limitare il surriscaldamento globale immettendo materiale nello spazio per deviare i raggi del Sole? È fantascienza o potrebbe funzionare?

È come se una persona che fuma due pacchetti di sigarette al giorno, anziché smettere, andasse da un oncologo per raccontargli, mentre fuma, che esistono dei prodigiosi polmoni artificiali grazie ai quali potrebbe salvarsi. Dobbiamo smettere di utilizzare carburanti fossili entro i prossimi decenni, fine. Senza contare che questo metodo non risolverebbe l’acidificazione degli oceani causata dall’inquinamento.

Pensi che sia opportuno studiare la possibilità di colonizzare altri pianeti, come sosteneva già Stephen Hawking? Non c’è il rischio che l’eventualità di trasferirci su Marte ci deresponsabilizzi rispetto alle nostre azioni sulla Terra?

La possibilità di impiantarci in massa su un altro pianeta non riguarderà questo secolo, si tratta per il prossimo futuro di avamposti di ricerca simili alle stazioni in Antartide. Ma Marte è una sfida tecnologica che metterà alla prova tutto il nostro ingegno per costruire un habitat adatto a ospitarci, e aggiungerà un punto di prospettiva al nostro sguardo, un po’ come quando andiamo via di casa a 20 anni e dobbiamo imparare a cavarcela da soli. Poi non siamo più le stesse persone, anche quando torniamo a casa.

La colonizzazione in senso stretto, inoltre, è scongiurata da accordi che mettono a freno gli interessi dei singoli Stati. Il Trattato sullo spazio extra-atmosferico delle Nazioni Unite siglato nel 1967 stabilisce all’art. II che “lo spazio esterno, inclusa la luna e altri corpi celesti, non è soggetto ad appropriazione nazionale per rivendicazione di sovranità, per mezzo di uso o occupazione, o con qualsiasi altro mezzo”.

Cosa ne pensi dei biocarburanti su cui vuole scommettere l’Italia per preservare la filiera dell’automotive?

È lo stesso paziente di prima che la volta successiva chiede: «E se invece svapo?». Dobbiamo decidere se vogliamo abbracciare il progresso o restare indietro.

Tu sei attivista due volte. La prima nel batterti contro i pregiudizi etnici che da immigrato hai subito in prima di persona. La seconda nell’esserti dichiarato apertamente non binario a giugno dello scorso anno. Come si intrecciano, se lo fanno, la sostenibilità e la crisi climatica con i diritti civili?

Durante la pandemia di Covid-19, le donne sono state di gran lunga la categoria più colpita dai licenziamenti (e non solo, ndr.). Quando il sistema viene sottoposto a uno stress, a pagare il prezzo più alto sono sempre le persone più vulnerabili e marginalizzate. Lo stesso discorso vale per la crisi climatica.

Sul breve termine può sembrare inoffensivo sostenere, come fa una parte della politica, che la vera famiglia è quella eterogenitoriale. Ma se punti il dito in una direzione un numero sufficiente di volte, quando le persone vorranno lanciare un sasso contro qualcuno si ricorderanno di quel dito. Per restare alla pandemia: ci ricordiamo la violenza contro gli asiatici dopo l’arrivo del “virus cinese”?

Una domanda allo youtuber: quale ruolo hanno i nuovi media nel veicolare le proteste o gli atti di disobbedienza civile?

Il vantaggio dei social media è quello di offrire una cassa di risonanza anche a eventi lontani, pensiamo alle proteste delle donne in Iran o al movimento Black Lives Matter nato negli Stati Uniti. D’altro canto rischiano di creare una bolla nella quale le reali dimensioni del fenomeno vengono sovrastimate. Mille giovani che discutono su Instagram hanno un effetto diverso rispetto a mille giovani che si riuniscono in una piazza.

Come giudichi lo stile comunicativo adottato dagli attivisti di Ultima Generazione?

Penso che sia la versione light di quello che potrebbe succedere se le istituzioni continueranno a non ascoltare le ragioni dell’emergenza. Abbiamo bisogno di azioni decise in questa direzione, altrimenti i leader mondiali continueranno a darsi pacche sulle spalle mentre si riuniscono alle Cop sul clima sponsorizzate dalla Coca-Cola.

Abbandoniamo la politica. Qual è, da curioso dell’universo, il mistero che più ti affascina del nostro pianeta?

Circa 2,5 miliardi di anni fa, la Terra ha rischiato il collasso. Prima di allora non c’era ossigeno libero nell’atmosfera o negli oceani, finché non arrivarono i cianobatteri che iniziarono a produrlo attraverso la fotosintesi come gas di scarto. Questo portò all’estinzione di massa delle forme di vita anaerobica, per le quali l’ossigeno era una sostanza tossica (l’evento è noto come “catastrofe dell’ossigeno” o “grande ossidazione”, ndr.).

Noi discendiamo da quegli organismi che si sono adattati iniziando a utilizzare l’ossigeno, ed è probabile che tra 1 miliardo di anni la Terra tornerà a essere inabitabile. In 4 miliardi di anni, non è mai esistita una specie in grado di andarsene da qui. Potremmo essere i primi a riuscirci, i primi a trovare una via di fuga. Non come esseri umani, ma come vita. La Terra non è casa nostra, ma è dove è iniziata la nostra storia. Casa nostra è intorno al Sole.

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