Futuro

E se sparassimo polvere di luna contro il riscaldamento globale?

È l’ipotesi di geoingegneria solare fatta da alcuni ricercatori di astrofisica e pubblicata sulla rivista Plos Climate: prelevare granelli dal satellite e lanciarli in orbita, per attenuare i raggi solari di circa il 2%
Credit: Allan Carvalho
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
10 febbraio 2023 Aggiornato alle 10:00

Sparare polvere di luna nello spazio per deviare i raggi del sole. È la bizzarra idea lanciata da alcuni astrofici per contrastare il surriscaldamento globale. Lo studio, pubblicato sulla rivista ad accesso aperto Plos Climate, è stato finanziato dall’Office of Undergraduate Research della University of Utah. L’obiettivo è quello di creare uno scudo in grado di garantire un’attenuazione dei raggi solari dell’1,8%, equivalente a circa 6 giorni all’anno di Sole oscurato.

Il modo più semplice per riuscirci prevede di estrarre tonnellate di granelli di polvere lunare per poi “espellerli balisticamente” dalla superficie del nostro satellite in un punto nello spazio a circa 1,5 milioni di km dalla Terra, vicino al punto di Lagrange L1, un punto tra la Terra e il sole dove le forze gravitazionali e centripete sono bilanciate, facendo sì che gli oggetti in quella posizione tendano a restare in equilibrio.

«Una parte davvero entusiasmante del nostro studio è stata realizzare che i granelli naturali di polvere lunare hanno le dimensioni e la composizione giuste per disperdere in modo efficiente la luce solare lontano dalla Terra», ha dichiarato Ben Bromley, astrofisico teorico presso la University of Utah e primo autore della ricerca.

Tra le altre opzioni, i ricercatori hanno valutato la possibilità di utilizzare sostanze come polvere di carbone o sale marino, oppure di sparare la polvere lunare dalla Terra, soluzione giudicata più efficace nonostante i costi proibitivi e gli sforzi maggiori richiesti.

«È sorprendente contemplare come la polvere lunare, che ha impiegato più di 4 miliardi di anni per generarsi, possa aiutare a rallentare l’aumento della temperatura della Terra, un problema prodotto in meno di 300 anni», ha affermato il coautore dello studio Scott Kenyon del Centro di astrofisica Harvard-Smithsonian.

Al momento si tratta, tuttavia, di un’ipotesi di geoingegneria solare lontana dal realizzarsi, come pure quella avanzata da diversi studiosi sulla possibilità di iniettare aerosol di altre sostanze nella stratosfera, che rischierebbero tuttavia di alterare il delicato termostato della terra con possibili ricadute sui modelli delle precipitazioni e quindi sull’equilibrio della biosfera.

«Non siamo esperti nel cambiamento climatico, o nella scienza missilistica necessaria per spostare la massa da un luogo all’altro. Stiamo solo esplorando diversi tipi di polvere su una varietà di orbite per vedere quanto potrebbe essere efficace questo approccio – ha spiegato Bromley – Non vogliamo mancare un potenziale punto di svolta per un problema così critico».

Leggi anche
Spazio
di Pierfrancesco Albanese 3 min lettura
Transizione ecologica
di Alessandro Leonardi 2 min lettura