Economia

Bes: male per parità e giovani

Riguardo le misure di “benessere”, 60 indicatori su 86 segnano un divario che penalizza le donne; la percentuale Neet è 19% (la media Ue è 11,7%). Tuttavia, il 46% delle persone si ritiene soddisfatto per la propria vita
Credit: Cottonbro Studio
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21 aprile 2023 Aggiornato alle 18:00

Istat ha presentato la decima edizione del Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (Bes): 12 articoli in cui vengono analizzati i domini del benessere, con particolare attenzione alle differenze territoriali e alle disparità di genere ed età.

L’indagine fa parte degli strumenti di programmazione e valutazione della politica economica italiana, con l’obiettivo di valutare l’avanzamento del Paese in ambito sociale e ambientale.

I dati aggiornati al 2022 mostrano come, su un totale di 152 indicatori statistici riguardanti il benessere equo e sostenibile, 58 registrino un aumento rispetto ai livelli pre-pandemici; il 13,8% si mantiene su livelli stabili, mentre peggiorano i domini delle Relazioni sociali, Benessere soggettivo, Istruzione e benessere economico (che corrispondono a un terzo del totale).

Secondo il rapporto, il 54,1% delle misure di benessere evidenzia un miglioramento per le donne a fronte del 39,2% registrato dagli uomini; nonostante ciò, su 86 indicatori complessivi, 60 illustrano un divario di genere che le vede penalizzate.

Nel dominio dell’istruzione, sebbene l’incidenza femminile sia del 58,4% tra le ragazze che hanno conseguito un titolo di studio terziario, la quota di donne laureate nelle discipline Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è inferiore nel range di popolazione dai 20 ai 29 anni.

Nel 2022, il mercato del lavoro segna un generale miglioramento: aumentano gli occupati tra i 20 e i 64 anni del 2,5% rispetto all’anno precedente; il tasso di occupazione supera i livelli del 2019 e recupera il crollo del 2020, mentre si conferma la tendenza dei “lavori a termine”, con un aumento del 4,6%. La presenza femminile aumenta tra le donne di 25-49 anni con figli tra 0 e 5 anni e quelle senza figli. Ma la disparità di genere è comunque confermata, in particolare nel dato che individua il fenomeno della sovra-istruzione, che colpisce il 28,1% delle donne che possiedono un titolo di studio superiore a quello più frequente per svolgere la professione.

Positivo è l’indicatore relativo all’incremento della presenza femminile nelle posizioni di rappresentanza politica, ai vertici delle istituzioni e nei consigli delle grandi società quotate in borsa (+25,1% dal 2013); tra queste ultime, si denota una rapida e rilevante riduzione del gender gap che passa dal 64,4% del 2013 al 14,2% del 2022.

In termini di squilibri, si registra un vantaggio della generazione degli adulti di 45-54 anni per quasi la metà degli indicatori di benessere sui giovani dai 14 ai 34 anni.

Nello specifico, l’analisi relativa al benessere rileva che il 46,2% delle persone si ritiene molto soddisfatta per la propria vita e la percentuale cresce anche per la fascia d’eta tra i 14-19 anni, l’unica che aveva registrato un calo nel periodo tra il 2019 e il 2021. I dati negativi per i giovani sono riconducibili alle difficoltà riscontrare durante il periodo pandemico e agli ostacoli che concernono la ricerca di un’occupazione.

Nello specifico, l’analisi sul dominio della salute mette in luce come l’indice di benessere psicologico si mantenga su valori inferiori rispetto al periodo pre-covid per la fascia di età compresa tra i 14 e i 24 anni; inoltre, il benessere fisico riscontra esiti negativi derivati dall’aumento della quota di persone sedentarie, di giovani fumatori e con l’abitudine al “binge drinking”.

La pandemia ha avuto un grande impatto sull’occupazione giovanile: i Neet (Neither in employment nor in education and training) tra i 15-29 anni corrispondevano, nel 2020 e nel 2021, rispettivamente al 23,7% e al 23% dei giovani. La percentuale dei non inseriti in un percorso scolastico e non occupati è diminuita al 19% nel 2022, una porzione di giovani nettamente maggiore rispetto alla media europea che si attesta attorno all’11,7%.

Oltre alle disparità di genere ed età, il Rapporto Bes si focalizza sulle differenze territoriali. In una classificazione degli indicatori sui 5 livelli di benessere, per il Nord-est il 60,5% ricade sul livello medio-alto, mentre al Sud e nelle Isole si attesta a un esiguo 19,4%; ciò è attestato dalla presenza di servizi e un mercato del lavoro più ricco nel Settentrione.

Alcuni esempi sono la diffusione della raccolta differenziata, praticata dal 71,7% dei residenti nelle regioni del Nord contro il 45,8% dei residenti al Sud; l’irregolarità del servizio idrico, che passa da un 3,4% al Nord al 26,7% delle Isole; o, ancora, l’uso regolare di internet, con una navigazione in rete del 78,6% delle persone al Nord contro il 70,6% del Mezzogiorno.

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