Economia

Istat, calano le nascite: le proposte del Governo

393.000 nati, 1,2 figli per donna, aumento dell’età media al momento del primo bambino: i dati emersi al convegno Assegno Unico Universale. Tra le ipotesi anti-denatalità: taglio dell’Irpef o detrazioni annuali
Credit: Szilvia Basso
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20 aprile 2023 Aggiornato alle 21:00

L’inverno demografico colpisce ormai da diversi anni il nostro Paese. Secondo l’analisi condotta dall’Istat e presentata oggi al convegno Assegno unico universale, dal 2001 fino al 2015/2016 si è registrata una crescita importante di popolazione, arrivando a superare la quota di 60 milioni di abitanti. Dal 2016 in poi è iniziata la discesa, che persiste tutt’oggi ed è destinata a durare per lungo tempo.

Una delle cause di questo calo è sicuramente la diminuzione della natalità: nel 2022, per la prima volta dall’Unità di Italia, la quota di nuovi nati è scesa al di sotto delle 400.000 unità (più precisamente 393.000).

Un calo che ha coinvolto anche il tasso di fecondità totale (numero medio di figli per donna): nel 1952 il tft era pari a 2,34 figli per donna; nel periodo del baby boom è arrivato a 2,7 per poi scendere. Dalla metà degli anni ’90 fino al 2008 è tornato a crescere, per poi diminuire nuovamente (e fortemente) dal 2009 in poi. Nel 2021, il tft era pari a 1,25 bambini per donna, nel 2022 è calato a 1,24.

La Regione con il tasso più alto è il Trentino Alto-Adige, mentre quella con il tasso minore è, per la terza volta consecutiva, la Sardegna. Tutto ciò, ha portato anche a un aumento dell’età media al momento del primo figlio: nel 2004 era 29,6 mentre nel 2021 è salita a 31,6.

Negli ultimi decenni sono cambiate anche le strutture familiari: in 20 anni, le coppie con figli sono passate dal 40% al 33% del totale; in aumento, invece, le persone sole o i monogenitori che, però, ora non sono vedovi come accadeva in passato, ma separati o divorziati.

Nonostante la situazione desolante, in realtà c’è e rimane forte il desiderio di genitorialità per chi ha già il primo figlio, mentre tende a frenarsi al raggiungimento del terzo: la maggior parte vorrebbe 2 figli, ma un 30% ne vorrebbe 3. C’è, quindi, desiderio di famiglia ma a mancare sono le condizioni per poterlo realizzare.

«Dobbiamo agire con tempestività» ha dichiarato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità Eugenia Maria Roccella, sottolineando come tra qualche anno i danni prodotti dall’inverno demografico saranno avvertiti con più forza. Ne risentiranno le pensioni, la sanità ma anche il nostro patrimonio storico e artistico, a causa dello spopolamento delle aree interne.

Per questo motivo sono state introdotte alcune misure: una delle più importanti è l’assegno unico universale.

Che cos’è l’assegno unico universale?

È una misura che è stata introdotta l’anno scorso e già, dal nome, è possibile intuire la sua caratteristica principale: non è rivolta alle singole categorie ma alle famiglie, e non si basa solo sulla condizione lavorativa dei genitori ma è dedicata anche a coloro che non hanno occupazione. È, quindi, finalizzata all’aiuto di tutte le tipologie di famiglie.

Non è soltanto un beneficio economico, ma riconosce ai figli il loro valore sociale all’interno del nostro Paese. Parlando di numeri, al 31 marzo 2023 sono stati effettuati, in totale, 16,5 miliardi di euro di pagamenti, coinvolgendo 6 milioni di nuclei familiari e 9,3 milioni di figli.

È un assegno riconosciuto per ogni figlio minorenne a carico e per ogni figlio maggiorenne, fino al compimento del 21° anno di età, ad alcune condizioni: che frequenti un corso di laurea; che svolga un tirocinio e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; che sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; che svolga il servizio civile universale. Infine, per ogni figlio con disabilità, ma in questo caso senza limiti di età.

La domanda per ottenere la misura è semplice per l’utente, che ha a disposizione anche l’assistenza virtuale per la compilazione. L’assegno viene poi rinnovato automaticamente, in quanto l’Inps ha a disposizione tutti i dati necessari. È possibile anche utilizzare un simulatore che, tramite l’uso dell’intelligenza artificiale, riesce a fornire all’utente l’importo spettante con soltanto poche informazioni.

Nonostante ciò, presenta comunque alcune criticità: è il caso degli importi. Questi risultano, infatti, troppo bassi rispetto al “costo” reale di un figlio che, secondo stime aggiornate, sarebbe pari a 645 euro mensili per famiglie di fascia medio-alta, e 193 euro per i nuclei più in difficoltà. L’assegno, soprattutto per le famiglie più facoltose, risulta quindi essere irrilevante.

È chiaro l’obiettivo: incentivare la natalità. La stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni è pronta a varare una serie di riforme con questo unico scopo. È scontro, però, tra le diverse proposte: da un lato, il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, propone un taglio dell’Irpef per coloro che hanno 2 figli a carico. Si tratterebbe di un taglio tra il 50% e il 66%, per uno dei due coniugi. Per chi, invece, avesse più di 3 figli, allora si propone la totale cancellazione dell’imposta, sempre per uno dei due coniugi. Una misura che, però, potrebbe portare alla cancellazione dell’assegno unico.

E proprio su questo punto si ha lo scontro con la Lega, che non vuole abbandonare l’assegno unico ma, al tempo stesso, integrare ulteriori provvedimenti, come l’introduzione di «una detrazione di 10.000€ l’anno per ogni figlio fino al termine degli studi universitari», come ha dichiarato Massimo Bitonci, sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Una situazione complicata, aggravata dal fatto che, per molto tempo, non ci sono stati investimenti mirati alla natalità. Il risultato? «In Italia ci sono sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano»: queste le parole di Giorgia Meloni, che ha sottolineato come il Governo lavorerà sulla risoluzione del problema puntando sul lavoro femminile, così da creare i presupposti per incentivare le famiglie a fare figli.

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