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Guida all’assegno unico universale

È il sostegno economico rivolto alle famiglie con figli fino ai 21 anni erogato dall’Inps, il cui importo varia in base all’Isee. Come funziona e come potrebbe cambiare con il nuovo Governo?
Credit: Hanna Auramenka

Uno dei bonus più richiesti e apprezzati degli ultimi mesi è senza dubbio l’assegno unico universale, già in vigore dallo scorso marzo. L’assegno viene erogato da parte dell’Inps per dare un contributo a tutte le famiglie con figli a carico a prescindere dalla condizione lavorativa dei richiedenti, a partire dal 7° mese di gravidanza fino al compimento dei 21 anni e senza nessun limite di età per ragazzi e ragazze con disabilità. Secondo l’Osservatorio sull’assegno unico pubblicato dall’Inps, sono quasi 5,3 milioni le famiglie italiane in media al mese che lo ricevono per oltre 8,3 milioni di figli.

Ora, tra le novità del nuovo Governo Meloni, c’è anche la riforma del calcolo dell’Isee, l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, e questo potrebbe portare anche a un ricalcolo dell’assegno unico. L’esecutivo punta infatti a rielaborare l’impatto delle proprietà immobiliari sul conteggio finale, cosa che ha sempre rappresentato un problema per le famiglie, limitate in molti sostegni economici, pur non avendo da queste abitazioni alcun contributo nelle entrate mensili. Un intervento importante considerando che secondo i dati raccolti dall’Osservatorio statistico sull’Assegno unico universale, a settembre 2022, nei primi 8 mesi di vigore di questo sostegno statale sono pervenute all’Inps quasi 6 milioni di domande.

Cos’è l’assegno unico universale?

Come già detto l’Assegno unico e universale è un sostegno economico rivolto alle famiglie che hanno figli a carico fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli con disabilità. L’importo dell’assegno varia in base alla condizione economica del nucleo familiare sulla base di Isee dichiarato al momento della domanda.

Questo tipo di sostegno è definito assegno unico poiché è finalizzato alla semplificazione e al contestuale potenziamento degli interventi diretti a sostenere la genitorialità e la natalità e assegno universale perché garantito in misura minima a tutte le famiglie con figli a carico.

Nello specifico, il decreto-legge 21 giugno 2022, n. 73 (decreto Semplificazioni) ha aumentato gli importi per i nuclei con figli disabili. Nella circolare numero 23, emessa il 9 febbraio 2022, l’Inps aveva illustrato che le famiglie con figli minorenni con disabilità hanno diritto inoltre a una maggiorazione pari a: 105 euro al mese in caso di non autosufficienza del figlio; 95 euro mensili per disabilità grave e 85 euro in caso di disabilità media.

Lo stesso decreto-legge, prevede nuove disposizioni anche in presenza di nuclei familiari orfanili, composti da soggetti con disabilità grave e titolari di pensione ai superstiti del genitore deceduto. Per questo i figli maggiorenni con disabilità senza limiti di età sono equiparati ai minorenni.

Fino al 28 febbraio 2023, grazie al Decreto Semplificazioni, i figli con disabilità potranno ricevere un assegno pari a un massimo di 175 euro (con Isee non superiore a 15.000 euro) a cui vanno aggiunti, fino a 105 euro mensili in caso di non autosufficienza del figlio. La distinzione nell’erogazione dell’assegno tra figli con disabilità minorenni e maggiorenni tornerà ad applicarsi a partire dal 1° marzo 2023.

A variare oggi dopo il lavoro del nuovo esecutivo dovrebbe essere la misura del beneficio erogato: l’ammontare dell’importo destinato alla famiglia cambia in base all’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) e, come sempre, a un valore più alto corrisponderà un importo inferiore erogato a titolo di assegno unico universale. Gli importi vengono maggiorati per i nuclei familiari con più di due figli; per le famiglie con figli con disabilità; per le madri di età inferiore ai 21 anni e per i genitori entrambi titolari di reddito da lavoro.

A chi si rivolge l’assegno unico universale?

L’Assegno unico e universale 2022 spetta ai nuclei familiari che hanno figli minorenni a carico e figli che devono ancora arrivare (decorre infatti già dal settimo mese di gravidanza). Spetta al nucleo familiare per ogni figlio con disabilità senza limiti di età e per ciascun figlio maggiorenne a carico fino al compimento dei 21 anni che: frequenti un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea; svolga un tirocinio, ovvero un’attività lavorativa, e possieda un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego; svolga il servizio civile universale.

L’Assegno unico e universale per i figli a carico può essere richiesto da tutte le categorie di lavoratori dipendenti (sia pubblici che privati), lavoratori autonomi, pensionati, disoccupati, inoccupati. La misura è riconosciuta a condizione che, al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, il richiedente sia in possesso congiuntamente di alcuni requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno, ovvero: che sia cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, oppure sia cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, titolare di permesso unico di lavoro autorizzato a svolgere un’attività lavorativa per un periodo superiore a 6 mesi o titolare di permesso di soggiorno per motivi di ricerca autorizzato a soggiornare in Italia per un periodo superiore a 6 mesi; che sia soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia; che sia residente e domiciliato in Italia; che sia o sia stato residente in Italia per almeno 2 anni, anche non continuativi.

Come funziona l’assegno unico universale?

L’importo dell’Assegno unico e universale per i figli a carico è determinato quindi sulla base della condizione economica del nucleo familiare, verificata tenendo conto dell’Isee in corso di validità: in riferimento a questo, è prevista una quota variabile che va da un massimo di 175 euro per ciascun figlio minore con Isee fino a 15.000 euro, a un minimo di 50 euro per ciascun figlio minore con Isee pari o superiore a 40.000 euro.

Nello specifico, in questo momento l’Assegno unico e universale potrebbe subire delle variazioni. Tra le ipotesi sul tavolo del nuovo Governo Meloni c’è l’idea di dare meno peso alle proprietà diverse dalla prima casa che risultano sfitte oppure ottenute tramite eredità. In quest’ultimo caso, la modifica si applicherebbe quando la proprietà risulta essere in condivisione. La questione delle seconde case è spinosa: infatti queste, inserite nell’Isee, davano non pochi problemi alle famiglie che non ne ricevevano benefici economici e vedevano però alzarsi il proprio indicatore economico.

La ministra della Famiglia Eugenia Roccella ha ribadito che fra gli obiettivi principali del governo c’è «correggere e incrementare l’assegno unico che attualmente è di 15 miliardi l’anno». E guardando al futuro: «Il prossimo anno vogliamo rifinanziare e portare la quota a 18 miliardi. Abbiamo in mente anche altre iniziative».

Con l’entrata in vigore dell’Assegno unico e universale, sono state abrogate e assorbite da questo assegno le seguenti misure di sostegno alla natalità: il premio alla nascita o all’adozione (Bonus mamma domani); l’assegno ai nuclei familiari con almeno 3 figli minori; gli assegni familiari ai nuclei familiari con figli e orfanili; l’assegno di natalità (cd. Bonus bebè) e le detrazioni fiscali per figli fino a 21 anni. L’Assegno unico non assorbe né limita gli importi del bonus asilo nido.

Assegno unico universale: come richiederlo?

L’Assegno unico e universale è corrisposto dall’Inps ed è erogato, a richiesta anche successiva, in pari misura tra coloro che esercitano la responsabilità genitoriale mediante accredito su conto corrente bancario o postale. Ai nuclei familiari percettori del Reddito di Cittadinanza, l’Assegno unico e universale è corrisposto d’ufficio dall’Inps, senza necessità di presentare apposita domanda.

Per le domande presentate dopo il 30 giugno, l’Assegno decorre dal mese successivo a quello di presentazione ed è determinato sempre in base all’Isee registrato al momento della domanda.

Per presentare la richiesta bisogna accedere dal sito Inps al servizio Assegno unico e universale per i figli a carico con Spid - almeno di livello 2 - Carta di Identità Elettronica 3.0 (Cie) o Carta Nazionale dei Servizi (Cns). Oppure, contattando il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile, con la tariffa applicata dal gestore telefonico) o, infine, tramite enti di patronato, attraverso i servizi telematici offerti gratuitamente dagli stessi.

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