Culture

Roma: il Teatro Manzoni ci fa rivivere Pippa Bacca

Lo spettacolo Mi sorprendo alle stelle ha rievocato la vita, la morte ma soprattutto l’essenza dell’artista milanese nella cornice della serie teatrale Nascoste, dedicata alle eroine dimenticate dalla storia
Pippa Bacca
Pippa Bacca Credit: Danilo Borrelli
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
20 aprile 2023 Aggiornato alle 20:00

«Pippa Bacca è una donna dei nostri giorni, ma in fondo c’è sempre stata. O meglio, c’è sempre stata nella Storia una donna come Pippa Bacca». A dirlo, Michele Di Sivo, poco prima che il sipario si apra. Sul palco, poi, compare una ragazza vestita di bianco, con un velo trattenuto sul capo da un cerchietto di fiori, bianchi anche quelli.

«L’idea mi venne al matrimonio di mia cugina. Un abito da sposa al contrario. Un vestito da indossare non una volta soltanto, non per un’occasione irripetibile, ma tutti i giorni in un viaggio speciale, attraverso Paesi in guerra, incontrando popoli e persone in sofferenza o in difficoltà».

La vicenda dell’artista milanese, ecologista e attivista, morta tragicamente nel 2008, è stata rievocata ieri al Teatro Manzoni di Roma con Mi sorprendo alle stelle – la vera storia di Pippa Bacca.

Durante la performance itinerante Brides on tour, con cui si proponeva di attraversare in autostop e in abito nuziale, insieme all’amica e alla collega Silvia Moro, ben 11 Paesi teatro di conflitti armati per portare un messaggio di pace e fiducia reciproca, l’artista Pippa Bacca (pseudonimo di Giuseppina Pasqualino di Marineo) muore tragicamente, violentata e uccisa a Gebze, in Turchia, da un uomo che le aveva dato un passaggio.

C’è qualcosa di sacro e sconvolgente nel suo viaggio e in generale nella sua vita, distrutta e profanata prima del tempo. La si può conoscere già, oppure la si può apprendere sul momento, poco importa: in entrambi i casi si rimane inchiodati sul sedile, immersi nell’oscurità del teatro, risucchiati dalle immagini che scorrono proiettate sul telo, dalle parole degli attori, dai ricordi vividi e teneri della madre e delle sorelle.

Lo spettacolo, scritto e diretto da Fabrizio Oliverio con la supervisione artistica di Silvio Giordani, andato in scena ieri mercoledì 19 aprile, è un’ibridazione: i monologhi di Pippa Bacca, a cui dà voce Claudia Portale e del suo assassino Murat Karataş, interpretato da Giuseppe Renzo si alternano a filmati tratti dal documentario Sono innamorato di Pippa Bacca diretto da Simone Manetti e alla preziosa, toccante testimonianza di Rosalia Pasqualino di Marineo, sorella maggiore dell’artista e parte attiva nella rappresentazione teatrale.

«Per noi, specialmente per Pippa, l’autostop è sempre stato un modo del tutto naturale di spostarsi. Da piccole, mamma comperò un furgoncino per i nostri viaggi: lo dipingemmo di tutti i colori e lo ribattezzammo col nome di “Arlecchino”. Quando, dopo diversi anni si ruppe, mamma lo prese come una sorta di segno, che da quel momento in poi avremmo dovuto viaggiare a piedi, con lo zaino in spalla. Un’estate percorremmo il cammino di Santiago e al ritorno facemmo l’autostop» racconta Rosalia, vestita di verde, proprio come Pippa che «un giorno decise che si sarebbe vestita sempre e unicamente di verde».

Una rappresentazione che si inserisce nell’ambito della serie teatrale Nascoste, storie perse tra le pagine del tempo a cura di Michele Di Sivo, Emanuela Lucchetti e Fabrizio Oliverio, che vede protagoniste figure storiche meno conosciute, spesso dimenticate, ma in qualche modo eroiche e universali. Vite e racconti contraddistinti da emancipazione e resistenza, persi nella memoria del tempo, vissuti di donne non viste, in un certo senso “nascoste” e per questo riscoperte.

La rassegna prevede incontri dedicati a Margherita Sarfatti, scrittrice, giornalista e critica d’arte, Isabella De’ Medici, principessa del Rinascimento dall’esistenza luminosa e dalla caduta rovinosa; ma anche Bellezza Orsini, accusata di stregoneria, processata, torturata e uccisa nella Rocca di Fiano Romano e Ursula Hirshmann, testimone e custode delle prime bozze del Manifesto di Ventotone (arrotolate nelle sigarette e cucite con cura nella gonna per portarle dall’isola al continente) e di una prima idea di Europa.

La vicenda di Pippa Bacca approda a teatro grazie all’incontro del Centro Teatrale Artigiano, diretto da Pietro Longhi con il master Esperto in Comunicazione Storica dell’Università Roma Tre. Il progetto si avvale anche della collaborazione dell’Associazione E io ci sto, attiva nel campo dell’arte e della cultura.

«La storia di Pippa Bacca – spiega il regista Fabrizio Oliverio – ha l’urgenza e la necessità di essere raccontata a un pubblico giovane e non, per far sì che l’arte e la fiducia nel prossimo non cessino e non vengano soffocati nel peso dell’indifferenza e del tempo. Ciò che probabilmente voleva fare Pippa Bacca è raccogliere la voce viva della generosità, l’originale della bontà, del coraggio, raccogliere le testimonianze di un’affermazione potente che trova spazio ed espressione in eventi minuscoli».

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