Ambiente

Altro che verde, l’estate è sempre più marrone

A causa di siccità e ondate di calore cambiano le sfumature cromatiche delle foreste, che diventano autunnali già nei mesi estivi. Per gli esperti, è un fenomeno preoccupante che va monitorato
Credit: Natalia Valverde
Tempo di lettura 4 min lettura
11 aprile 2023 Aggiornato alle 16:00

Un’estate marrone.

Fra gli effetti collegabili alla crisi del clima c’è anche questo: mesi estivi in cui alberi, foreste e foglie mostrano colori più autunnali che estivi.

Chiaramente, non è un buon segno. Cambiano, a causa del surriscaldamento globale innescato dall’uomo, le sfumature dell’estate europea: secondo un team di ricercatori svizzeri infatti a causa di siccità persistente, come quella che caratterizza oggi l’Italia o la Francia, e anche per via delle ondate di calore sempre più potenti, le foreste del Vecchio Continente diventano marroni ben prima di settembre o ottobre.

Nello studio pubblicato sulla rivista Biogeosciences i ricercatori dell’Università Eth di Zurigo hanno esaminato i dati degli ultimi 21 anni scoprendo come questa tendenza si sta diffondendo in tutta Europa.

L’anno scorso è stato colpito il 37% delle foreste mediterranee e dell’Europa centrale che, anche grazie all’aiuto delle osservazioni satellitari, sono risultate più scure rispetto alla media degli anni precedenti nello stesso periodo.

Secondo gli esperti i motivi sono ricollegabili sia alle elevate temperature e alla carenza di risorse idriche attuali, ma soprattutto a una serie di sofferenze del passato - sempre dovute al clima - che si sono in qualche modo accumulate tanto da portare le foreste a diventare scure prima del dovuto. Lo chiamano effetto-eredità: una singola estate estrema spesso non è sufficiente a mutare i colori anticipatamente, ma due o tre estati secche di fila possono facilmente innescare questo fenomeno.

In particolare, frequenti periodi di pioggia scarsa nel corso di due o tre anni sono spesso un precursore del successivo imbrunimento estivo, così come frequenti periodi di temperature elevate per almeno due anni nelle zone temperate hanno avuto un impatto significativo sul colore delle foglie e degli alberi.

«Prima della scarsa vegetazione verde delle foreste nell’Europa centrale, di solito osserviamo due estati secche e calde di fila», ha spiegato Mauro Hermann dell’Eth, autore principale dello studio.

Non è soltanto il cambio di colore a preoccupare: la siccità prolungata per esempio favorisce le infestazioni di parassiti e funghi della corteccia, così come gli incendi boschivi legati a territori secchi, sono un fattore che può incidere su l’imbrunimento, osservano i ricercatori.

Da quanto osservato l’area del Mediterraneo soffre di alberi dai colori più scuri dall’inizio degli anni 2000 e negli ultimi lustri il problema si è diffuso soprattutto nelle foreste dell’Europa centrale.

Lo scorso anno, con l’estate più calda di sempre per il Vecchio Continente, è stato registrato l’imbrunimento più esteso in assoluto, con oltre un terzo delle foreste colpite nelle aree centrali.

Se all’apparenza per gli esseri umani questo cambiamento può apparire come una differenza sostanziale nei colori e le sfumature, per gli alberi la riduzione del verde è invece segno di ridotta vitalità e aumento di fattori di stress che possono portare anche alla morte di determinate foreste nel tempo.

Un esempio chiaro viene da Germania o Svizzera dove faggi e abeti rossi sono in condizioni di stress estremo, tanto da appassire e cedere a causa di caldo e siccità.

Per gli esperti “la connessione tra foreste e condizioni meteorologiche è molto più complessa di quanto potrebbe sembrare a prima vista” e, per tentare di proteggere i boschi europei, oltre alla continua battaglia per ridurre le emissioni e rallentare la crisi del clima, sarebbe utile “individuare modelli” che ci aiutino a comprendere in maniera precoce gli stati di sofferenza delle foreste, così come sarà necessario continuare a implementare gli studi che mettono in correlazione meteo e salute degli alberi.

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