Ambiente

Google Cloud: l’88% dei dirigenti vuole una sostenibilità “reale”

Secondo il Sustainability Survey 2023, la maggioranza degli intervistati italiani vorrebbe abbandonare l’approccio “green” legato solo a comunicazione e marketing. Ma al 71% mancano le risorse
Credit: SImon Lee
Tempo di lettura 5 min lettura
19 aprile 2023 Aggiornato alle 18:00

La transizione del mondo delle imprese verso un modello eco-sostenibile sta subendo un leggero rallentamento rispetto agli anni passati. Questo è il quadro che emerge dalla pubblicazione della seconda edizione dello studio annuale dedicato alla sostenibilità promosso dalla piattaforma Google Cloud, che ha commissionato un esteso sondaggio alla società The Harris Poll, leader globale nelle ricerche di mercato e analisi.

La ricerca ha avuto come focus centrale il progresso delle iniziative collegate ai criteri Esg (ambientali, sociali e di governance), interpellando 1.476 dirigenti di alto livello in 16 Nazioni, compresa l’Italia. Rispetto al 2022, la priorità organizzativa di questi temi è scivolata al terzo posto a livello globale nel 2023 (in Italia è scesa al secondo posto).

Le cause principali di questo arretramento vengono attribuite principalmente al deterioramento del quadro macroeconomico globale, dovuto alla crisi energetica, all’inflazione e alle tensione geopolitiche. Tutto ciò si è sommato alle pressioni esercitate sui vertici delle imprese per massimizzare i profitti a scapito dei piani “green”, favorendo l’ottimizzazione dei rapporti con i clienti.

Nonostante l’84% della dirigenza italiana sia pienamente consapevole della necessità di avere prodotti e marchi sostenibili, decisamente più apprezzati dai consumatori, il 71% ha comunicato che deve fronteggiare un calo delle risorse economiche a disposizione per i progetti dedicati alla sostenibilità.

Ulteriori problematiche derivano dal greenwashing aziendale e dall’errata rappresentazione delle iniziative “verdi”, fattori che alimentano diverse preoccupazioni tra i leader industriali italiani, dato che 2 dirigenti su 5 (il 43%) hanno ammesso di aver valutato in maniera errata le proprie politiche di sostenibilità. Un greenwashing involontario dovuto alla mancanza di strumenti attendibili ed efficienti per valutare i progressi in corso.

Queste preoccupazioni stanno comunque spronando la stragrande maggioranza (91%) a cercare sistemi più efficaci, mentre l’88% degli intervistati ha sottolineato la necessità di trasformare la sostenibilità in qualcosa di concreto ed effettivo, rispetto alla sola comunicazione e/o marketing.

Ma la leggera battuta d’arresto, combinata con le problematiche globali sorte nell’ultimo anno, non devono indurre al pessimismo secondo Fabio Fregi, Country Manager Italy per Google Cloud: «Nonostante le difficoltà e le incertezze legate al contesto odierno, i dati ci forniscono un motivo per essere ottimisti. Infatti, in Italia, il 99% delle aziende intervistate ha già attivato almeno un programma per promuovere le proprie iniziative di sostenibilità, e la partecipazione a queste iniziative è rimasta per lo più invariata rispetto allo scorso anno. Poiché siamo consapevoli del ruolo della tecnologia per supportare le imprese nel raggiungimento dei loro obiettivi in ambito Esg, continueremo ad affiancare i nostri clienti per aiutarli a misurare in maniera più precisa l’impatto delle loro app e servizi digitali, aumentare la loro resilienza ai cambiamenti climatici, e supportarli nel percorso di decarbonizzazione».

Le conclusioni dello studio di Google Cloud evidenziano che la sostenibilità continuerà a essere un aspetto chiave per le imprese italiane, che sono alla ricerca di soluzioni innovative con un uso intelligente delle nuove tecnologie.

Secondo Google, l’AI e il machine learning, combinati con i principi dell’economia circolare, avranno un ruolo centrale nella decarbonizzazione e aiuteranno i partner commerciali a elaborare iniziative efficaci per risanare gli oceani, le foreste, tutelando fauna selvatica.

Per agevolare questo percorso, la multinazionale americana ha sviluppato la suite Carbon Sense che riunisce una serie di funzionalità di Google Cloud, fra cui il calcolo del carbon footprint e lo sviluppo di una supply chain a misura di ambiente. In questo modo è stato possibile ridurre del 78% i rifiuti in discarica.

Inoltre, Google ha l’obiettivo migliorare ulteriormente i propri data center, che presentano un’efficienza doppia rispetto ai quelli classici aziendali, e di usare l’energia a zero emissioni di CO2, senza interruzioni, 365 giorni all’anno, in tutti i suoi data center entro la fine del decennio.

Leggi anche
best practice
di Redazione 3 min lettura
Certificazioni green
di Manuela Sicuro 6 min lettura