Ambiente

Cappa da cucina per compost e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
Credit: Hush Naidoo Jade Photography
Tempo di lettura 4 min lettura
27 marzo 2023 Aggiornato alle 16:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta, ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita, allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

Komposta

Komposta è un’innovativa cappa da cucina, ideata da Rithema, che è in grado di essiccare gli alimenti o trasformare gli scarti di frutta e verdura in compost, attraverso il calore proveniente dal piano cottura.

Grazie alla termoventilazione, l’acqua contenuta negli alimenti viene eliminata completamente, disidratandoli in pochi minuti e permettendo di ottenere nel giro di circa 24 ore un pre compost secco di prima qualità.

In assenza di calore proveniente dal piano cottura, inoltre, Komposta è in grado di attivare cicli automatici di termoventilazione a bassa potenza, assicurando la corretta finalizzazione del processo.

La sua tecnologia viaggia in un’ottica di sostenibilità e recupero energetico: infatti, da un lato la trasformazione degli scarti di frutta e verdura in compost permette di ridurre significativamente l’inquinamento derivante dal trasporto dei rifiuti e di prevenire la proliferazione batterica dovuta alle putrefazioni di rifiuti ammassati, che può generare liquidi inquinanti come il percolato; dall’altro, Komposta permette di sfruttare al meglio tutto il calore proveniente dal piano cottura che, altrimenti, andrebbe perso inutilmente o finirebbe per creare dannose condense nell’ambiente.

Heiq Aeoniq

Heiq Aeoniq nasce dall’esigenza di sostituire i materiali inquinanti di cui si serve l’industria della moda per produrre indumenti, come il poliestere e il nylon. Si tratta, infatti, di un filato cellulosico realizzato con materie prime positive dal punto di vista climatico, in modo innovativo con un impatto ambientale molto basso e in grado di riprodurre le proprietà dei filati di poliestere e nylon in una fibra cellulosica, biodegradabile e riciclabile all’infinito.

In particolare, i filati HeiQ AeoniQ sono realizzati con biopolimeri cellulosici che durante la crescita si legano al carbonio nell’atmosfera; e la cellulosa non proviene da polpa di legno bensì da tessuto da scarti tessili, rifiuti agricoli (dalle bucce di banana agli scarti della canna da zucchero ai fondi di caffè) e cellulosa di alta qualità prodotta tramite le biotecnologie, ed è completamente biodegradabile in 12 settimane (contro i secoli impiegati da materiali a base di combustibili fossili).

ProFONDO

Si tratta di una macchina in grado di riciclare i fondi di caffè che ogni giorno vengono prodotti e gettati nei bar, trasformandoli in pellet da utilizzare come combustibile per le stufe.

Gran parte dei fondi di caffè diventa rifiuto e finisce in discarica, emettendo gas nocivi come il metano, e aumentando le emissioni di CO2.

ProFondo, un’idea di Davide D’Amico, studente del Politecnico di Milano, ha trovato la soluzione per riutilizzarli, partendo da 2 tecnologie principali: l’essiccazione e la pellettizzazione.

La prima è necessaria per diminuire l’umidità dal 55-75% al 10-15%, mentre la seconda è un processo meccanico che serve a comprimere la biomassa e innalzare la temperatura fino a 70-80°C, per permettere alla lignina contenuta nel caffè di ammorbidirsi e agire da collante.

Nel dettaglio: i fondi di caffè esausti, dopo essere stati raccolti durante la giornata lavorativa, vengono versati all’interno della macchina; la biomassa arriva direttamente nella camera di riscaldamento (che è un contenitore metallico dotato di elementi riscaldanti flessibili), mentre un mescolatore garantisce l’omogeneità del processo. Un sensore misura la temperatura e quando l’asciugatura è terminata, la camera si apre e il caffè scende, raggiungendo il punto in cui sono presenti 2 rulli che costringono la biomassa a passare attraverso i fori di una trafila matrice dove, grazie alla pressione meccanica e al riscaldamento, si trasforma in pellet e viene raccolta all’interno di un contenitore.

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