Economia

Calano le nascite, aumentano le morti

Il saldo naturale italiano è in rosso. I dati Istat (relativi al 2022) mostrano come, per la prima volta, il numero dei nati si sia fermato a 400.000, mentre i decessi sono arrivati a 713.000
Credit: Jannis Lucas
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24 marzo 2023 Aggiornato alle 11:20

Il saldo naturale rappresenta “la differenza tra il numero di iscritti per nascita e il numero di cancellati per decesso dai registri anagrafici dei residenti”, in un determinato periodo di tempo e su un determinato territorio.

Istat (facendo riferimento al 2022) ha evidenziato come questo indicatore sia “fortemente negativo”: in altre parole, esprime un difetto del numero di nascite rispetto al numero dei decessi. Per dare un’idea della gravità della situazione basti dire che, dall’Unità d’Italia, è la prima volta che il numero dei nati si attesta al di sotto delle 400.000 unità, mentre i decessi arrivano a superare i 713.000.

Secondo i ricercatori e le ricercatrici Istat, “il contesto della crisi sanitaria ancora presente nel 2021 e le conseguenti incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità”. L’eta media al parto, infatti, è aumentata, passando dai 27,5 anni del 2008 ai 29,7 anni del 2021.

A pesare sul saldo è il progressivo invecchiamento della popolazione, ormai noto, oltre che la ridistribuzione demografica. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, entro il 2050 il numero di anziani e anziane raddoppierà, passando dall’11 al 22% della popolazione totale. La stima per la quota degli ultra 65enni ammonterà al 35,9%, con un’aspettativa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne).

Tornando al report Istat, la quantità di cittadini e cittadine che al 31 dicembre 2022 viveva in Italia è 58.859.717, con una flessione del -0,3% rispetto alla stessa data del 2021. A ridursi sono state soprattutto le nascite, diminuite dell’1,9% dal 2021 (392.598 nel 2022). Una lieve ripresa è stata portata dall’immigrazione, specialmente dopo il conflitto in Ucraina: in totale si sono contate 1.887.463 iscrizioni all’anagrafe e 1.745.978 cancellazioni per espatrio. Ma i nuovi residenti non sono riusciti comunque a sanare il deficit della natalità.

La dinamica demografica fornisce l’immagine di una popolazione che si porta ancora dietro gli strascichi della pandemia e, mentre la natalità continua a diminuire, i decessi aumentano in tutte le Regioni. Questo forte aumento, sommato al nuovo record minimo di nascite, produce un forte impatto sulla dinamica naturale: l’Italia sta perdendo la capacità di crescita, non riuscendo a rimpiazzare abbastanza velocemente chi muore con chi nasce.

I picchi più elevati nel deficit del saldo naturale sono stati segnati nel biennio 2020-2021, con una perdita media annua di 300.000 persone. Nel 2022 si è registrato un decremento di altre 320.000, soprattutto a causa dei mesi molto caldi, portando il livello di morte totale a 957.000 nel corso degli ultimi 3 anni. A gennaio 2022 era stato registrato un aumento delle nascite, che aveva visto un +3,4% in confronto allo stesso mese del 2021.

Questi dati forniscono informazioni fondamentali, utili per una pianificazione dello sviluppo. Per far ripartire la natalità, bisognerebbe sostenere economicamente le famiglie, avviare un processo che porti i nidi a diventare un diritto di tutti i bambini e le bambine e, infine, andrebbe reso paritario e fruibile da entrambi i genitori, allo stesso modo, il congedo di parentale obbligatorio.

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