Diritti

Cina: il Governo vuole incoraggiare le nascite. Ma le donne dicono no

Per la prima volta dal 1961, il Paese che un tempo aveva istituito la politica del figlio unico deve gestire il calo della popolazione. Conseguenza anche dell’emancipazione femminile
Credit: EPA/WU HONG
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6 febbraio 2023 Aggiornato alle 12:00

Anno nuovo ma niente nuove nascite. Per la prima volta dal 1961 la Cina deve fare i conti con il calo della popolazione, che alla fine del 2022 contava 1,41 miliardi di persone, 850.000 in meno rispetto al precedente.

Come riporta il Washington Post, le statistiche della scorsa settimana hanno confermato che la popolazione cinese si sta ufficialmente riducendo perché, come avviene in molte parti del mondo, sono decedute più persone di quelle nate. Una situazione prevista dal governo di Xi Jinping, che infatti aveva già introdotto incentivi a sostegno delle famiglie con due figli e che con i recenti dati ha ravvivato ancora una volta i dibattiti su come evitare la crisi demografica e arginare il problema di una forza lavoro in calo, incapace di sostenere una popolazione che invecchia rapidamente.

La crisi di oggi è determinata molto probabilmente dalla politica de figlio unico, introdotta nel 1979 e abbandonata nel 2016, che impediva alle coppie di avere più di un figlio e che per questo ha inflitto sofferenze su larga scala e determinato milioni di aborti forzati, sterilizzazioni e multe a chi voleva avere una famiglia più numerosa rispetto alle quote consentite in un Paese in cui culturalmente si preferiva anche la nascita di figli maschi.

Questo aspetto ha portato a discriminare le bambine ancor prima di nascere ma anche, parrebbe, ad alcuni aspetti positivi, secondo il quotidiano statunitense, legati all’uguaglianza di genere: le poche bambine di una Cina dove il numero degli uomini supera quello delle donne, hanno infatti beneficiato della ridotta concorrenza con i fratelli in fatto di attenzione dei genitori e di investimento di tempo e denaro per l’istruzione e oggi vedono la carriera e il lavoro al primo posto, insieme a una vita di coppia senza figli.

Insomma, le donne non hanno nessuna intenzione di iniziare a fare più bambini.

Su Weibo, l’equivalente cinese di Twitter, sono moltissime le donne che rivendicano il diritto a vivere una vita Dink, acronimo di dual income no kinds, ovvero doppio reddito e niente figli, mentre milioni di utenti usano il recente neologismo renkuang, che combina i caratteri che indicano umano e miniera, esprimendo rammarico per essere trattati come una risorsa grezza sfruttata a fini economici.

Quello da poco iniziato è l’anno del Coniglio, il quarto dei dodici segni dello zodiaco cinese, simbolo di longevità, prosperità e pace. Anno che coincide con la rimozione da parte della Cina, per la prima volta dal 2020, delle restrizioni sui viaggi internazionali tanto in entrata quanto in uscita.

A Roma sono concentrate gran parte delle persone cinesi in Italia: poco più di 20mila a fronte delle circa 300mila rilevate dall’ultimo rapporto del ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ed è qui che il 5 febbraio si chiuderanno i festeggiamenti con la Festa delle Lanterne che tradizionalmente rappresenta il lasciar andare il vecchio per accogliere il nuovo.

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