Diritti

Congedi di paternità: a che punto siamo?

Il 20 maggio a Milano inizia il WeWorld Festival: si parlerà di donne, barriere di genere e genitorialità. E di una ricerca esclusiva sulla paternità, di cui vi presentiamo i risultati
Locandina del WeWorld festival
Locandina del WeWorld festival Credit: weworld.it
Valeria Pantani
Valeria Pantani giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
19 maggio 2022 Aggiornato alle 07:00

Il 20/21/22 maggio torna a Milano il WeWorld Festival: tre giorni di incontri, dibattiti, mostre e altre performance per fare il punto sulla condizione della donna, dei suoi diritti, sulle barriere ancora presenti contro di loro in Italia e nel mondo.

WeWorld è un’organizzazione italiana per la protezione dei diritti fondamentali delle persone (in particolare di donne e bambinə), impegnata in 25 Paesi del mondo. Diritti umani (dalla parità di genere, prevenzione e contrasto della violenza su bambinə e donne, fino alle migrazioni), salute, istruzione, sviluppo socio-economico, protezione ambientale: questi sono alcuni dei settori in cui opera WeWorld.

Il loro obiettivo è creare un mondo più equo e ricco di opportunità, con un maggiore accesso alle risorse, alla salute, all’istruzione e al lavoro, dove anche l’ambiente sia tutelato e considerato una risorsa da difendere. «Un mondo, terra di tuttə, in cui nessunə sia esclusə». Per fare ciò, WeWorld promuove percorsi di sviluppo umano sostenibile nel rispetto dell’ambiente, per lottare contro povertà, violenza e ingiustizie.

In vista del festival (durante il quale verranno trattate anche tematiche relative alle barriere di genere sul lavoro e alla genitorialità) l’organizzazione ha commissionato a IPSOS l’indagine “Papà, non mammo. Riformare i congedi di paternità e parentali per una cultura della condivisione della cura”.

La ricerca è stata condotta con l’obiettivo di indagare riguardo ai congedi di paternità e parentali, sul loro uso e non uso, per la creazione di nuove politiche che promuovano l’empowerment femminile e la condivisione della cura deə figliə, tenendo sempre a mente i bisogni di entrambi i genitori.

«Il Sistema dei congedi è da riformare» scrive WeWorld. In Italia il lavoro di cura è ancora quasi del tutto affidato alle madri: dopo la nascita di un figlio, le donne perdono il lavoro 5 volte più degli uomini (25% contro 5%), una condizione che porta a un ridimensionamento della loro carriera, della loro indipendenza economica e del loro empowerment. Sono loro, infatti, che nella maggior parte dei casi usufruiscono dei congedi genitoriali.

Dall’indagine è emersa una scarsa consapevolezza riguardo alla normativa attuale: 1 genitore su 5 è a conoscenza che il congedo di paternità ha una durata di 10 giorni; 1 su 4 che i congedi parentali sono retribuiti al 30%. 1 padre su 2 (53%) ha usufruito almeno una volta del congedo di paternità, un dato che sale tra gli uomini più giovani (18-44 anni), arrivando a circa il 60%.

«Guardando al congedo parentale, che è facoltativo e utilizzabile da entrambi i genitori, emerge che, quando a lavorare sono sia padre che madre, le madri lo utilizzino in misura maggiore o esclusiva in 6 casi su 10», riporta WeWorld.

Il 36% dei padri ha dichiarato di non aver utilizzato il congedo perché, al tempo, la madre non lavorava. Tutto cambia quando invece sono le donne le lavoratrici: per il 31% il partner non ha voluto prendere il congedo, un dato che viene confermato anche dai padri stessi (1 su 5).

Per quanto riguarda le motivazioni, nel 29% dei casi è stata la donna a usufruire del congedo perché per il padre era «troppo complicato assentarsi dal lavoro». Ma esistono anche ragioni economiche: «poiché il congedo parentale viene retribuito al 30% dello stipendio - scrive WeWorld - l’impiego più “sacrificabile” risulta quello delle donne, che tendenzialmente percepiscono salari più bassi rispetto agli uomini».

Nonostante questi risultati, i genitori spesso non si ritengono soddisfatti degli attuali congedi, troppo brevi e poco retribuiti. Il 64% dei padri vorrebbe un congedo di paternità di almeno 2 mesi (il 37% di 4). Per il 73% delle madri, invece, il congedo di paternità dovrebbe durare almeno 2 mesi (4 mesi per il 54% e 6 per il 41%).

Cosa chiede quindi WeWorld? Chiede di ripensare ai nostri modelli di sviluppo economico (ancora stereotipati e maschili, esacerbati da due anni di pandemia), per raggiungere un grado di consapevolezza e di condivisione della cura deə figliə.

Chiede che la durata del congedo obbligatorio di paternità sia esteso da 10 giorni a 3 mesi; che venga introdotto un congedo parentale specifico sia per la madre che per il padre e della durata di 6 mesi; che vengano estesi i congedi a tutte le categorie di madri lavoratrici e padri lavoratori (inclusi ə dipendenti pubblici) con l’introduzione di soluzioni alternative (quali sussidi) per ə lavoratorə autonomə e liberə professionistə.

La strada verso una maggiore equità genitoriale e di genere sembra ancora lunga ma, intanto, anche quest’anno WeWorld ci offre uno spazio di condivisione e dialogo alla dodicesima edizione del suo festival.

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