Ambiente

Splash! Lattine, bioplastica, orologi: dove si buttano?

Ci sono materiali e prodotti davanti ai quali la raccolta differenziata a volte sembra una lotteria. Ecco la rubrica per non sbagliare bidone
Credit: Mykola "Kolya" Korzh
Tempo di lettura 4 min lettura
14 marzo 2023 Aggiornato alle 19:00

L’insegnamento della raccolta differenziata nelle scuole dovrebbe essere una materia obbligatoria. “A cosa serve, il suo significato e i suoi simboli” potrebbe essere il titolo della prima lezione, a cui tutti gli studenti italiani dovrebbero assistere. Tutti gli allievi dovrebbero imparare come dividere i rifiuti nei contenitori e le regole per farlo in modo corretto, oltre al funzionamento di riciclo e smaltimento. D’altra parte, i Comuni potrebbero tenere corsi ad hoc, visto che le indicazioni variano in base alla località.

In fondo siamo tutti studenti e apprendisti della vita, pieni di dubbi, confusi e sempre di fretta. Soprattutto quando si parla di differenziare. Dove si butta questo? E quello? Si tramandano leggende di persone sopraffatte dall’incertezza davanti ai cassonetti tra plastica, vetro, carta, umido e indifferenziata. E i rifiuti ingombranti? Ah, già.

Scherzi a parte, qui si fa sul serio. Se ti è capitato di restare di fronte a un bidone insicuro ed esitante sul da farsi con un oggetto in mano, per qualche istante o per ore, sei nel posto giusto. Questa rubrica cerca di dissipare la nebbia della raccolta differenziata che avvolge alcuni oggetti e materiali, per evitare errori e fare “Splash” nel contenitore giusto.

Le lattine

Hai mangiato il tuo kebab preferito, rigorosamente completo, con le cipolle e tanta salsa piccante. Ti ritrovi con la lattina della bibita che hai appena finito davanti ai cestini. Dove andrà? Naturalmente una buona pizza o qualsiasi altro cibo, a seconda dei gusti, possono contribuire al nostro esempio. D’altra parte, le latte si utilizzano abitualmente in casa e in cucina anche per legumi, conserve, passate di pomodoro e molto altro.

Per rispondere a questa domanda, occorre fare uno sforzo in più, proprio lì sul momento. Ogni Comune, infatti, ha regole diverse. Per portare un esempio pratico, a Milano le lattine si buttano insieme alla plastica. Ma basta andare pochi chilometri verso sud perché cambi tutto: a Lodi vanno con il vetro.

I barattoli di latta sono formati per lo più dall’alluminio, che è riciclabile al 100%. Un’indicazione generale potrebbe essere questa: ai fini del riciclo delle lattine, bisogna individuare i bidoni della raccolta degli imballaggi in metallo e gettarle dopo averle pulite, senza rivestimenti.

La bioplastica

I bicchieri usa e getta sono una soluzione pratica e comoda per le festicciole o per le occasioni in cui si hanno ospiti. Per fortuna ci sono quelli biodegradabili. “La musica è finita, gli amici se ne vanno”, avanza giusto una fetta di torta per la colazione di domattina. Ora però c’è da sistemare e rimettere in ordine: ma dove si buttano?

Bottiglie, flaconi, sacchetti e pellicole: le bioplastiche sono materiali compostabili e/o biodegradabili realizzati senza derivati del petrolio ma con l’utilizzo di materie prime rinnovabili come mais, grano, patate dolci, canna da zucchero, alghe e oli vegetali.

Stoviglie e oggetti di questo tipo diventano compost e quindi vanno smaltiti nei rifiuti organici, il cosiddetto umido. La difficoltà maggiore sta nell’accertarsi che si tratti davvero di bioplastiche e non di plastica tradizionale: dev’esserci scritto sopra chiaramente “bioplastica compostabile” oppure bisogna saper riconoscere i simboli che corrispondono alla certificazione del materiale.

Gli orologi

Anche nell’era degli smartwatch, gli orologi arrivano a fine corsa. Per quanto siano accessori a cui ci si affeziona nel tempo, a un certo punto si può sentire la necessità di fare ordine nello spazio di quel cassetto. E così si arriva alla decisione dolce-amara di disfarsene. Ma non è un’operazione così scontata.

Gli orologi infatti sono “articoli articolati”, composti da più parti e da materiali diversi. È un’altra fattispecie in cui diventano determinanti le regole locali. Tocca dunque armarsi di buona volontà, studiare le norme della propria “tribù” ed essere eventualmente disposti a… inseguire le autorità comunali. Basta dare uno sguardo ai due maggiori centri urbani italiani per rendersene conto.

Si dice da sempre che Milano è tra le città del mondo con più orologi pubblici: sono oltre mille e 350. Ma quelli classici e da polso che fine fanno? Vanno portati nelle isole ecologiche o nei punti di riciclo, facendo attenzione al cinturino che è destinato all’indifferenziata e ancor più alla batteria che spetta alle riciclerie o al Centro Ambientale Mobile (CAM): il sito www.amsa.it/cittadini/milano/dove-lo-butto è utilissimo.

Invece a Roma, la Città Eterna, è possibile riconsegnare gli orologi ai negozianti che se ne occupano, gettare i cinturini tra i materiali non riciclabili e lasciare le batterie tra le pile esauste o nei centri di raccolta.

Leggi anche
Sostenibilità
di Alexandra Suraj 7 min lettura
Rifiuti
di Alexandra Suraj 4 min lettura