Ambiente

Riciclo? Eccellente Italia!

Il nostro Paese si distingue in Europa per il 72% di scarti urbani e speciali-industriali riciclati nel 2020. A dirlo è la Fondazione Sviluppo Sostenibile, che aggiunge: siamo secondi nel recupero degli imballaggi pro capite
Credit: Jorge Gil/Contacto via ZUMA Press
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22 dicembre 2022 Aggiornato alle 10:45

A 25 anni dall’approvazione del decreto Ronchi, che ha dato avvio al moderno sistema industriale per il riciclo, l’Italia è al primo posto tra i Paesi più densamente popolati in Europa per tasso di riciclo: nel 2020 ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali. Nella classifica per il recupero degli imballaggi pro capite è seconda solo al Lussemburgo con 145 kg per abitante all’anno.

Sono i dati che emergono dal rapportoIl Riciclo in Italia 2022”, realizzato dalla Fondazione Sviluppo Sostenibile e presentato in occasione della Conferenza nazionale dell’Industria del riciclo “L’eccellenza del riciclo e le sfide future.

È un ruolo chiave quello dell’Italia nel settore del riciclo, con una quantità di rifiuti recuperati negli ultimi 20 anni che è più che raddoppiata, passando da 30 milioni di tonnellate (Mt) nel 2000 a circa 65 Mt nel 2020, delle quali circa 54 Mt sono state riciclate. Un Paese che in un ventennio è passato dall’emergenza rifiuti all’eccellenza. Un Paese da cui prendere esempio.

E dovrebbe farlo in primis il resto d’Europa, dove il tasso di riciclo dei rifiuti degli ultimi anni è rimasto fermo al 53%. Ben il 19% in meno rispetto al dato italiano (72%) che ha raccolto 12 punti percentuali in soli 11 anni (la Spagna ha aumentato il riciclo del 5%, la Germania è rimasta ferma e la Polonia e la Francia hanno peggiorato le loro percentuali).

Una crescita straordinaria, quella del Bel Paese, che è servita anche ad alimentare lo sviluppo dellindustria italiana del riciclo, diventata un comparto rilevante e strategico del sistema produttivo nazionale, con 2.500 imprese, 236.365 occupati (+5,9 % dal 2010 al 2020), +31% di valore aggiunto dal 2010 e il 2020 e oltre 25 milioni di tonnellate di materiali secondari prodotti.

Eccellenza anche nel riciclo degli imballaggi pro capite, l’Italia si piazza al secondo posto della classifica, superata solo dalla Germania.

Gli obiettivi europei sono stati raggiunti e largamente superati in quasi tutti i settori. Fanno ancora eccezione le apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) il cui tasso di riciclo italiano è fermo al 34,6% contro il target europeo del 65%, e le pile e gli accumulatori, con un tasso di raccolta rispetto all’immesso sul mercato nell’ultimo triennio che, secondo i dati Eurostat, raggiunge per l’Italia il 36%, 9 punti percentuali sotto al target previsto per il 2016 (45%).

Tra i settori più importanti che hanno lavorato sul riciclo degli imballaggi, i dati più confortanti vengono dagli imballaggi di carta e cartone: quelli avviati a riciclo nel 2021 in Italia hanno segnato un incremento consistente (+9,7%), arrivando a 4,5 Mt, un valore mai registrato prima che ha portato il tasso di riciclo all’85,1%, superando l’obiettivo fissato dalla direttiva europea per il 2030.

Anche il riciclo degli imballaggi in plastica nel 2021 ha registrato un incremento significativo, pari al +11,8% rispetto al 2020, arrivando a 1,2 Mt. Incremento che rappresenta la valorizzazione a riciclo del 55,6% degli imballaggi immessi al consumo, raggiungendo in anticipo il target fissato al 2030 anche in questo caso.

Il riciclo dei rifiuti di imballaggi in vetro provenienti dalla raccolta nazionale, poi, ha raggiunto 2,2 Mt, con una percentuale di riciclo sull’immesso al consumo che è arrivata al 77%, raggiungendo anche in questo caso l’obiettivo fissato per il 2030.

Per la filiera dell’acciaio, invece, si è purtroppo registrato nel 2021 un decremento delle quantità avviate a riciclo (-6%), a causa di un valore di immesso a consumo particolarmente alto, che porta a un risultato di riciclo del 72%. in questo caso, è stato raggiunto l’obiettivo fissato per il 2025, mentre risulta ancora distante quello dell’80% per il 2030.

Le quantità di rifiuti di imballaggio in alluminio post-consumo avviate complessivamente a riciclo nel 2021 sono circa 53.000 T, pari al 67,5% degli imballaggi immessi al consumo, superando il target UE al 2025 e 2030.

Per i rifiuti di imballaggio in legno il target specifico è al 25% entro il 2025 e al 30% entro il 2030, entrambi già raggiunti e largamente superati dal nostro Paese.

Spunta verde e soddisfazione nella maggior parte dei settori per l’Italia, con la consapevolezza che il lavoro da fare è ancora tanto e la strada è ancora lunga. Non basta essere l’eccellenza: è fondamentale, ora, muoversi per essere esempio concreto per chi, nella gara ideale del riciclo, è rimasto indietro e deve rimettersi in corsa per aiutare il pianeta.

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