Ambiente

Panchina anti emissioni e… piccole grandi idee per il Pianeta

Non solo raccolta differenziata e prodotti biodegradabili. Se vuoi prenderti cura della Terra in modo geniale e green, ecco la rubrica che fa per te
Credit: Jerry De Vos
Tempo di lettura 5 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:00

Tra gli slogan più ricorrenti delle manifestazioni per il cambiamento climatico e contro l’inquinamento ambientale, ricordiamo tuttə il famoso “There is no planet B”. Già, non esiste un pianeta B, ma un piano B c’è. Anzi, più di uno.

Ogni giorno c’è qualcunə che ne sa una più del diavolo e lancia idee geniali e invenzioni eccezionali ed ecosostenibili. Come? Dando una nuova vita a oggetti quotidiani che regolarmente gettiamo senza riflettere sulle possibilità di riutilizzo o ingegnandosi per trasformare il banale in straordinario.

Se ti sei chiestə almeno una volta cosa puoi fare per salvare il Pianeta – ma le risposte che hai trovato erano sempre le solite e banali raccomandazioni che segui già da una vita – allora questa è la rubrica che fa per te. Abbiamo raccolto le migliori invenzioni che possono aiutare la Terra che abitiamo. Tu sei dei nostri?

LIQUID 3

LIQUID3 è un’invenzione di Ivan Spasojevic, professore di Scienze biofisiche presso la University of Belgrade, che ha sviluppato uno strumento in grado di ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle città.

Si tratta di un elemento di arredo urbano costituito da una panca per il riposo dei cittadini, da un pannello solare che illumina l’installazione anche la notte e permette la ricarica di dispositivi elettronici attraverso i caricatori messi a disposizione e da 600 litri d’acqua all’interno dei quali sono immerse microalghe, fondamentali per legare l’anidride carbonica e produrre ossigeno puro attraverso la fotosintesi.

In questo modo, quindi, attraverso questa installazione, è possibile purificare l’aria urbana trasformando la CO2 in O2.

Le microalghe contenute in LIQUID3 sono in grado di sostituire 2 alberi di 10 anni o 200 metri quadrati di prato e, se è vero che sia gli alberi che l’erba eseguono la fotosintesi e legano l’anidride carbonica, il vantaggio delle microalghe è che sono da 10 a 50 volte più efficienti degli alberi.

L’invenzione, che tradotta prende il nome di “albero liquido” costituisce il primo foto bioreattore urbano della Serbia ed è installata di fronte al Comune di Stari Grad in Makedonska Street a Belgrado, un’area urbana trafficata dove le emissioni di CO2 sono le più alte.

Il team che ha lavorato al progetto spera ora di poter riuscire a costruire nuove installazioni in vari punti del Paese, lì dove non c’è spazio per piantare alberi, ma l’inquinamento è eccessivamente elevato.

XTrude Zero

Sono trascorsi 3 anni dall’esplosione della pandemia da Covid-19 e, se qualcuno chiedesse qual è la prima cosa che ci viene in mente ripensando a quei mesi, certamente la risposta più quotata sarebbe: la mascherina! Centinaia, migliaia, milioni di tonnellate di mascherine usate sono andate ad aggiungersi all’infinità di rifiuti prodotti quotidianamente, con una difficoltà di smaltimento non da poco.

È a partire da queste considerazioni che Mike Ryan e Aleksandr Trakul, studenti della Warsaw University of Technology (Polonia), hanno inventato XTrude Zero, una macchina che disinfetta e ricicla le mascherine chirurgiche a 3 strati usate trasformandole in un pellet polimerico riutilizzabile.

Le maschere vengono prima inserite nella macchina una a una e posizionate direttamente su un nastro trasportatore. Successivamente, una serie di tamburi di rotolamento muniti di lame tagliano i lati della maschera precedentemente saldati e mentre la maschera si sposta lungo il nastro trasportatore, tre tamburi rotanti rimuovono gli strati delle maschere uno per uno (ogni strato è di plastica diversa).

Gli strati separati vengono quindi triturati, raccolti in un contenitore cilindrico e alimentati da una vite senza fine in un elemento riscaldante. Come risultato di questo processo, si forma un filamento continuo che viene, successivamente, tagliato in piccoli segmenti uguali creando pellet.

La macchina è stata pensata in un’ottica, oltre che di sostenibilità, anche di accessibilità: presenta, infatti, dimensioni talmente ridotta da poter essere collocata praticamente in qualsiasi spazio pubblico rendendosi accessibile al grande pubblico per lo smaltimento delle mascherine.

Plastic scanner

Problemi con il riciclo? Plastic Scanner è la tecnologia che tutti dovremmo avere a portata di mano.

Nato dagli studi di Jerry De Vos, uno studente della Delft University of Technology, Plastic Scanner è uno scanner portatile a basso costo che ti dice subito di che tipo di plastica è composto un prodotto, ottimizzando lo smistamento dei rifiuti.

Lo strumento si compone di due semplici elementi per un utilizzo alla portata di tutti: una scheda breakout da assemblare e le istruzioni su come trasformarla in un dispositivo portatile.

Il principio di funzionamento si basa sulla tecnologia della spettroscopia infrarossa discreta che permette di identificare diversi tipi di plastica e riciclarli o smaltirli nel modo più opportuno.

Il suo utilizzo è molto semplice: basta appoggiarlo sulla plastica da analizzare e lui segnala da quali materiali è composta, permettendo di riconoscerla e identificare se e come è riciclabile.

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