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Come possiamo rendere l’industria circolare?

La ricerca finanziata dalla Commissione europea e coordinata dall’Università Unitelma Sapienza di Roma mira a creare nuovi scenari di transizione per il settore
Credit: Tomas Anunziata
Tempo di lettura 4 min lettura
13 febbraio 2023 Aggiornato alle 11:00

Studiare il panorama industriale attuale, basato sui combustibili fossili, e immaginare scenari per un futuro basato sulla bioeconomia circolare.

È questo l’obiettivo di Sustrack, un progetto triennale dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, finanziato dalla Commissione europea.

Dopo una fase preparatoria iniziale, le sue attività sono in partenza. In particolare, i ricercatori proveranno a identificare e a stilare una lista di raccomandazioni e temi prioritari, da sottoporre alla politica, per indirizzare la transizione verso sistemi di produzione bio-based e circolari. Si tratta di uno scenario nel quale tutte le risorse biologiche, come piante e animali, vengono sfruttate o riutilizzate in maniera efficiente, per fabbricare beni e fornire servizi, minimizzando l’impatto ambientale.

La bioeconomia circolare, secondo gli esperti, può essere il traino verso un nuovo modello economico più sostenibile.

Lo rendono necessario, da una parte. l’avanzare sempre più rapido della crisi climatica, con fenomeni che incidono su agricoltura, attività produttive e legate alle forniture di energia, come la siccità o le alluvioni.

Dall’altra, eventi come la guerra in Ucraina, che ha rivoluzionato i piani per l’approvvigionamento di gas e petrolio di tutti gli Stati europei.

Per ideare politiche di trasformazione e innovazione che funzionino, serve però un’ampia conoscenza dei principali settori industriali, dal chimico al tessile. Ciò permetterà di indirizzare meglio eventuali investimenti e creare nuovi mercati green, pur con “la capacità di assumersi rischi”, come si legge nella nota di presentazione del progetto.

Proprio a questo scopo entra in gioco il team di Sustrack, che eseguirà una valutazione critica degli impatti dell’attuale economia lineare.

La sfida è identificare sia i vantaggi che i limiti di un sistema basato sull’utilizzo dei fossili, nonché il “potenziale di miglioramento associato ai sistemi circolari a base biologica”, affermano i ricercatori in un comunicato stampa.

L’obiettivo è dare “contributi significativi all’identificazione delle priorità politiche e delle agende industriali” italiane.

Il progetto farà tesoro delle esperienze precedenti dei progetti STAR-ProBio, BioMonitor e Star4BBI, sempre finanziati da Bruxelles. Collabora inoltre diversi partner scientifici che si occupano di economia circolare.

In uno sforzo congiunto con l’European Bioeconomy Network (EuBioNet), è stato infatti segnalato come il promotore del gruppo di lavoro in “standardizzazione, certificazione, etichettatura e monitoraggio”.

Attualmente Sustrack si sta concentrando sui limiti ambientali, economici e sociali dell’economia lineare, ad alta intensità di anidride carbonica, tramite quattro case study: il settore edile, tessile, chimico e della plastica.

Infatti questi rami della produzione industriale sono tra i più inquinanti e interventi governativi per limitare le loro emissioni, i loro consumi energetici e idrici potrebbero penalizzarli. Nel prossimo futuro saranno però anche quelli che potranno beneficiare dei vantaggi della bioeconomia circolare, diventando anche più sostenibili.

«Il passaggio da sistemi lineari a base fossile a sistemi circolari e a base biologica rappresenta un’opportunità e un percorso idoneo per il raggiungimento di diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) - afferma Piergiuseppe Morone, professore e ricercatore presso l’Università Unitelma Sapienza di Roma e coordinatore del progetto Sustrack - I sistemi circolari a base biologica rappresentano una grande occasione per conciliare una crescita sostenibile a lungo termine con la protezione dell’ambiente attraverso l’uso prudente delle risorse rinnovabili per scopi industriali».

«Questa transizione necessaria – ammette - è un processo complesso, che non richiede semplicemente tecnologie innovative dal lato dell’offerta, ma anche trasformazioni sociali basate su un processo multi-attore».

Della stessa opinione è anche Gülşah Yilan, responsabile di Sustrack: «Miriamo a sostenere i responsabili politici e le industrie nei loro sforzi per sviluppare percorsi sostenibili per sostituire i sistemi a base fossile e ad alta intensità di carbonio con sistemi circolari a base biologica».

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