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Cos’è la bioeconomia circolare tra Italia e Francia?

I cluster Spring e Bioeconomy for Change hanno unito le forze per uno sviluppo sostenibile europeo. Impegnandosi nella ricerca, industrializzazione e commercializzazione di idee innovative “biobased”
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 aprile 2022 Aggiornato alle 17:00

A fine marzo l’Italia ha firmato un protocollo d’intesa tra l’associazione francese Bioeconomy for Change e Spring, il cluster italiano della bioeconomia circolare nato nel 2014 e oggi parte della cabina di regia nazionale sul tema.

Il memorandum, si legge nel comunicato diffuso dal ministero degli Esteri, «ha lo scopo di rinforzare la collaborazione tra i due ecosistemi nazionali a favore della ricerca, dell’industrializzazione e della commercializzazione di idee innovative biobased».

Il protocollo conferma inoltre la collaborazione tra i due Paesi europei sancita dal Trattato del Quirinale firmato il 26 novembre 2021, che prevede una cooperazione bilaterale rafforzata in aree come la politica economica e migratoria, la sicurezza e la difesa, l’istruzione, lo sviluppo sociale, l’industria aerospaziale, la ricerca e l’innovazione.

Per quanto riguarda in particolare l’ambiente, il testo del Trattato recita che le parti firmatarie sono «determinate a combattere il cambiamento climatico e a preservare la biodiversità», si dichiarano «convinte che i progressi economico, sociale e ambientale siano indissociabili» e «consapevoli che la sicurezza e la prosperità delle nostre società richiedano un’azione urgente per salvaguardare il nostro Pianeta».

«La bioeconomia circolare costituisce uno dei pilastri della transizione verde», ha commentato l’ambasciatrice Teresa Castaldo in merito al protocollo d’intesa. «Le collaborazioni che avvieranno direttamente gli associati alle due organizzazioni», ha aggiunto, «possono diventare un modello di riferimento in altri settori di cruciale importanza per lo sviluppo sostenibile».

Ma cosa si intende con l’espressione “bioeconomia circolare”? Secondo la definizione data dalla Commissione Europea, la bioeconomia «concerne tutti i settori e i sistemi basati su risorse biologiche (specie animali e vegetali, microrganismi e la biomassa che ne deriva, compresi i rifiuti organici)», ovvero comprende «tutti i settori della produzione primaria che utilizzano e producono risorse biologiche (agricoltura, silvicoltura, pesca e acquacoltura), e tutti i settori economici e industriali che utilizzano risorse e processi biologici per la produzione di alimenti, mangimi, prodotti a base biologica, energia e servizi».

L’impatto della bioeconomia circolare è ritenuto di fondamentale importanza nel processo di decarbonizzazione, in linea con gli obiettivi di neutralità climatica fissati dall’Accordo di Parigi e ribaditi dal Green Deal europeo all’interno del Piano d’azione per l’economia circolare, che il 30 marzo ha presentato un nuovo pacchetto di proposte sui prodotti sostenibili.

Secondo l’ultimo rapporto realizzato dalla Direzione centro studi di Intesa Sanpaolo in collaborazione con Assobiotec, nel 2020 la bioeconomia in Italia ha generato un valore di produzione pari a 317 miliardi di euro, terzo Paese in Europa dopo Germania e Francia, dando lavoro a circa 2 milioni di persone in particolare nella filiera agro-alimentare, che copre circa il 70% degli occupati, seguita dal sistema moda (10,3%) e dalla filiera del legno-arredo (9,1%).

Il protocollo d’intesa siglato presso l’Ambasciata d’Italia a Parigi, fa sapere la Farnesina, prevede inoltre l’istituzione di un gruppo di lavoro per la determinazione di aree tematiche prioritarie, come quella relativa alle plastiche.

Oggi l’associazione Bioeconomy for Change riunisce più di 450 membri tra cooperative, aziende, università, autorità pubbliche e fondi di investimento. Il cluster Spring, invece, conta sull’adesione di oltre 120 soggetti e dal 2017 è parte del Gruppo di coordinamento nazionale per la bioeconomia, attivo nell’ambito del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita (CNBBSV) presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

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