Diritti

Le scienziate sono discriminate (anche) nel linguaggio

Oggi è la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, ma nel settore Stem esistono ancora molti pregiudizi. Secondo Babbel, gli stereotipi sono diffusi e rafforzati persino dalle parole. “Signorina…”
Credit: National Cancer Institute
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11 febbraio 2023 Aggiornato alle 10:00

Proprio oggi, in occasione della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, è utile non solo analizzare i dati relativi alle disuguaglianze e agli stereotipi di genere, ma anche considerare la percezione del problema da parte delle figure femminili che lavorano nel campo matematico-scientifico.

Secondo l’Annuario Statistico Istat del 2022, negli ultimi 5 anni le immatricolate a corsi universitari dell’area tecnico-scientifica in Italia sono state la metà rispetto ai loro colleghi uomini, ma hanno ottenuto risultati accademici più alti. Uno scenario che rispecchia la media europea. Eppure se si confrontano i tassi di occupazione e gli stipendi fuori dall’università, emerge che quelli dei laureati sono maggiori delle laureate.

Negli anni, le ricerche che si sono occupate di studiare la disparità di genere nel settore Stem - Science, Technology, Engineering and Mathematics - hanno rilevato diversi fattori all’origine di questo fenomeno. Oltre all’elemento territoriale, la sottorappresentazione delle studentesse nei percorsi Stem è stata attribuita a condizionamenti sociali e familiari rintracciabili fin dall’infanzia.

Gli stereotipi di genere in questo ambito, infatti, condizionano le scelte delle donne, soprattutto a causa della tendenza a sottovalutare la loro predisposizione alle materie scientifiche. Le giovani finiscono così a non essere incoraggiate a seguire questo percorso a livello accademico.

Lo studio Ocse - Quali sono i fattori che concorrono a determinare le disuguaglianze di genere nell’istruzione? - evidenzia, per esempio che “le ragazze hanno meno fiducia rispetto ai ragazzi nelle proprie capacità di risolvere problemi di matematica o nel campo delle scienze esatte. Tuttavia, quando si confrontano i risultati di matematica tra ragazzi e ragazze con livelli simili di fiducia in se stessi e di ansia rispetto alla matematica, il divario di genere scompare”.

Allo stesso tempo, la percezione di essere sottoposte a discriminazioni sul posto di lavoro sembra essere ben radicata. La piattaforma di servizi Babbel, in collaborazione con SheTech e Fosforo, 2 associazioni che si occupano di rendere più inclusivo il mondo del lavoro nell’area Stem, hanno condotto un sondaggio che mostra come gli stereotipi di genere nel settore siano presenti anche nel linguaggio.

In particolare, l’idea che “Le donne lavoratrici in ambito Stem sono tutte nerd” è un pregiudizio riscontrato dal 63,7% delle intervistate, mentre l’appellativo “Signora” e “Signorina”, a prescindere dal titolo di studio e dai risultati raggiunti a lavoro, è segnalato dal 71,5% delle lavoratrici, secondo le quali il titolo di “Dottore” o “Ingegnere” viene di base riconosciuto al collega uomo.

Tra le affermazioni discriminatorie raccolte dalla ricerca, il 63,4% delle donne dichiara di essere vittima dell’idea che l’irrazionalità e l’emotività siano emozioni principalmente femminili e in netto contrasto con la razionalità e il pensiero analitico necessari per lavorare nel settore Stem. Quasi il 70% delle lavoratrici intervistate, inoltre, evidenzia come sia diffusa la convinzione che “una donna nelle discipline Stem non sarà mai brava quanto un uomo”.

La percezione di una condizione lavorativa discriminatoria aumenta se si analizzano i salari, le promozioni e i ruoli di potere: l’86% ritiene che le donne vengano pagate meno degli uomini; l’84% che, di fronte a una promozione, l’uomo abbia più probabilità di ottenerla. Ma non solo: il 78% sostiene che l’aumento salariale proposto alle donne quando vengono promosse è inferiore a quello di uomo, mentre il 58% afferma che gli uomini che lavorano nel settore Stem non accettano una donna come propria responsabile.

I dati raccolti mostrano, quindi, l’esistenza di pregiudizi di genere nel linguaggio, ma anche una consapevolezza del problema da parte delle donne.

Nel frattempo, in Italia circa il 22% delle persone che studia nell’ambito scientifico-tecnologico è donna: aumentare le iscrizioni per arrivare al 35% delle giovani iscritte è uno degli obiettivi che il Piano nazionale di ripresa e resilienza si propone. A questo scopo, a gennaio 2022 il Governo italiano ha stanziato 500 milioni per borse di studio destinate alle ragazze che scelgono le discipline Stem.

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