Economia

World Economic Forum: il mare è la vera ricchezza

Fornisce lavoro a oltre 3 miliardi di persone, ma bisogna creare una blue economy sostenibile. «L’oceano è cambiato drammaticamente», ha dichiarato Peter Thomson, ex Presidente dell’Assemblea Generale Onu
Credit: Li Zhang Me/unsplash
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19 gennaio 2023 Aggiornato alle 21:00

La sostenibilità è stata la tematica più trattata: il mondo sta cercando di ridurre le emissioni, è necessario attuare una de-carbonizzazione.

Nel Regno Unito, fa sapere Grant Shapps, politico britannico e Segretario di Stato per le imprese, la de-carbonizzazione, che ha avuto inizio con l’ex Prima Ministra Margareth Thatcher negli anni ‘80, sta procedendo velocemente. È però necessario trovare un’alternativa: c’è bisogno di cooperazione tra aziende e Governi.

C’è ancora tanto da costruire: pannelli solari, parchi eolici, che comportano enormi spese da sostenere. Non sarà una strada semplice, sottolinea Ricardo Hausmann, ex ministro del Potere Popolare per la Pianificazione venezuelano, mentre Bill Winters, Ceo di Standard Chartered Bank, sostiene che siamo sulla strada giusta, ma che il progresso è rallentato a causa della «mancanza di volontà politica».

La blue economy

Sempre in ambito di sostenibilità, si è affrontato il tema della blue economy. L’obiettivo dell’economia blu è arrivare a emissioni zero di CO2, basandosi sull’innovazione tecnologica e sull’utilizzo di risorse naturali. Fondamentale è anche la creazione di un’economia oceanica sostenibile: questo il piano dell’agenda Ocean20.

«L’oceano è cambiato drammaticamente negli ultimi anni»: emblematiche le parole di Peter Thomson, ex Presidente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’oceano è una vera e propria ricchezza: fornisce trasporti per il 90% del commercio globale e crea posti di lavoro per oltre 3 miliardi di persone. Un’economia sostenibile rappresenta il futuro della sicurezza umana e merita di ricevere attenzione a livello globale.

Popoli indigeni

Attenzione puntata anche sulle popolazioni indigene. In Ecuador vi sono circa 18 milioni di abitanti, dei quali 2 milioni sono indigeni. E, nonostante costituiscano solo il 5% degli abitanti del Pianeta, contribuiscono per l’80% alla protezione delle biodiversità. Sono, dunque, una ricchezza.

La realtà, però, è ben diversa. Questa popolazione è molto spesso emarginata dal punto di vista sociale, economico e scolastico. Tante sono le disparità ed è necessario superarle, sottolinea Julio José Prado, Ministro della produzione, del commercio estero, degli investimenti e della pesca dell’Ecuador.

Rifugiati e lavoro

Si è parlato, poi, di rifugiati e lavoro. In alcuni Paesi la situazione è drammatica: ma quali sono i modi migliori per introdurli nel mondo del lavoro?

Prima di tutto, è fondamentale considerare che i rifugiati hanno sulle proprie spalle un bagaglio culturale, ognuno con le proprie esperienze e competenze. Bisogna partire da qui, ovvero cercare di assumere in base alle competenze possedute. Poi è importante anche assumere un atteggiamento proattivo; permettere un accesso tempestivo al mondo del lavoro e, infine, fornire un supporto olistico all’integrazione.

Parità di genere

Si è trattata ancora la tematica della parità di genere. Secondo il Global Gender Gap Report del 2022, ci vorranno 132 anni per raggiungere la parità (nel 2021 erano 136). La pandemia ha senz’altro acuito questo problema: l’obiettivo è eliminare ogni sorta di discriminazione.

Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, si è focalizzata sulla leadership politica, richiamando l’annuncio di oggi delle dimissioni di Jacinda Ardern, Premier della Nuova Zelanda. Whitmer ritiene che ci si debba concentrare sui giovani: soltanto se le giovani donne inizieranno a sentirsi leader, allora si aprirà un sentiero verso una leadership femminile.

Tecnologia e inclusione

Negli ultimi anni si è assistito sempre di più al progresso tecnologico che, però, inevitabilmente, ha lasciato indietro qualcuno. Stando ai dati, il 24% degli adulti rimane senza banca e circa la metà di tutte le persone adulte nelle economie in via di sviluppo può accedere ai fondi entro 30 giorni per coprire una spesa imprevista.

Ormai, senza un telefono è quasi impossibile accedere a una banca e l’inclusione varia a seconda del Paese in cui ci si trova: questa l’osservazione della Regina Màxima dei Paesi Bassi.

Un altro tema toccato è stato il lavoro, in particolare la settimana lavorativa corta, di 4 giorni. Alcuni Paesi hanno iniziato la sperimentazione, ma ci sono diverse incognite. Sicuramente, esistono dei benefici, come la possibilità di bilanciare lavoro e vita privata, rendendoci più produttivi. Dopo il Covid-19 «stiamo andando incontro a una burnout society», ha dichiarato Karien van Gennip, Ministra degli Affari Sociali e del Lavoro olandese.

Il lavoro flessibile funziona solo se c’è completa collaborazione e fiducia tra azienda e lavoratore. Il problema messo in luce da Sander van’t Noordende, Ceo di Randstad, è che molto spesso, soprattutto nelle piccole aziende, il modello rigido della settimana lavorativa corta non funziona. Sarebbe, dunque, più opportuno rendere gli orari lavorativi più flessibili in accordo con l’azienda, senza seguire modelli troppo rigidi e prestabiliti. Inoltre, una riduzione delle ore lavorative comporta, inevitabilmente, una riduzione del salario.

Inflazione

A Davos è oggi intervenuta anche Christine Lagarde, Presidente della Bce (Banca Centrale Europea), che ha fatto sapere che, in ambito economico, probabilmente l’Europa vivrà una leggera contrazione, che sarà tuttavia contenuta. L’inflazione rimane ancora alta e, per portarla al livello ideale del 2%, sarà necessario alzare ancora i tassi di interesse. Comunque, i dati sull’economia sono abbastanza positivi.

Ciò che è necessario fare, secondo Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione Europea, è procedere con delle misure mirate per affrontare l’aumento dei prezzi dell’energia, un problema che rimarrà ancora a lungo. È fondamentale fare dell’Europa una terra di crescita e di inclusione.

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