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Expo 2030, la partita di Roma

In palio circa 50 miliardi e 300.000 posti di lavoro. La Capitale ha già presentato un dossier che prevede la costruzione del «più grande parco solare urbano al mondo». A novembre il verdetto, in lizza anche l’Ucraina
Giampiero Massolo durante il convegno organizzato dal quotidiano Il Tempo dal titolo Roma locomotiva d'Italia, Roma 14 dicembre 2022
Giampiero Massolo durante il convegno organizzato dal quotidiano Il Tempo dal titolo Roma locomotiva d'Italia, Roma 14 dicembre 2022 Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
13 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:00

Il 2023 sarà l’anno di Expo 2030. A novembre, infatti, verrà pronunciato il verdetto – emesso con voto segreto da 170 Paesi – su quale città si aggiudicherà la prossima Esposizione Universale: una vetrina mondiale dove presentare la propria idea di futuro, un motore di investimenti e opere pubbliche da 50,6 miliardi di euro e 300.000 nuovi posti di lavoro.

L’Italia farà il tifo per Roma, che dovrà vedersela con le contendenti Busan (Corea del Sud), Riyadh (Arabia Saudita) e Odessa (Ucraina), sulla quale pesa l’incognita del conflitto in corso. Un altro conflitto, la Seconda guerra mondiale, fece naufragare la prima Esposizione prevista a Roma nel 1942, e da allora la città eterna aspetta la sua occasione. Sarà pronta?

Il 23 gennaio la Capitale accoglierà Dimitri Kerkentzes, il segretario generale del Bureau International des Expositions (Bie), al quale a settembre il Comitato promotore di Expo Roma 2030 presieduto da Giampiero Massolo e diretto da Giuseppe Scognamiglio ha consegnato il dossier della candidatura.

Un documento di 618 pagine che ha coinvolto docenti e professionisti internazionali sotto la guida dell’architetto Matteo Gatto, già Chief architect e direttore della Visitor experience di Expo Milano 2015. Il tema scelto da Roma è ‘Persone e territori: rigenerazione, inclusione e innovazione’.

Parole ancora da riempire, ma a tracciare una direttrice ci pensa il masterplan di Expo Roma 2030, un documento di indirizzo strategico realizzato dallo studio di progettazione e innovazione CRA-Carlo Ratti Associati insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett.

Il cuore dell’Esposizione verrebbe installato nell’area di Tor Vergata, in un piano di riqualificazione esemplificato dalla messa in funzione delle Vele della disabitata Città dello sport, l’incompiuta dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che avrebbe dovuto ospitare i Mondiali di Nuoto del 2009.

Una nuova rete di trasporti e mobilità sostenibile collegherebbe l’ingresso del sito espositivo con i siti archeologici della via Appia e altri monumenti storici di Roma. Lo studio ha inoltre presentato quelle che definisce «il più grande parco solare urbano al mondo», dotato di una superficie fotovoltaica di 150.000 mq e una capacità produttiva di picco di circa 36 megawatt.

«La strategia energetica è tra i progetti che abbiamo maggiormente a cuore», ha affermato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che al tavolo tecnico degli Stati Generali di luglio 2022 aveva annunciato: «Non sarà l’Expo del cemento ma del verde».

«Il proposito – si legge nella lettera con cui il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha accompagnato il dossier della candidatura – è quello di creare un’esposizione che ambisca a un futuro policentrico e veramente inclusivo, che offra a ogni essere umano le stesse opportunità, sia in tema di infrastrutture e servizi, sia per quanto riguarda lo sviluppo culturale e sociale».

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Il Comitato promotore di Expo Roma 2030 ha consegnato a Parigi al Segretario generale del BIE (Bureau International des Expositions), Dimitri Kerkentzes, il dossier di candidatura di Roma per l'Expo del 2030, a Parigi il 7 settembre 2022.
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