Ambiente

Macelli: cosa succede davvero tra quelle mura?

In questi luoghi il dolore è il sentimento predominante, con animali in preda al terrore fin dai primi istanti di permanenza perché in grado di rendersi conto del destino che li attende
Credit: Lars Klemmer/dpa
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24 dicembre 2022 Aggiornato alle 06:30

I macelli sono luoghi impenetrabili e volutamente celati al pubblico, dove gli animali allevati a scopo alimentare subiscono la crudeltà peggiore: la condanna a morte.

Martedì 20 dicembre, noi di Animal Equality abbiamo fatto una diretta sul nostro canale YouTube per parlare di ciò che accade al loro interno attraverso l’esperienza diretta di Matteo Cupi, vicepresidente di Animal Equality International, e Enrico Moriconi, medico veterinario ed ex garante per i diritti degli animali della Regione Piemonte.

«Rassegnazione, grida di animali, violenza psicologica e fisica è ciò a cui ho assistito ogni volta che sono entrato in un macello. In quei luoghi vige la fretta: più rapidamente gli animali vengono uccisi, meglio è per l’azienda, ma spesso gli operatori non sono davvero preparati a quello che stanno facendo e provocano estrema sofferenza alle vittime», ha raccontato Matteo Cupi, impegnato da oltre 10 anni a denunciare gli orrori dello sfruttamento degli animalia scopo alimentare.

Anche Enrico Moriconi ha confermato la tragedia che si consuma nei macelli, affermando che gli animali iniziano a soffrire non appena entrano, avvertendo ciò che accade ai propri simili tramite l’olfatto. Un dolore che non può che aumentare, visto che mentre sono in attesa di essere macellati assistono agli omicidi dei compagni antecedenti al loro, venendo gettati in una condizione di stress e paura insopportabili.

Dal 2013, Animal Equality realizza investigazioni all’interno dei macelli italiani documentando gli abusi che maiali, mucche, polli e pesci, dopo essere stati sfruttati e maltrattati negli allevamenti, sono destinati a subire anche prima di essere uccisi. Come è stato ribadito nel corso della diretta, queste pratiche avvengono in ogni tipo di macello, negli artigianali come negli industriali, nonché in quelli che dichiarano di far parte della cosiddetta filiera di eccellenza del Made in Italy.

«Nessuno è meglio di un altro: quando un essere vivente è imprigionato e ucciso per diventare un bene di consumo non possiamo pensare che non soffra», ha sottolineato Matteo Cupi. Eppure i controlli e le multe non sono ancora sufficienti. Le sanzioni per chi viola le prescrizioni sulle misure di macellazione, infatti, sono solo amministrative e le multe arrivano a un massimo di 6 mila euro.

Nel 2017 abbiamo lanciato una petizione che ha raccolto oltre 400.000 firme chiedendo al Governo italiano di porre fine alle violenze che avvengono nei macelli migliorando le leggi che attualmente sono in vigore, a partire dall’introduzione di sistemi di sorveglianza come telecamere a circuito chiuso, e dall’obbligo di stordimento degli animali con la cancellazione di tutte le deroghe.

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